Il Consiglio comunale di Modena ha approvato all’unanimità l’ordine del giorno del M5s, emendato dai proponenti e da Sel, che chiede di “prevedere e strutturare momenti informativi per la cittadinanza tutta, che possano precedere i diversi passaggi previsti dal percorso istituzionale” del Psc, così da rendere noti i passi che l’Amministrazione svolgerà e lo stato di avanzamento lavori. Il sì al documento è arrivato, nella seduta di giovedì 15 ottobre, al termine di un dibattito di oltre tre ore.
La mozione domanda di prevedere momenti informativi per il Consiglio comunale sul lavoro di preparazione dei documenti che la Giunta predisporrà per il percorso di costruzione del Psc e del Rue, e di strutturare un punto di raccolta delle richieste dei cittadini che li affianchi nella presentazione di osservazioni, proposte e progetti. L’ordine del giorno chiede inoltre di predisporre, prima della Conferenza di pianificazione, tre momenti informativi e di discussione in Consiglio relativi al quadro conoscitivo, all’esito del processo partecipativo e alla proposta della Giunta, e al termine della Conferenza, un iter di incontri che chiarisca le diverse dimensioni emerse e consenta di raccogliere in modo efficace le osservazioni di tutta la cittadinanza volte a integrare e modificare gli esiti della Conferenza stessa. La mozione chiede infine che il maggior numero possibile di incontri possano essere accessibili alla cittadinanza e registrati in video visionabili dal sito del Comune, oltre a prevedere le risorse per implementare i processi partecipativi.
“Quella del nuovo Psc è una sfida profonda – ha affermato il sindaco Gian Carlo Muzzarelli in chiusura di dibattito – e noi vogliamo fare sul serio. Dobbiamo sviluppare il Piano attraverso una vera partecipazione, ma è necessario fare un grande gioco di squadra: la partecipazione non deve essere un modo per bloccare il futuro ma una reale contaminazione e azione funzionale a sviluppare una strategia, che deve partire dalle mutate esigenze del territorio. La trasformazione è in atto ogni giorno e ci vengono presentate richieste per le quali l’attuale strumento non è più adeguato: le normative sono così rigide che bloccano il cambiamento dell’esistente. È necessario – ha proseguito – trovare premialità che consentano demolizione e ricostruzione, perché c’è un pezzo di città che va rimesso in bellezza, e vanno resi possibili interventi che possano portare occupazione e muovere l’economia, dalla costruzione di un nuovo capannone alla bretella Modena-Sassuolo, con le richieste di modifiche già presentate. Mi sembra che l’impianto di strategia sia condiviso – ha evidenziato il sindaco – e la difficoltà più grossa sarà operativa: rendere flessibile il sistema. Dobbiamo fare di tutto per non perdere occasioni e se non saremo in grado di lasciare a Modena qualcosa di migliore rispetto al passato avremo fallito”.
Della stessa idea anche l’assessora all’Urbanistica Anna Maria Vandelli, che ha parlato di “condivisione complessiva degli assi del documento. Le posizioni espresse si spostano sulla fiducia nella messa in opera rispetto ai contenuti: non ho sentito elementi di differenziazione sostanziali e ciò mi fa pensare che la direzione del documento sia quella giusta. Abbiamo individuato colonne, pilastri, valori su cui vogliamo lavorare, e anche le criticità. Stiamo affrontando i cambiamenti necessari: ci viene consegnata città d’eccellenza e dobbiamo trasformarla facendola rimanere una città d’eccellenza”. L’assessora ha aggiunto che “sulla rigenerazione Modena non parte da zero ma deve fare molto di più rispetto al passato e, per questo, è necessario individuare per ogni singola situazione qual è lo strumento più consono”. Vandelli ha infine evidenziato la volontà di andare nelle scuole e nelle università per coinvolgere docenti e studenti nel percorso di partecipazione verso il Psc”.
LA MODENA DEL FUTURO SECONDO I PRIMI INDIRIZZI
Le linee del prossimo strumento urbanistico illustrate a luglio in Consiglio comunale dal sindaco Muzzarelli e dell’assessora Vandelli
La rigenerazione urbana, il muoversi sul territorio, la città attiva e attrattiva, l’abitare tutti. Sono le direzioni verso cui si muoverà il futuro Psc illustrate in Consiglio comunale lo scorso 27 luglio dal sindaco Gian Carlo Muzzarelli e dall’assessora all’Urbanistica Anna Maria Vandelli nel corso della comunicazione sulle linee di indirizzo della definizione del Piano strutturale comunale (Psc) e su cui si è sviluppato il dibattito in Aula nella seduta di giovedì 15 ottobre.
Un Psc che ha un orizzonte chiaro, la sostenibilità, e l’obiettivo del rinnovo dell’esistente, senza espansioni, consumo di territorio o incremento clamoroso della popolazione, ma con uno sviluppo nei limiti delle trasformazioni urbanistiche già previste dall’attuale Piano regolatore, che ha ancora una potenzialità di 4.878 alloggi in territorio urbano e 549 in territorio agricolo. Le sfide principali che dovrà affrontare sono la sostenibilità energetica, l’accessibilità e sicurezza del patrimonio esistente, la mobilità cittadina, la residenza e le aree produttive, il paesaggio urbano ed extraurbano. E tra gli snodi cruciali compaiono la rigenerazione della Diagonale ferroviaria dismessa alla Madonnina, il Piano Caserme, le ex Fonderie, l’ex Amcm, le aree delle stazioni ferroviarie e lo Scalo merci.
Il Piano guarderà all’Europa per lo sviluppo economico e le politiche ambientali, dal tema delle acque alla progettazione della forestazione urbana. Punterà a incrementare le opportunità per ricerca, formazione e servi annessi in città, con forte attenzione ai mutamenti avvenuti nel settore della produzione e della commercializzazione dei prodotti, dando rilievo alla logistica e alle infrastrutture connesse, quali lo scalo e il polo della logistica. Mirerà a valorizzare le eccellenze del territorio riconosciute, come il manifatturiero, e i potenziali ancora poco valorizzati, come il patrimonio culturale.
Il nuovo Piano dovrà definire con chiarezza i limiti della città compatta, finalizzare le trasformazioni del suolo disponibile a politiche di densificazione del costruito e alla rigenerazione, al riuso e alla riqualificazione della città esistente, attivando modalità perequative efficaci e innovative, e dovrà sviluppare le politiche di gestione del patrimonio di aree pubbliche. La rigenerazione diffusa dovrà essere promossa anche attraverso forme di incentivo innovative (crediti edilizi, fiscalità eccetera), con nuova attenzione alla qualità degli interventi e alla capacità di progetto (attraverso concorsi), e andrà sviluppato un sistema di regole in grado di dare immediata risposta alle richieste di flessibilità che le trasformazioni richiedono.
Obiettivo del futuro Piano sarà anche ridiscutere il modello di mobilità urbana, oggi fortemente spostato sull’uso del mezzo privato, migliorando la rete infrastrutturale, puntando su occasioni di sviluppo di una diversa mobilità (come nel caso della Diagonale ferroviaria), ma anche verificando effettive strategie sul sistema delle ferrovie minori, sul trasporto pubblico, e potenziando la mobilità ciclopedonale. Per essere una città attiva e attrattiva, Modena dovrà saper promuovere, accogliere e gestire le opportunità di trasformazione, focalizzando sui contenuti e semplificando le procedure. Per questo nel Psc dovrà essere esplicitato il ventaglio delle possibili trasformazioni e quanto invece non può essere ammesso, limitando l’incertezza e stabilendo un quadro di riferimento chiaro, certo e condiviso. Il Piano, infine, dovrà dare risposte efficienti alle diverse richieste abitative, offrendo politiche e strumenti innovativi a partire dall’analisi delle diverse esigenze e attraverso l’esplorazione delle possibili soluzioni.
Il percorso di definizione del nuovo Psc si concluderà nell’arco di circa tre anni e sarà un percorso condiviso, con la creazione di un Tavolo permanente con associazioni, ordini e collegi. Sono previsti anche sondaggi, seminari formativi, convegni e diverse iniziative di partecipazione. L’iter, dettato dalla normativa regionale, prevede l’avvio con il documento preliminare di Piano che verrà elaborato dalla Giunta, la convocazione della Conferenza di pianificazione per arrivare all’Accordo e quindi all’adozione in Consiglio comunale e, in seguito al periodo di osservazioni, all’approvazione definitiva. Insieme al nuovo Psc sarà inoltre scritto il nuovo Regolamento urbanistico edilizio (Rue) che dovrà puntare alla semplificazione, alla trasparenza e alla certezza del diritto.