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Presentato il masterplan di Campus 1088, nuovo insediamento universitario nell’area ex Staveco

1Campus1088E’ stato presentato questa mattina dal Sindaco Virginio Merola e dal Rettore dell’Università di Bologna Ivano Dionigi il masterplan di Campus 1088, il nuovo polo universitario dell’Alma Mater Studiorum nell’area ex Staveco.

Il documento – che mette a frutto la sperimentazione del “Laborario Staveco” e che è stato elaborato congiuntamente da architetti e ingegneri del settore Edilizia e dai docenti architetti e ingegneri dell’Ateneo – traccia le linee di sviluppo programmatiche e le strategie di indirizzo per questa area di proprietà dello Stato oggetto di un Programma Unitario di Valorizzazione (PUV) che il Comune ha inserito prima nel Piano Strutturale Comunale e poi nel Piano Operativo Comunale (POC) di Rigenerazione di patrimoni pubblici, approvato dal Consiglio comunale il 21 settembre scorso: il nuovo strumento urbanistico che il Comune si è dato per governare le trasformazioni delle aree dismesse innescando e sostenendo processi di rigenerazione urbana.

La presentazione del masterplan è un’altra importante tappa del cronoprogramma definito all’atto della firma del primo accordo per il recupero e la valorizzazione dell’area Staveco tra l’Alma Mater e il Comune di Bologna il 5 marzo 2014.

L’insediamento universitario – compreso tra viale Panzacchi e la collina verso San Michele in Bosco – sorgerà su un’area di circa 95.000 m2 di cui 47.000 m2 edificabili e 43.000 m2 destinati a verde. Dato rilevante, la priorità studentesca: dei 47.000 m2 edificabili oltre 20.500 m2 sono destinati agli studenti italiani e internazionali (aule, biblioteche, sale studio, spazi espositivi, spazi sportivi), oltre 19.000 m2  ai Dipartimenti, circa 7.000 m2 ai pubblici esercizi e al commercio di vicinato (bar, mensa, negozi, palestra).

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Il masterplan di Campus 1088 non ha la natura del piano attuativo, ma definisce le linee guida propedeutiche ai progetti specifici successivi da un triplice punto di vista: architettonico, sociale, accademico.

Architettonico: si recuperano le fabbriche storiche come esempio di valorizzazione dell’archeologia industriale e si configura l’area come perfetta e prodigiosa cerniera tra collina e centro storico. Sociale: perché si crea una interazione tra l’immensa area verde della collina e i numerosi e variegati plessi, e si mettono in dialogo città e università grazie anche a specifici spazi di incontro, quali la basilica e il faculty club. Accademico: perché si caratterizza il Campus con un triplice Polo scientifico e didattico delle Arti, dell’Information Technology, dell’Economia Management e Statistica.

“Il pieno consenso dei colleghi coinvolti in incontri pleanari di Dipartimento fin dall’estate 2014 – commenta il Rettore Ivano Dionigi – il recepimento delle istanze avanzate dai Direttori di Dipartimento relativamente a spazi per ricerca, didattica e servizi; e più recentemente la destinazione dell’area all’Ateneo nel Piano Operativo Comunale (POC) sono fatti – di questi ultimi dodici mesi – evidenti e confortanti. Il lavoro istituzionale, politico e progettuale sino ad ora svolto conferma l’esemplare intesa tra Comune e Università; la realizzazione del Campus 1088 rappresenterebbe per entrambe le Istituzioni una sfida e una partita di rilevanza non solo locale ma nazionale e internazionale. Partita decisiva per il futuro e anche per il prestigio di entrambi: Città e Università, Palazzo D’Accursio e Palazzo Poggi, Torri e Toghe”.

Dopo aver ottenuto parere favorevole da parte della Soprintendenza archeologica ad agosto 2015, il gruppo di lavoro ha preso in carico l’area ex Staveco in maniera temporanea fino al 23 settembre per poter svolgere i primi sondaggi geognostici e prove penetrometriche in profondità, funzionali alla corretta caratterizzazione del sottosuolo e delle acque sotterranee. I risultati di queste indagini sono stati trasmessi al Comune e sono a corredo della scheda di comparto del POC. Infine, le indagini ambientali hanno permesso anche un primo approccio da un punto di vista archeologico dell’area: la relazione che è stata redatta rappresenta la prima fase della procedura di verifica preventiva dell’interesse storico-archeologico di questa area.

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