Nel 450esimo anniversario della nascita di Alessandro Tassoni (1565 – 1635), Modena celebra l’autore della “Secchia rapita” con un convegno internazionale di studi in programma il 6 e 7 novembre al Teatro della Fondazione del Collegio San Carlo di Modena in via San Carlo 5. Nell’occasione, studiosi di diversi ambiti si confronteranno sui molteplici aspetti della figura del Tassoni, poeta, diplomatico ed erudito, intellettuale moderno ed europeo, con particolare attenzione all’ambiente socio-culturale della Modena del primo Seicento in cui egli operò e visse. Le due giornate di studi rientrano nell’ambito delle Celebrazioni tassoniane, promosse e sostenute dal Comune di Modena con la collaborazione delle più importanti istituzioni culturali della città, e sono state organizzate dal Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali dell’Università di Modena e Reggio Emilia e dal Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell’Università di Pisa. Con l’intento di ricordarlo come personaggio poliedrico e di illustrare i molteplici aspetti della sua, a tratti bizzarra, personalità (si era autobattezzato il Bisquadro), i curatori Maria Cristina Cabani (Università di Pisa) e Duccio Tongiorgi (Università di Modena e Reggio Emilia) hanno chiamato ad approfondire questo sguardo ad ampio raggio esperti da numerose Università dall’Italia e dall’Estero. Arriveranno dalla Scuola Normale Superiore, da Bologna, Bari, Napoli, Roma, Losanna, Città del Capo, Bergamo, Lecce, Urbino, Modena e Genova.
Il convegno – che venerdì si svolge dalle 10 di mattina e prosegue anche nel pomeriggio, mentre sabato incomincia alle 9.30 e termina alle 13 – sarà aperto dall’intervento di Andrea Battistini (sul modernismo tassoniano) e da quello di Giovanni Vittorio Signorotto, attento ad indagare la personalità di Tassoni nel suo rapporto con la corte Estense, e in un’ottica europea. Gli studiosi convenuti cercheranno poi di ricostruire il Tassoni poeta e letterato, storico, diplomatico e polemista, nonché le vicende e gli aneddoti che si legano al retroterra storico della “Secchia rapita” e ai contemporanei di Tassoni presi di mira nel poema. Alla “Secchia”, pubblicata per la prima volta a Parigi nel 1622, sarà dedicata in particolare la presentazione di un volume di 12 letture che analizzano canto per canto il poema. Ogni lettura è stata affidata dai curatori (Davide Conrieri e Pasquale Guaragnella) ai più noti studiosi tassoniani con l’intento di fornire, per la prima volta, un’analisi completa del poema.
Il convegno del 6 e 7 novembre al Teatro della Fondazione San Carlo rientra in un più vasto progetto commemorativo che proseguirà, tra l’altro, con l’inaugurazione, a dicembre di una mostra al Palazzo dei Musei.
INTELLETTUALE EUROPEO ALLA CORTE ESTENSE
Creatore del genere “eroicomico”, l’autore della “Secchia” fu innovatore e “svecchiatore”
Noto al mondo come autore della “Secchia rapita” e come inventore di un nuovo genere da lui stesso battezzato eroicomico, Alessandro Tassoni (1565-1635) fu personaggio di fama europea. Con il suo poema ‘antieroico’, che narra in 12 canti di una futile guerra fra Modena e Bologna “per una vil secchia di legno”, Tassoni fu apprezzato ed imitato soprattutto fuori d’Italia ed è considerato il padre della querelle “des anciens et des modernes”. Esplosa in Francia nel diciassettesimo secolo, essa ha le sue radici proprio nel dichiarato modernismo tassoniano e nel suo spirito polemico, volto ad aggredire i miti classicisti, l’imperante aristotelismo, l’abusato petrarchismo, l’irrigidimento della lingua. Antipetrarchista, ma non contro Petrarca, Tassoni scandalizzò l’ambiente letterario con le sue Considerazioni sopra le rime del Petrarca (1609), un commento al Canzoniere che attacca, anche con le armi del comico, il principio di imitazione e i più diffusi luoghi comuni del petrarchismo fanatico; anticruscante, cioè polemico nei riguardi del primo Vocabolario della Crusca (1612), difese l’idea di uno svecchiamento della lingua e di una sua maggiore apertura al moderno; ferocemente avverso al dominio ispanico, consegnò la sua verve polemica e le sue invettive alle famose Filippiche contro Filippo III di Spagna (1615). Ma soprattutto Tassoni fu un grande filologo erudito, come risulta dalla ricca raccolta di meditazioni critiche nota come Pensieri e uno storico (negli Annali), oltre che un diplomatico al servizio dei Savoia. Con l’intento di ricordarlo come personaggio poliedrico e di illustrare i molteplici aspetti della sua, a tratti bizzarra, personalità (si era auto battezzato il Bisquadro), l’Università di Modena e Reggio Emilia in collaborazione con quella di Pisa (e con il Comune di Modena) ha organizzato un Convegno in occasione dei 450 anni dalla sua nascita. Il Convegno, che si svolge al Teatro della Fondazione San Carlo il 6 e 7 novembre, rientra in un più vasto progetto commemorativo che proseguirà, tra l’altro, con l’inaugurazione, a dicembre di una mostra a Palazzo dei Musei.
STUDIOSI A CONFRONTO DA ITALIA E ESTERO
Interventi sul modernismo tassoniano e sul rapporto con la corte e con l’Europa
Il convegno internazionale di studi del 6 e 7 novembre al Teatro del Collegio San Carlo, organizzato dal Comune di Modena con le Università di Pisa e di Modena e Reggio Emilia, coinvolgerà i più importanti studiosi dell’opera di Tassoni.
Le due giornate di studi – curate da Maria Cristina Cabani (Università di Pisa) e da Duccio Tongiorgi (Università di Modena e Reggio) – saranno aperte dall’intervento di Andrea Battistini dell’Università di Bologna sul modernismo tassoniano, alla cui base sta un’irrequietezza verso ogni campo della conoscenza. “Questa sorta di eccitabilità mai paga dell’esistente e per questo soggetta a un sapere inclusivamente enciclopedico in cerca di segreti reconditi, e al tempo stesso mai definitivo – si legge nell’abstract della sua relazione – trova conferma in più punti nella raccolta dei suoi “Pensieri”, dove si percepisce una mobilità di pensiero e una tensione conoscitiva che sembrano annunciare tempi nuovi, certamente di là dai risultati concreti cui approda”.
L’intervento di Giovanni Vittorio Signorotto dell’Università di Modena e Reggio Emilia, sarà invece attento a indagare la personalità di Tassoni nel suo rapporto con la corte estense, e in un’ottica europea.
Pasquale Guaragnella dell’Università di Bari parlerà di convegni tassoniani a Modena, e in particolare di quello del 1908 che fu accompagnato da celebrazioni e da un’atmosfera festosa intesa, tra l’altro, a promuovere un nuovo legame con la comunità bolognese. Quel convegno, dunque, e quelle celebrazioni mostrarono anche un forte intento civile, in una situazione politica profondamente mutata rispetto ai tempi rievocati nel segno dell’eroicomico della “Secchia rapita”.
Studiosi di numerose università italiane e straniere cercheranno poi di ricostruire la figura del Tassoni poeta e letterato, storico, diplomatico e polemista, e vicende e aneddoti che si legano al retroterra storico della “Secchia” e ai contemporanei di Tassoni presi di mira nel poema. Alla “Secchia” sarà dedicata in particolare la presentazione di un volume di 12 letture che analizzano canto per canto il poema.
SERATA CONCLUSIVA PER IL PREMIO LETTERARIO
Venerdì 6 novembre dalle 19 al Teatro del S. Carlo, tra letture, musica e premiazioni
Si svolge il 6 novembre alle 19, al Teatro S. Carlo, la cerimonia di premiazione della decima edizione del Premio Alessandro Tassoni di poesia, narrativa, teatro e saggistica. Il Premio Tassoni è a cura dell’associazione culturale Le Avanguardie e della rivista Bollettario, in collaborazione con Comune di Modena e Biblioteca Estense Universitaria, con patrocinio di Provincia e Università di Modena e Reggio Emilia – Facoltà di Lettere e Filosofia.
La giuria, formata da Annalisa Battini, Augusto Carli, Nadia Cavalera (presidente), Francesco Muzzioli e Duccio Tongiorgi ha assegnato il Premio honoris causa (alla carriera) al poeta Valerio Magrelli, e altri due premi a pari merito per la poesia a Gualberto Alvino per “L’apparato animale” (Robin Edizioni) e Maria Grazia Calandrone per “Serie fossile” (Crocetti editore).
Valerio Magrelli è nato a Roma nel 1957. Poeta, traduttore e saggista, è ordinario di Letteratura francese all’Università di Cassino. Ha pubblicato libri e raccolte di poesia, scritti in prosa e saggi critici. Ha diretto per Einaudi la serie trilingue della collana “Scrittori tradotti da scrittori”. Nel 2002 l’Accademia Nazionale dei Lincei gli ha attribuito il Premio Feltrinelli per la poesia italiana. Collabora alle pagine culturali del quotidiano “la Repubblica” e ha una rubrica sul blog il Reportage (www.einaudi.it/libri/autore/valerio-magrelli/0002302)
Tra i 35 libri concorrenti al Premio 2015, si è dapprima proceduto a una selezione di dieci, quindi alla scelta dei libri vincitori: “L’apparato animale” (Robin) di Gualberto Alvino e “Serie fossile” (Crocetti) di Maria Grazia Calandrone.
La serata a partecipazione libera e gratuita, allietata dalle musiche del violinista José David Fuenmajor Valera, è condotta dall’attore Andrea Ferrari. L’attrice Irene Guadagnini rende omaggio al Tassoni con letture tratte dal X canto della “Secchia rapita”. Altre letture sono affidate alla voce di Nadia Cavaliera ideatrice fondatrice del Premio e presidente della giuria.
LA MOSTRA DEDICATA ALLO “SPIRITO BISQUADRO”
Si inaugura il 12 dicembre ai Musei civici di Palazzo dei Musei in largo Sant’ Agostino
Ironico, beffardo, di certo umorale e amante del paradosso. Sono alcune caratteristiche del temperamento scanzonato, spesso contraddittorio e incline alla polemica, di Alessandro Tassoni, l’autore della “Secchia rapita” di cui Modena, la sua città, celebra il 450esimo della nascita avvenuta nel 1565. Ed è anche a questi aspetti della sua personalità, a questo carattere inquieto e anticonvenzionale, ma di intellettuale aperto a diversi campi del sapere (dalla storia alla politica, dalla filosofia alla scienza), che è dedicata la mostra “Alessandro Tassoni. Spirito bisquadro” dal 12 dicembre a Modena, a Palazzo dei Musei di largo S. Agostino.
L’esposizione, a cura del Museo civico d’arte in collaborazione con Biblioteca Estense Universitaria, Archivio Storico del Comune e Archivio di Stato – è volta a riproporre all’attenzione del pubblico la personalità e l’opera dello scrittore modenese, come poeta e come intellettuale poliedrico. L’obiettivo è darne una visione non celebrativa, ma tesa a riconsiderare l’opera di un autore che, pur avendo legato il proprio nome al genere eroicomico con la “Secchia rapita”, fu anche autore di testi polemici e originali che riflettono non solo il suo spirito ‘bizzarro’ e amante del paradosso, ma anche la sua controversa carriera politico-diplomatica, a partire dai rapporti con i Savoia, ai quali lo avvicinò l’inclinazione anti-spagnola e nei quali ripose notevoli speranze per il futuro dell’Italia.
Fu Tassoni stesso a definirsi “Bisquadro” in occasione del suo ingresso all’Accademia degli Umoristi di Roma, di cui fu Principe tra il 1606 ed il 1607. Con lo stesso nome firmò l’edizione della Secchia del 1624. Se bisquadro significa “mal quadro” “fuori di squadra” cioè irregolare, Tassoni scelse per sé questa definizione per alludere alla vena bizzarra che lo contraddistinse, a suggello della quale ebbe l’idea di farsi ritrarre con un fico in mano per significare, in forma dolce e ridicola, ma intimamente amara e disillusa, lo scarso guadagno ricavato dalle sue fatiche.
Oltre alla direttrice dei Musei civici Francesca Piccinini, del comitato scientifico fanno parte, tra gli altri, Maria Cristina Cabani, docente al Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell’Università di Pisa, Gabriele Bucchi, maître d’enseignement et de recherche alla sezione di Italiano dell’Università di Losanna e Grazia Biondi, storica modenese.
Per informazioni in orari d’ufficio: Università di Pisa, tel. 050 2215312 o Università di Modena e Reggio Emilia, tel. 059 2055901. Oppure si può consultare sul web il sito dei Musei civici (www.museicivici.modena.it).
Immagine, da sinistra: Nadia Cavalera, ideatrice e direttrice del Premio Letterario Alessandro Tassoni; Duccio Tongiorgi, professore associato di Studi Linguistici e Culturali dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia; Gianpietro Cavazza, assessore alla Cultura del Comune di Modena; Maria Cristina Cabani, docente di Letteratura Italiana all’Università degli Studi di Pisa