La Legge di Stabilità presentata dal Governo ha confermato le attese dei giorni scorsi. L’ecobonus per le ristrutturazioni e l’efficienza energetica delle costruzioni italiane è stato prorogato per tutto il 2016, con incentivi al 50% per i mobili e le ristrutturazioni, al 65% per il risparmio energetico.
Dopo gli annunci è stata confermata un’iniziativa che nel 2014 ha prodotto più di 28 miliardi di euro di investimenti e 425mila posti di lavoro. “Va certamente nella direzione da noi auspicata – spiega Roberto Ferrari, presidente Lapam Confartigianato Edilizia – chiedevamo che la conferma per il 2016 di questi superbonus perché questa misura va nella direzione di favorire tre ordini di vantaggi: il primo è un impulso alle imprese dell’edilizia che, come ormai noto, stanno attraversando un periodo molto difficile. Il secondo riguarda le famiglie proprietarie di abitazioni che possono riqualificare il loro bene casa, considerando che l’80% degli italiani ha una proprietà immobiliare e che, per oltre il 60% dei casi, si tratta di edilizia che risale agli anni ’60. Il terzo vantaggio è per lo Stato, perché viene fatto emergere il reddito che, grazie al versamento dell’Iva, porta un gettito maggiore. E’ una misura, quindi, che avvantaggia tutti e fa anche bene all’economia italiana”.
Una misura che potrebbe portare innovazione e qualità nelle costruzioni del nostro Paese, riducendo i consumi, a vantaggio dell’ambiente e delle tasche degli italiani. Soprattutto, però, nel rinnovo dell’ecobonus, che viene esteso anche agli edifici pubblici, agli interventi per la bonifica dell’amianto e all’antisismica, c’è la speranza di un intero settore di uscire da una crisi economica che ancora turba le imprese italiane. Secondo l’Ufficio studi nazionale di Confartigianato, infatti, le costruzioni hanno fatto registrare un calo delle attività del 2,4% nei primi 8 mesi del 2015, nonostante il 10,8% degli italiani sia intenzionato a ristrutturare la propria abitazione.
Il rinnovo degli incentivi, quindi, potrebbe far incontrare le necessità delle imprese e le intenzioni dei cittadini. Il limite dell’iniziativa, una volta di più, è rappresentato dal fatto che sia l’ennesima proroga e non un intervento strutturale e definitivo.
“Noi chiediamo che la norma venga stabilizzata, un’idea largamente condivisa dai gruppi politici e dal Governo stesso – aggiunge Ferrari – questo favorirebbe una maggiore capacità di programmazione e certezze di lavoro per le imprese”.