L’Assemblea legislativa regionale ha approvato a larga maggioranza (astenuti Fi-Fdi) la delibera di Giunta che contiene gli indirizzi di programmazione per il 2015 degli interventi per la qualificazione e il consolidamento del sistema integrato dei servizi per i bambini in età 0-3 anni (L.r.1/2000). Sempre in tema servizi per i più piccoli, l’Aula ha anche approvato una seconda delibera che definisce gli indirizzi 2015 per gli interventi di qualificazione e miglioramento delle scuole per dell’infanzia (favorevoli Pd, Sel, astenuti Ln, M5s, Fi, Fdi). In entrambi i casi, le due delibere prorogano gli indirizzi di programmazione in vigore, limitandosi all’anno 2015 in attesa della conclusione del processo di riordino istituzionale, e in particolare della sorte delle Province. Vengono quindi confermati i criteri e i destinatari dei finanziamenti regionali previsti dalla programmazione triennale 2012-2014, garantendo la continuità nell’erogazione dei finanziamenti.
L’Assemblea ha anche approvato, sempre a maggioranza (astenuti Fi e Fdi), anche una risoluzione bipartisan sottoscritta da Fabio Rainieri (primo firmatario) e Matteo Rancan della Lega nord e da Francesca Marchetti, Stefano Caliandro, Giorgio Pruccoli, Lia Montalti, Marcella Zappaterra, Manuela Rontini del Pd, che chiede alla Giunta di avviare un percorso istituzionale per l’aggiornamento della “Direttiva in materia di requisiti strutturali ed organizzativi per la prima infanzia e relative norme procedurali. Disciplina dei servizi ricreativi e delle iniziative di conciliazione”. Tale ampliamento dovrebbe consentire ai Comuni “di rispondere alle domande differenziate che provengono dalle famiglie, diversificando l’offerta di questi servizi sul territorio senza aggravio di costi, o comunque con un aggravio minimo e sostenibile se non addirittura potendoli ridurre”, rendendo “il sistema integrato dei servizi per l’infanzia più accessibile”. Nel testo approvato, integrato con un emendamento a firma di Giulia Gibertoni (M5s) – approvato all’unanimità –, si chiedono quindi “maggiori margini di manovra per i Comuni consentendo sia una maggiore flessibilità dei vincoli e dei requisiti organizzativi e strutturali per l’incremento della ricettività delle strutture pubbliche e convenzionate, dei servizi domiciliari organizzati in piccoli gruppi educativi e dei nidi aziendali e interaziendali, sia una maggiore agevolazione nell’introdurre servizi sperimentali, valutando di promuovere a questo fine anche esperienze come quelle della Tagesmutter e nuove soluzioni nei tempi e nei calendari di apertura dei servizi e anche quelle che prevedono una maggiore partecipazione attiva delle famiglie nel sistema integrato senza fine di lucro”.
Francesca Marchetti (Pd), tra i firmatari della risoluzione, ha sottolineato l’importanza del sistemo educativo per l’infanzia di cui si è storicamente dotata la Regione Emilia-Romagna, “un elemento di evoluzione sociale e un’opportunità di crescita per i nostri bambini, ma anche– ha detto- un volano dell’economia perché consente la conciliazione degli impegni di casa e di lavoro”. Quanto chiesto nella risoluzione va quindi “considerato nell’ottica di inserire la riorganizzazione dei servizi nel riassetto della nuova legislazione anche valutando nuove esperienze, e tra queste rientrano, ad esempio, anche le Tagesmutter”.
I servizi educativi attivi in Emilia-Romagna sono 1.206, di cui 1.009 nidi d’infanzia; la rete dei servizi è per il 59,8% a titolarità pubblica e il 40,2% a titolarità privata. L’offerta educativa per i bambini in età 0-3 anni raggiunge il 34,6% del totale. In questo ambito, lavorano circa 7.100 educatrici/educatori e 460 coordinatori pedagogici. Il numero dei bambini e quello degli operatori sono i criteri alla base della ripartizione degli oltre 7 milioni di euro a bilancio. Quanto alle scuole per l’infanzia, il criterio di riparto attiene al numero delle sezioni gestite, e la cifra disponibile è di circa 4,1 milioni di euro.