Molto spesso ne parliamo, ma poi ci lasciamo prendere dalla smania del consumismo alimentare e sprechiamo quotidianamente il cibo e l’acqua. Quello degli sprechi alimentari è un problema serio e i numeri parlano chiaro: gli sprechi attuali nei 27 paesi dell’Unione europea corrispondono a 89 milioni di tonnellate all’anno (vale a dire 179 kg pro-capite) e la proiezione per il 2020 (se non s’interviene) è pari a 126 milioni di tonnellate, con un aumento del 40% rispetto ai dati attuali. Abbiamo bisogno in Europa di misure urgenti per ridurre entro il 2025 gli sprechi alimentari e per migliorare l’accesso al cibo per i cittadini più vulnerabili. Ce ne ha parlato Tiziano Motti, eurodeputato della settima legislatura e fondatore dell’associazione di iniziativa parlamentare europea “Europa dei Diritti”. Chi spreca di più? In testa le famiglie, con il 42% (il 60% dello spreco è accertato come evitabile), seguono i produttori con il 39%, poi i rivenditori con il 5% ed infine il settore della ristorazione con il 14%. “Serve una presa di coscienza collettiva – afferma Tiziano Motti – che riesca ad indebolire il valore commerciale dell’apparenza e della quantità del cibo, adattandola maggiormente ai bisogni reali di ciascun consumatore. È una sfida difficile, ma l’Unione europea può farcela com’è riuscita in passato con politiche di impatto sociale molto forte, quali l’interdizione del fumo negli ambienti pubblici».
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