Il trascorso mese di maggio 2015 è risultato – secondo l’analisi condotta dall’Osservatorio Geofisico del Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” – DIEF di Unimore – un mese tutto sommato “caldo e tranquillo”, piuttosto caldo rispetto alla media climatica di 18.7°C del trentennio 1981-2010, con una temperatura media di 20.0°C registrati presso la sede storica dell’Osservatorio posta sul torrione orientale del Palazzo Ducale di Modena, anche se “in linea – fa notare il meteorologo Luca Lombroso – con quelli dei primi 15 anni del XXI secolo”.
Un mese “normale” solo in apparenza però, basti pensare che maggio 2015 si colloca per quanto riguarda la città di Modena come 10° più caldo dal 1860 a oggi e la primavera meteorologa (trimestre marzo-aprile-maggio) appena conclusa con 15.4°C risulta la 9° più calda dall’inizio delle osservazioni a Modena.
Gli estremi del mese vanno dai 12.6°C della temperatura minima del giorno 28 ai 28.7°C di massima del giorno 14, in entrambi i casi lontani dai record storici. “Da notare comunque – continua Luca Lombroso – che il mese, benché caratteristica non inusuale, ha visto grandi sbalzi specie nelle temperature diurne che, dopo un lungo anticipo quasi estivo nella II decade del mese, il giorno 22 sono diminuite al punto di non superare con la temperatura massima i 16.1°C”.
Maggio, tuttavia, è un mese che storicamente è stato soggetto a notevoli sbalzi, basti pensare che nel 1861, il giorno 10, addirittura nevicò e non si trattò semplicemente di qualche fiocco, bensì caddero ben 10 cm, mentre per contro nel 2009 si toccarono addirittura i 34°C.
Le piogge sempre a Modena città sono risultate sostanzialmente nella media, 60 mm (56.9 mm la media mensile di maggio nel periodo 1981-2010) di cui 18 mm caduti nel giorno più piovoso del mese, il 26.
Il mese di maggio a Modena città ha visto splendere il sole per complessive 205.4 ore pari al 45% del soleggiamento astronomico teoricamente disponibile, con 615.5 MJ/m2 di “radiazione solare”, ovvero energia irradiata dal sole. Il vento ha toccato la sua raffica più intensa di 50 km/h il giorno 15.
Presso il Campus DIEF, nella periferia modenese, la temperatura media è stata un po’ più bassa, come tipico della microclimatologia locale e urbana, con 19°C; il giorno più freddo ha visto il termometro scendere a 7.8°C come temperatura minima il 1° maggio, e salire fino a 30.2°C con la massima del giorno 11. Complessivamente il pluviometro ha raccolto 65.4 mm di pioggia.
A Reggio Emilia nella periferia, dove si trova il Campus universitario San Lazzaro, si sono riscontrati valori termici abbastanza simili, con una temperatura media mensile di 19.1°C, temperatura minima più bassa 8.8°C il giorno 21 e 31.2°C nella massima più alta, il giorno 11, ma precipitazioni inferiori, pari ad appena 36.5 mm nel mese.
Previsione. E dopo gli anticipi estivi del mese di maggio, ora l’estate parte di nuovo in modo più massiccio, a seguito dell’espansione prematura dell’anticiclone delle Azzorre, che poi isolerà un suo massimo sull’Europa centrale. “Il prematuro arrivo dell’anticiclone classico dell’estate – rileva l’esperto dell’Osservatorio Geofisico di Modena Luca Lombroso – farà sì che le temperature aumenteranno a valori parzialmente anomali per la prima parte del mese di giugno, fino a 30-33°C a seconda delle zone del nostro territorio. Molti pensano, forse indotti dal ripetersi di ondate di caldo degli ultimi anni, che questo sia normale per il periodo, tuttavia la climatologia, anche riferita al periodo 1981-2010, indica in 25-26°C le temperature medie della I decade di giugno, quindi ci collocheremo di circa 5-6°C sopra la norma”.
Per ora quest’ondata di caldo non sarà rovente o insopportabile, tra l’altro tecnicamente il caldo non avrà origine africana ma sarà proveniente dalla fascia subtropicale atlantica, e però già potranno avvertirsi i primi disagi nelle ore più calde e soleggiate e per le categorie di persone più sensibili, anche se – per fortuna – le notti rimarranno, città esclusa, sotto alla soglia di “notte tropicale” (Tmin maggiore di 20°C).
“L’ondata di caldo – conclude la sua analisi Luca Lombroso – dovrebbe durare tutto il fine settimana e probabilmente attenuarsi verso metà della settimana seguente. Poi, qualche modello accenna a una più massiccia ondata di caldo, ma è solo una tendenza perché da un punto di vista previsionale non si può andare oltre i 6/8 giorni. Tuttavia, è doveroso ricordare, per attrezzarsi adeguatamente, che le ondate di caldo sono, ritengo, il maggior problema conseguente i cambiamenti climatici delle estati non solo per il futuro, ma già oggi”.