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I Carabinieri di Reggio Emilia celebrano il 201° annuale della fondazione dell’Arma

discorso-zitoLa cerimonia per commemorare i 201 anni di vita della Benemerita si è svolta anche a Reggio Emilia all’interno della sede del Comando Provinciale Carabinieri in linea con gli intendimenti governativi emanati nel quadro delle iniziative necessarie al contenimento delle spese. Una breve cerimonia, fortemente sentita, che ha visto la partecipazione di rappresentanze di militari in forza ai vari Reparti della Provincia e di  personale dell’Arma in congedo.

Dopo la lettura del messaggio del Presidente della Repubblica e dell’Ordine del Giorno del Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri ha preso la parola il Comandante Provinciale, Colonnello Paolo Zito, che ha delineato, in modo sintetico, il ruolo dell’Arma dei Carabinieri nel panorama della sicurezza della provincia indicando le linee d’intervento prioritarie. Il primo accento è stato posto sul crimine organizzato, sulle delicate attività investigative ancora in corso e sul  determinante lavoro di raccolta e analisi di elementi informativi elaborati anche dai Carabinieri Reggiani a sostegno dei decreti interdittivi emessi dal Prefetto di Reggio Emilia nell’ambito dell’azione di contrasto dell’infiltrazione mafiosa; provvedimenti che hanno portato all’estromissione di ditte dall’aggiudicazione di appalti o dall’erogazione di contributi.

Le attività promosse d’iniziativa dall’Arma dei Carabinieri da quando nel 2012 si è insediato al comando Provinciale dei Carabinieri il Colonnello Paolo ZITO hanno visto dapprima i militari impegnati nell’aggressione dei patrimoni colpendo quindi il  cuore economico della cosca GRANDE ARACRI per poi svilupparsi attraverso una mirata azione repressiva nei confronti della promanazione emiliana della ‘ndrangheta cutrese attraverso l’evoluzione, maturazione della iniziativa investigativa che ha portato alle importanti operazioni ZARINA e OCTOPUS fino  all’apice raggiunto nell’indagine AEMILIA, dove sono confluite le indagini BARRACUDA e IDRA dei carabinieri reggiani, che ha permesso di ricostruire il quadro completo del radicamento della cosca Grande Aracri al Nord.

“L’anno che ci siamo lasciati alle spalle – ha sottolineato il Colonnello Zito – ha visto i Carabinieri dell’Arma reggiana ed il Centro Operativo della D.I.A. aggredire i patrimoni dei fratelli SARCONE, imprenditori edili calabresi da decenni residenti nel reggiano considerati contigui alla cosca GRANDE ARACRI attiva in estorsioni ed usura ai danni di imprenditori che operano in vari settori dell’economia reggiana. Un sequestro di beni del valore di 5.000.000 di euro che segue l’analogo provvedimento del novembre 2013 con il sequestro di beni per oltre 3.000.000 di euro operato nei confronti di GRANDE ARACRI Francesco, primo sequestro patrimoniale di beni operato a Reggio e provincia. Tra i sequestri a GRANDE ARACRI del novembre 2013 e quelli ai SARCONE del settembre 2014, c’e’ stata l’operazione ZARINA concernente l’esecuzione di 13 provvedimenti restrittivi di natura cautelare ritenute affiliate alle cosche ARENA e NICOSCIA di Isola Capo Rizzuto. Il 2015 è proseguito sulla stessa lunghezza d’onda con l’operazione AEMILIA ma anche con le prime cinque condanne di altrettanti indagati dell’operazione Zarina. L’operazione AEMILIA ha sicuramente segnato una svolta per la città di Reggio Emilia e provincia. Dopo una prima fase di sconcerto la comunità reggiana ha saputo reagire. Noi abbiamo fatto la nostra parte e continueremo la nostra azione. Certo, per contrastare efficacemente il crimine organizzato è necessario un impegno corale da parte di tutti. In primis la politica e gli enti locali che devono esprimere azioni per aumentare i controlli e diffondere la cultura della legalità, mostrandosi come esempio ai cittadini. Poi i cittadini stessi, e i giovani in particolare, devono segnalare tutte le forme di illegalità che rilevano assumendo un ruolo attivo ed esercitando un vero e proprio controllo sociale. Il rischio – ha continuato il Colonnello Zito – è che si possa pensare che dopo questa operazione non ci sia più nulla da fare o da scoprire e che sia stato definitivamente estirpato il male. Questo è l’errore più grave che forse può far comodo anche a qualche reggiano che potrebbe  proporsi per offrire  nuove sponde alla criminalità organizzata. I settori di interesse li conosciamo: edilizia, lavori pubblici, il settore alimentare, dove si annidano le agromafie”.

Zito ha poi evidenziato come la percezione della sicurezza dei cittadini reggiani resti tuttavia più gravemente influenzata dalla criminalità predatoria sottolineando gli sforzi messi in campo quotidianamente dalle Stazioni dell’Arma con il coinvolgimento di risorse investigative più qualificate per fronteggiare i delitti più gravi.

Tra questi, un cenno particolare è stato riservato ai numerosi interventi effettuati dai Carabinieri a seguito di liti e disagi familiari di varia natura sono che vedono, purtroppo, come vittime, un numero di donne sempre maggiore.

A tal proposito è stato evidenziato come tutti i presidi dell’Arma siano stati opportunamente sensibilizzati ad una attenta prevenzione, in modo da decifrare con tempestività la valenza dei dissidi familiari e delle deteriorate relazioni, affettive o di vicinato, per scongiurare più gravi conseguenze.

Il Colonnello Zito ha chiuso il suo intervento ringraziando tutti i carabinieri della Provincia per l’impegno complessivo espresso nell’ultimo anno, così tradotto in poche cifre: 421 persone tratte in arresto, 4.100 persone segnalate all’Autorità Giudiziaria quali autori di reati, 25.678 servizi preventivi, 4.364 servizi di pattuglie a piedi.

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