Nella mattinata di martedì 3 novembre, il personale dell’Ufficio immigrazione unitamente a personale del reparto Prevenzione Crimine si sono portati per un controllo presso un casolare a Castelnovo di Sotto, sede di un presunto laboratorio tessile intestato ad un cittadino cinese. Giunti sul posto, tuttavia, anziché trovare macchine taglia/cuci, abiti semilavorati e cumuli di scampoli di stoffa, hanno rinvenuto una coltivazione intensiva di marjiuana, sacchi di terriccio e fertilizzante.All’interno dello stabile venivano complessivamente rinvenute 771 piante tipo canapa, di varia altezza e di vario grado di maturazione, nonché tutto il materiale necessario alla coltivazione, sacchi di terra, concime, serbatoio di acqua, innaffiatori a spalla ed ulteriore materiale elettrico utile all’allestimento di nuove zone di coltivazione.
La coltivazione avveniva all’interno di quattro grosse stanze tutte attrezzate con un sofisticato sistema di ventilazione ed illuminazione con lampade alogene che, per l’alimentazione elettrica, erano state allacciate abusivamente a “monte” del contatore Enel.
All’interno dell’immobile veniva identificato P.H. nato in Cina Popolare nel giugno del 1980, privo di documenti di identificazione, non in regola con le norme per il soggiorno in Italia, lì domiciliato, che, in attesa degli accertamenti scientifici sulle piante di marjiuana, è stato tratto in arresto per furto di energia elettrica. Nel corso della mattinata successiva, gli accertamenti effettuati presso il Gabinetto Regionale di polizia scientifica di Bologna hanno consentito di accertare la natura e la presenza di principio attivo nelle piante rinvenute, consentendo di contestare nei confronti del cinese anche il reato di produzione/coltivazione di stupefacenti.