Dal 2006 la Terapia Intensiva del Policlinico ha aderito al progetto Terapie intensive aperte che permette l’accesso H24 dei parenti al capezzale dei propri cari, fatte salvo il rispetto di poche semplici regole. Progetto Terapie intensive aperte. Dal 2009 questo progetto è stato inserito dalla Regione – Emilia Romagna tra i suoi obiettivi. “Uno dei motivi per cui abbiamo cominciato a porci il problema di come accogliere i parenti dei ricoverati è il fatto che la nostra Terapia Intensiva è centro di riferimento provinciale per i pazienti pediatrici che costituiscono il 10% dei nostri ricoverati, ai quali si aggiungono un 2-3% di donne gravide. È del tutto evidente che questi pazienti ci hanno portato a valutare precocemente il problema di una diversa accoglienza in terapia Intensiva”. Ha spiegato il prof. Massimo Girardis, responsabile della Terapia Intensiva e, dal 2013 direttore dell’Anestesia e Rianimazione 1 che ricovera un migliaio di pazienti all’anno. Di questi il 30% sono pazienti che si risvegliano dopo la sala operatoria, il restante provengono dal Pronto Soccorso o da altri reparti per patologie sopraggiunte durante il ricovero. Per l’anno 2014 sono stati ricoverati 86 bambini, per patologie critiche che necessitano di cure intensive oppure in seguito ad interventi chirurgici ad alta complessità perioperatoria.
Terapie intensive aperte significa anche attenzione al decoro degli spazi soprattutto nella stanza riservata a due posti letto pediatrici che consente ai bambini e ai propri famigliari un ambiente più tranquillo. Proprio in questa stanza da alcuni mesi è stato installato, grazie alla donazione di Ludovica Barbieri un murales alla memoria del suo compagno, Dr Stefano Setti, purtroppo deceduto nel 2013 proprio al Policlinico. Il murales è stato realizzato con una speciale vernice lavabile, l’unica consentita in un ambiente asettico come una rianimazione, sulla base dei disegni di Sara Vivan, illustratrice milanese (http://saravivan.com/sara_vivan/home.html) che appassionata di fumetti e album illustrati già da bambina, dopo aver lavorato nella moda si è dedicata all’illustrazione. È lei ad aver immaginato i personaggi raffigurati sul murales tra cui il gattino che legge un libro dal titolo “la storia del dottor Stefano S” che ricorda proprio Stefano Setti.
Il murales è stato idealmente presentato nei giorni scorsi alla presenza di Ludovica Barbieri, accolta dal prof. Massimo Girardis e da una rappresentanza dei medici della struttura – dottoressa Lucia Serio, Giovanni Chierego e Ilaria Cavazzuti – accompagnati dalla dottoressa Lucia Pederzini in rappresentanza della Direzione sanitaria del Policlinico. “Vogliamo ringraziare Ludovica per la sua sensibilità – ha commentato il prof. Girardis – il murales è bellissimo e rende questo ambiente più caldo nel perfetto spirito delle Terapie intensive aperte.”
“Quando una persona che amiamo se ne va via per sempre e’ difficile imparare a vivere con quel vuoto profondo – ha spiegato Ludovica Barbieri – Io credo che ricordare aiuti a trattenere con noi qualcosa che è passato e a salvarlo dall’oblio. Per questo dopo che il mio compagno, Dott. Stefano Setti, ed io siamo stati accolti nel modo più professionale ed amorevole in Terapia intensiva ho deciso che non ci fosse modo migliore per onorare la sua memoria che iniziare a sostenere questo reparto. Il murales fatto nella stanza per i bambini da Sara Vivan è solo l’inizio di una collaborazione che spero potrà essere lunga. Il prossimo progetto che abbiamo in cantiere è quello di un libro per bambini con gli stessi personaggi del murales”.
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