Inaugura mercoledì 10 giugno alle 18.00 al Museo Davia Bargellini in Strada Maggiore 44, la mostra “Il buongusto celato. Biancheria intima ricamata tra ‘800 e ‘900”. Dopo il successo ottenuto negli anni scorsi, ritorna al Museo l’appuntamento dedicato ai preziosi materiali della sezione tessile con questa nuova mostra promossa dall’Istituzione Bologna Musei/ Area Arte Antica e focalizzata sull’evoluzione della biancheria intima durante i 50 anni che rivoluzionarono la moda femminile: dall’ultimo quarto del XIX agli anni trenta del XX secolo. La mostra, attraverso l’esposizione di oltre 60 pezzi provenienti da donazioni private, si propone di portare all’attenzione del pubblico l’eleganza dell’abbigliamento intimo femminile, che veniva realizzato da importanti sartorie proprio come gli abiti. Le più famose avevano sede a Parigi o nelle grandi città italiane – come Torino, Napoli e Milano – e, grazie alla diffusione di ricercati cataloghi ricchi di immagini, vendevano i loro manufatti in tutta Europa. La dimensione ed i volumi della biancheria intima femminile erano ideati per adattarsi agli abiti che vi venivano indossati sopra, caratterizzati alla fine del XIX secolo da una silhouette innaturale e dall’inizio del XX secolo da una linea sempre più essenziale e scivolata. L’esposizione – che resterà è suddivisa in tre sezioni, in cui i capi sono raggruppati in base all’utilizzo che ne veniva fatto: la biancheria da giorno, da déshabillé, da notte. Numerose erano le tipologie di indumenti necessari per coprire la nudità del corpo (camicia, busto, copribusto, mutandoni, sottoveste, calze, canotte), per vestirsi nelle ore mattutine trascorse in casa (camicia matinee, abito déshabillé o vestaglia, sottogonna), per prepararsi ad affrontare la notte (camicia da notte, vestaglia, liseuse, cuffia da notte). Tra questi pezzi vi sono lussuosi capi provenienti dal ricchissimo corredo di una nobildonna napoletana, realizzato nel 1879 e giunto al Museo Davia Bargellini grazie ad una donazione da parte degli eredi. Per ogni tipologia di indumenti si possono ammirare le curiose fogge e la complessa tecnica sartoriale utilizzata per rendere il capo comodo e ad un tempo modellato secondo i dettami della moda del tempo; in ogni pezzo non si può fare a meno di apprezzare la ricchezza dei dettagli, che rendeva unici anche gli indumenti di servizio. Chiude la mostra una quarta sezione, in cui sono esposti rari cataloghi di vendita e riviste dell’epoca, con illustrazioni e articoli dedicati alla biancheria intima, ed una selezione di fazzoletti ricamati, che, per la maestria dei ricami che li ornano, sono ancora oggi al centro dell’attenzione dei collezionisti più raffinati. Elementi comuni alla grande varietà di capi di biancheria sono i preziosi ornamenti aggiunti alle impalpabili sete o alle finissime tele di lino e cotone: pizzi e merletti, ricami e sfilature, nastri e passamanerie. Per lo più realizzati a mano con straordinaria maestria, talvolta confezionati con le modernissime macchine che avevano rivoluzionato la produzione del settore, comunque elementi indispensabili per completare qualsiasi capo elegante, le guarnizioni presenti nella biancheria esposta costituiscono un campionario eccezionale di questo ambito manifatturiero e dell’evoluzione del suo stile a cavallo tra i due secoli.
Info: museiarteantica@comune.bologna.it www.museibologna.it/arteantica