L’Amministrazione comunale ha messo a punto il Piano strategico di valorizzazione e promozione dell’orticoltura e agricoltura urbana e periurbana di Reggio Emilia.
Il progetto agisce su diversi fronti:
– sul piano della coesione sociale, con la promozione di nuove forme di relazione tra le persone e di integrazione multiculturale attraverso la cura del verde cittadino e la pratica orticola ed agricola in aree in abbandono;
– nell’ambito dell’inclusione, aprendo, con un nuovo Regolamento per le assegnazioni gratuite dei lotti, il ‘sistema orti urbani’ a nuove fasce di popolazione: oltre alle persone ultra 65enni anche persone più giovani, famiglie con difficoltà di reddito (valutazione in base all’Isee), persone con disabilità, scuole, associazioni;
– sul piano dell’innovazione e della sostenibilità, con l’introduzione di metodi di coltivazione orticola non usuali negli Orti sociali di Reggio Emilia come la Permacoltura (progettare e gestire paesaggi antropizzati in modo tale da soddisfare bisogni della popolazione (quale ad esempio il cibo) e al contempo presentino resilienza, ricchezza e stabilità di ecosistemi naturali) e gli Orti sinergici (tecnica che consente alle piante di ‘creare suolo’ fertile in maniera naturale attraverso i residui chimico-organici);
– sulla qualità urbana diffusa, ovvero sul verde pubblico e privato, al fine di rigenerare e rivalorizzare aree ad oggi dismesse o inutilizzate, che possono divenire appunto siti di orticoltura urbana.
Partendo dalle esperienze già in corso degli Orti sociali a Reggio Emilia e cogliendo le sollecitazioni della comunità, il Piano strategico “fornisce dunque una serie coordinata ed integrata di azioni progettuali – si legge nel documento – con l’obiettivo di promuovere una reale economia della resilienza, in cui il sistema urbano non si limiti ad adeguarsi ai cambiamenti, ma sia in grado di dare risposte sociali, economiche e ambientali che permettano di affrontare al meglio i cambiamenti in corso”.
Il Piano è stato illustrato alla stampa dall’assessore a Partecipazione, Cura dei quartieri e Agenda digitale Valeria Montanari, dalla dirigente del Servizio Ambiente del Comune Laura Montanari e da Domenico Ronga, ricercatore dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, che ha presentato il convegno Urban Farming: territorio cittadino e agricolo insieme per le sfide del pianeta, parte del programma ExpoMore promosso dall’ateneo in occasione di Expo 2015.
“Vogliamo offrire, con questo Piano e con il nuovo Regolamento, una risposta alle numerose richieste di cittadine e cittadini di sviluppo dell’orticoltura urbana – ha detto l’assessore Valeria Montanari – Le famiglie, le persone, ma anche le scuole e i gruppi sociali manifestano nuove esigenze, legate al voler dare risposte alla crisi, a nuovi bisogni di socialità, a nuovi modi di intendere e condividere le risorse disponibili, a cominciare da quelle alimentari, e l’ambiente urbano. Da qui, il nuovo progetto, che ha forti contenuti sociali, nato dall’ascolto e dall’elaborazione tecnica che hanno svolto in sinergia, in questi mesi, gli Architetti di quartiere e il Servizio Ambiente, e il nuovo Regolamento, che dovrà essere presentato e discusso in Commissione consiliare e votato dal Consiglio comunale. Sul tema coinvolgeremo anche la Consulta del Verde e le associazioni.
“Il principio guida – ha aggiunto l’assessore Montanari – è che gli Orti urbani siano ‘orti per tutti’, cioè aperti a fasce sociali e a persone sulla base di quanto prevede il Regolamento per il rilascio delle concessioni sulla base di graduatorie periodiche. Le concessioni, gratuite, avranno dunque una equa rotazione. Con la nuova codificazione degli accessi, vengono incluse le persone con disabilità, le famiglie in difficoltà, le scuole e associazioni, senza escludere certamente le persone anziane che oggi, di fatto, sono però rimaste le sole a condurre esperienze di orticoltura urbana. Sarà possibile anche una piccola attività di sharing, di scambio no profit e condivisione dei prodotti che i coltivatori realizzeranno, anche con l’aiuto di ambienti web”.
A sostegno del Piano è previsto anche il reperimento di risorse e fra le modalità vi è la partecipazione a un bando europeo.
La dirigente del Servizio Ambiente, Laura Montanari, ha sottolineato la “positività degli ambienti degli orti urbani, in grado di infondere un senso di pace e benessere che già di per sé costituisce un lavorare aggiunto molto prezioso e un motivo di attrazione per la comunità”. Ed ha evidenziato l’attenzione che nel Regolamento avranno “le fasce più deboli della popolazione, in base al reddito, la diversivi degli utenti, la massima apertura possibile alle associazioni e l’educazione ambientale, il non impiego di sostanze come i pesticidi nelle attività di coltivazione e l’esclusione della commercializzazione dei prodotti”.
“Il progetto sugli Orti urbani – ha concluso la dirigente – integra e arricchisce il sistema ambientale e paesaggistico di Reggio Emilia, costituito dall’ampia Cintura verde, dotata di un’estesa rete di ciclopedonali, dai 170 parchi pubblici presenti nei quartieri e nelle Ville”. La rete degli Orti, che attualmente si concretizzano in circa 300 appezzamenti in quattro aree e coinvolgono circa mille coltivatori, è previsto si sviluppi in altri siti, ad esempio al Parco Ottavi e al Buco del signore.
Il dottor Ronga ha citato, fra gli aspetti più importanti del progetto Orti: l’utilità di “far vedere”, ai bambini e ai più giovani soprattutto che hanno contatti quasi esclusivamente con i prodotti pronti per la commercializzazione, “dove e come nasce e da dove viene il cibo che consumiamo”; il “recupero di tradizioni agricole e di valori sociali, la riqualificazione di aree urbane, il valore dell’auto-produzione di cibi freschi e scelti, cioè quelli realmente voluti dal consumatore” e l’apertura degli Orti a persone in difficoltà. “Si prevede – ha concluso Ronga – che la popolazione mondiale nel 2050 sarà raddoppiata. Ciò significa che servirà un notevole aumento delle potenzialità produttive di cibo con pianificazioni macro che sono al centro della ricerca scientifica. Ma riteniamo che anche interventi ‘micro’, come le esperienze dell’orticoltura e dell’agricoltura urbana possano da una parte incidere positivamente sulla mentalità e gli usi delle persone, oltre ad essere opportunità di creare risposte alla sussistenza nelle famiglie e nelle comunità”.
PIANO STRATEGICO E IL REGOLAMENTO DELL’ORTICOLTURA URBANA IN DETTAGLIO
I VANTAGGI DELL’AGRICOLTURA URBANA – Le esperienze di agricoltura urbana già presenti anche sul territorio di Reggio Emilia hanno evidenziato, a oggi, una serie importante di vantaggi ecologici e ambientali, a cominciare dalla possibilità di contrastare in modo significativo lo spreco energetico e di territorio, e il degrado urbano, vista la possibilità di realizzare orti urbani in spazi dismessi all’interno del tessuto urbano o ai confini delle città. Oltre ad un uso più efficiente degli spazi e a una maggiore cura dei luoghi e ricostruzione del legame cittadini-territorio, l’agricoltura urbana permette di lavorare a livello di coesione sociale e integrazione multiculturale, creando le condizioni ideali allo scambio e la condivisione in cui vengono messe in in comune conoscenze e forza lavoro. Non secondarie possono essere anche le ricadute economiche per il sostentamento alimentare delle persone.
LE MISURE PREVISTE DAL PIANO – Il documento strategico rimarca la volontà di dare vita ad una “rete comunale di orticoltura urbana”, che costituisce un valore aggiunto in termini di coesione sociale, mettendo a sistema le diverse esperienze in atto sul territorio comunale e promuovendo lo scambio di buone pratiche. L’obiettivo è costruire una logica di networking di sistema, che si sostanzia in un coordinamento multilivello tra istituzioni pubbliche, associazioni attive sul territorio, operatori economici, cittadini, che permetterà di acquisire un plusvalore su scala più estesa.
Nel Piano si tiene conto del fatto che negli ultimi anni è stata registrata a Reggio Emilia una crescente domanda sociale di spazio agricolo, colta di recente anche con la proposta di cancellare dal Piano strutturale comunale (Psc) vaste aree già classificate come edificabili e di riclassificarle ad uso agricolo. Il piano strategico fornisce dunque una risposta a questa richiesta e dà seguito alle esperienze positive già attive sul territorio. Va in questa direzione la volontà di incentivare la riconversione di aree destinate all’urbanizzazione in aree per l’attività agricola, e la realizzazione di nuovi orti urbani, nonché l’incentivazione alla pratica ortiva da parte di privati, su balconi e terrazzi o aree condominiali, e la realizzazione dei cosiddetti tetti verdi.
IL NUOVO REGOLAMENTO DEGLI ORTI URBANI – Tra le misure per valorizzare le esperienze già in atto vi è l’elaborazione di un nuovo Regolamento degli orti urbani, che coinvolge attivamente fasce di popolazione e di utenti sino ad oggi escluse dall’assegnazione degli orti urbani, ampliandone la valenza in termini di integrazione sociale, multidisciplinarietà e capacità didattica e formativa. Se fino ad oggi, gli orti sociali erano destinati in modo prioritario o esclusivo ad anziani e pensionati, con il nuovo regolamento la possibilità di assegnazione viene estesa anche a famiglie, associazioni e scuole, accogliendo le numerose richieste di affidamento pervenute a seguito del mutato quadro culturale e socio-economico. Tra i criteri vincolanti per l’assegnazione degli orti, la residenza nel comune di Reggio Emilia e, nel caso di anziani e famiglie, il non essere possessori di altri “appezzamenti di terreno coltivabile” nel territorio comunale o essere imprenditori agricoli titolari di partita Iva.
AGRICOLTURA URBANA: IL CONVEGNO – L’agricoltura urbana e le diverse esperienze di orticoltura in città sono al centro del convegno “Urban Farming: territorio cittadino ed agricolo insieme per le sfide del pianeta” promosso dall’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, venerdì 29 maggio. L’iniziativa, organizzata dal professor Nicola Pecchioni, docente del Dipartimento di Scienze della Vita presso Unimore – Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, nell’ambito delle iniziative promosse dal comitato ExpoMore, propone alcune riflessioni sullo sviluppo delle pratiche dello urban farming e un percorso in bicicletta alla scoperta degli esperienze di orticultura urbana in atto a Reggio Emilia.
Il convegno si svolge agli Orti Spallanzani (via Toscanini 20) a partire dalle 9.30 e sarà aperto dall’intervento di Riccardo Ferretti, prorettore dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, su “L’impegno di Unimore per Expo2015”. A seguire, l’intervento di Valeria Montanari, assessore comunale ad Agenda digitale, partecipazione e cura dei quartieri, su “Orti a Reggio Emilia: socialità ed innovazione, resilienza”. A seguire il contributo del professore Nicola Pecchioni “Urban Farming: un futuro roseo per gli orti urbani?” e della dottoressa Cecilia Lirici, paesaggista dell’Associazione italiana di architettura del paesaggio (Aiapp) “Urban Farming e paesaggio urbano: alcuni casi di studio”, per mostrare al pubblico una carrellata delle possibilità offerte dall’Urban Farming nel mondo ed in Italia, e il punto d’incontro tra orticoltura urbana e paesaggio urbano, con le visioni di paesaggio urbano per il prossimo futuro. Conclude la mattinata l’architetto Elisa Ferretti, del Comune di Reggio Emilia, illustrando le “Prospettive e lo sviluppo per gli orti sociali a Reggio Emilia”.
Seguirà una visita in bicicletta lungo un percorso dagli Orti Spallanzani alla scoperta di altri orti cittadini, aziende agricole urbane, fattorie di animazione ambientale.
GLI ORTI SOCIALI PRESENTI A REGGIO EMILIA
La crescita della domanda sociale di agricoltura degli ultimi anni emerge anche dalla ricchezza delle esperienze di agricoltura urbana in territorio reggiano, alcune di tipo tradizionale sviluppatesi negli anni Ottanta, altre di tipo più innovativo, dovute all’iniziativa della società civile e sviluppate in collaborazione con l’Amministrazione comunale negli ultimi anni.
Le esperienze di tipo tradizionale coincidono con la pratica degli orti urbani, aree pubbliche messe a disposizione dei cittadini per la coltivazioni di particelle individuali condotte a orto. Ad oggi sono presenti quattro aree destinate a tale scopo, di cui due più piccole autogestite (orti di Baragalla e orti del Buco del signore) e altre due di maggiori dimensioni gestite da Centri sociali convenzionati Spallanzani e Montenero. Il totale degli orti sociali è 301 unità.
Negli ultimi anni, poi, sono nate diverse esperienze frutto del rinnovato protagonismo delle comunità urbane, in cui il prendersi cura dei luoghi pubblici e costruire occasioni di condivisione evidenziano il bisogno di superare il concetto di orto come esperienza individuale per inserirlo all’interno di un disegno collettivo.
Tra le esperienze in atto si ricordano:
– “Giardino delle erbe officinali di Gabrina” e “Orto sinergico Brancaleone”, promossi dal 2011 delle associazioni “Gramigna” e “Acque Chiare – Bazzarole” nato grazie ad un contributo comunale, che oggi si regge sulla propria capacità di autogestione e autofinanziamento, con il coinvolgimento di giovani professionisti e grazie ad una rete di associazioni connessa. L’orto è il campo per lo sviluppo di tecniche biodinamiche e sinergiche di coltivazione ed è aperto ad attività educative e di integrazione con scuole e ragazzi diversamente abili
– Fattoria di animazione ambientale del Mauriziano, nata nel 2013 e gestita dall’associazione il Gabbiano in convenzione con il Comune di Reggio Emilia, che coordina le attività di scuole ed altre associazioni per lo sviluppo di aree ad orto con valenza formativa e didattica. In particolare, la Fattoria ospita l’orto dell’associazione Abreer (associazione dei cittadini del Burkina Faso in Emilia Romagna), all’interno di un processo di formazione dei membri dell’associazione sulle tecniche di coltivazione biologica e biodinamica (in collaborazione con Dinamica e cooperativa La Collina), e l’orto della scuola primaria Ariosto, che svolge nella fattoria diverse attività didattiche.
– “Pomario della Reggia di Rivalta”, l’orto e il frutteto realizzati nel 2012 all’interno della Reggia di Rivalta, ricostruendo il disegno del “giardino segreto di Carlotta d’Orleans”, desunto dalla documentazione storica. L’associazione “Insieme per Rivalta”, in collaborazione con il Comune di Reggio Emilia, ha realizzato e gestisce questa esperienza di orticoltura urbana, all’interno della quale vengono svolte diverse attività didattiche con le scuole della zona. L’associazione ha recuperato una cultivar storica di lambrusco (Corbelli), quasi scomparsa (recentemente riconosciuto dalla Provincia di Reggio Emilia come varietà storica meritevole di tutela), che viene oggi coltivata per produrre il “Lambrusco della Duchessa”, che ha ricevuto il diploma di “Terra madre”, il salone delle specificità locali che si svolge all’interno del Salone del gusto di Torino.
– orti scolastici e di case protette: diverse scuole dell’infanzia, scuole primarie e case protette convenzionate hanno sviluppato attività di orticoltura, supportati dagli orticoltori dei Centri sociali e dai volontari del verde del Comune. Questi orti sono il luogo deputato a progetti didattici e formativi;
– esperienze di condivisione promosse da aziende agricole, come l’orto di via Settembrini: l’azienda agricola “Antico caseificio Sant’Antonio” ha messo a disposizione nel 2010 parcelle per permettere a cittadini di coltivare il proprio orto. A partire da questa esperienza, l’azienda è stata in grado di raccogliere attorno all’attività di coltivazione l’affezione dei cittadini-clienti che oggi sostengono l’attività di orticoltura in ambito urbano e supportano le attività ricreative proposte dall’azienda stessa.