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Modena, Commissione toponomastica: adeguato il gettone di presenza

Il Consiglio comunale di Modena ha approvato all’unanimità l’adeguamento dell’importo dell’indennità di presenza dei componenti esterni della Commissione toponomastica, che passa da 28 a 50 euro lordi (cioè comprensivi di ritenute fiscali e oneri di altra natura eventualmente dovuti) per seduta.

Con la delibera, illustrata dall’assessora all’Urbanistica Anna Maria Vandelli, viene parificato il gettone di presenza della Commissione toponomastica destinato esclusivamente ai componenti esterni (esclusi gli appartenenti al Consiglio comunale) all’indennità corrisposta ai componenti della Commissione Qualità architettonica e Paesaggio, aggiornata già da dicembre 2009, in quanto si ritiene “che i compiti e le attività a carattere meramente tecnico svolte dalla Commissione toponomastica siano assimilabili a quelle svolte dalla Commissione Qualità, e si differenzino notevolmente da quelle delle Commissioni consiliari permanenti che svolgono attività istruttoria preparatoria e redigente su atti di competenza del Consiglio comunale”.

La Commissione toponomastica è un organo consultivo del Comune ed esprime pareri obbligatori sulla denominazione delle aree di circolazione, degli spazi e impianti pubblici e della intitolazione e realizzazione di lapidi e monumenti, fornendo una risposta motivata di accettazione o diniego delle richieste di intitolazioni di strade o monumenti.

La Commissione viene nominata con deliberazione della Giunta comunale entro 90 giorni dal suo insediamento, dura in carica per la stessa durata del Consiglio comunale ed è presieduta dall’assessore ai Lavori pubblici e manutenzione urbana o altro assessore delegato. È costituita dal presidente, da sei commissari in rappresentanza del Consiglio comunale (tre consiglieri o rappresentanti politici di maggioranza e tre consiglieri o rappresentanti politici di minoranza) e da sei esperti esterni scelti per professione, incarichi istituzionali o fama per conoscenze in discipline come storia, architettura, cultura locale, eccetera. Le sedute sono valide quando è presente la maggioranza assoluta dei componenti, i voti sono tutti di uguale peso e le decisioni vengono approvate con la maggioranza dei presenti.

L’attuale Commissione toponomastica è presieduta dall’assessore ai Lavori pubblici comunale Gabriele Giacobazzi e ne fanno parte Sandro Bellei, Antonio Carpentieri, Marco Cugusi, Glauco Fanti, Chiara Susanna Pacchioni, Roberta Pinelli, come componenti indicati dal Consiglio, e Franca Baldelli, Giovanni Cappucci, William Garagnani, Antonella Kubler, Giancarlo Montanari, Metella Montanari come esperti scelti sulla base delle conoscenze in discipline storiche e culturali.

COME NASCE IL NOME DI UNA VIA

La Commissione toponomastica esprime parere sulla base di un Regolamento

La Commissione toponomastica opera sulla base di un Regolamento comunale approvato nel 2005 sulla “Denominazione di aree di circolazione, spazi e impianti pubblici, numerazione civica e interna” che, sulla base delle normative, dirime la materia in campo toponomastico.

Cittadini, Enti, società e associazioni con sede nel Comune di Modena possono presentare al sindaco proposta di denominazione di aree di circolazione, spazi e impianti pubblici, o di iscrizione di lapidi commemorative, dedica di monumenti e loro realizzazione. Ogni proposta, corredata da una relazione e documentazione che la motivi, deve essere sottoscritta da almeno 50 cittadini dai 16 anni in su residenti a Modena. I componenti del Consiglio comunale possono presentare direttamente proposte di intitolazioni e nuove denominazioni.

L’Ufficio toponomastica e cartografia, cui spetta anche la predisposizione della documentazione inerente le aree di circolazione da denominare, trasmette le proposte alla Commissione toponomastica, che esprime parere e fornisce la comunicazione al proponente in merito all’accettazione o al rigetto della proposta di denominazione. Per le proposte già approvate ma non ancora utilizzate, la Commissione stila un elenco per le possibili future denominazioni.

La Giunta comunale è competente per la deliberazione in merito alle materie per cui si esprime la Commissione e, in caso di particolare urgenza, può procedere alla valutazione ed eventuale approvazione di proposte di denominazione avanzate dall’Ufficio Toponomastica e cartografia senza richiedere il parere della Commissione.

Tra i criteri adottati dalla Commissione per la valutazione, nel rispetto delle leggi vigenti, c’è la tutela della vecchia toponomastica di strade o piazze del territorio, rispettando l’identità culturale, civile e storica, i toponimi tradizionali dei catasti storici e quelli formatisi spontaneamente nella tradizione orale. La scelta del toponimo deve risultare idonea, sotto ogni aspetto, a una funzione toponomastica e la denominazione deve presentare omogeneità per quartieri o zone caratteristiche. I nuovi nomi dovranno essere testimonianza dello sviluppo materiale e civile, legato a fatti, personaggi e avvenimenti sociali, culturali e politici della storia cittadina, nazionale o internazionale. Per l’intitolazione a persone, la normativa prevede che debbano essere trascorsi almeno dieci anni dalla morte, con deroghe solo in casi eccezionali e riservati a persone con meriti di particolare rilevanza subordinati all’approvazione della Prefettura.

Non è ammesso lo stesso nome per aree di circolazione appartenenti alla stessa categoria, che può essere lineare (via, viale, vicolo, eccetera) o poligonale (largo, piazza, eccetera) ed è compito dell’Ufficio toponomastica e cartografia definirne la tipologia. L’omonimia è sconsigliabile e comunque ammissibile solo quando riferita ad aree di circolazione differenti, preferibilmente nei casi in cui ci sia una soluzione di continuità fra le diverse categorie (per esempio via Sant’Eufemia e largo Sant’Eufemia). Al fine di evitare fraintendimenti, è inoltre sconsigliato l’uso di toponimi che presentano assonanze (per esempio via Dalla Chiesa e via Della Chiesa).

Le modifiche alle denominazioni delle vecchie aree di circolazione sono subordinate al parere preventivo della Soprintendenza ai monumenti.

















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