Apprendiamo dalla Stampa (Corriere della Sera 20 Maggio pag. 18) che il Governo Renzi, con un fax arrivato il 19 Maggio a Udine a firma Antonio Naddeo, capo del dipartimento Affari regionali di Palazzo Chigi, annuncia l’impugnativa per incostituzionalità della Legge n. 55 approvata dal Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia il Marzo scorso. Con questa Legge il Friuli Venezia Giulia riconosce e garantisce l’esercizio del diritto all’autodeterminazione terapeutica anche nella fase terminale della vita (art.2) e fa questo attraverso l’istituzione di un Registro Regionale delle Direttive Anticipate di Trattamento sulle cure (art. 3).
Applaudiamo alle dichiarazioni rilasciate alla stampa dalla Governatrice Debora Serrachiani che difende la sua Legge e denuncia invece il ritardo colpevole del Governo e del Parlamento a legiferare in materia di Diritti Civili.
Informiamo che dal 15 Marzo in Emilia-Romagna il “Comitato art. 32” sta raccogliendo Firme, sono già più di 2000, in calce ad una Petizione Popolare analoga a quella che in Friuli Venezia Giulia ha portato alla Legge n. 55. Fanno parte di questo Comitato: ANPI, ARCI regionale, AUSER regionale, CGIL provinciale, FEDERCONSUMATORI, LIBERA-USCITA nazionale, UDI provinciale, UAAR di Modena, Università della Libera Età.
Noi siamo convinti della legittimità della legge regionale del Friuli perché in linea con le sentenze della giurisprudenza. Citiamo quella illuminante della Corte Suprema sul caso Eluana Englaro (2007), la sentenza 438 del Dic. 2008 della Corte Costituzionale dove si legge che il diritto all’autodeterminazione è un diritto fondamentale della persona fino a giungere alla recentissima sentenza del Consiglio di Stato (n.4460/2014) in cui si legge tra l’altro che il Servizio Sanitario, non può orientare la sua azione in base ad una concezione oggettiva della cura, che “consente solo la prosecuzione della vita”. Né può “sottrarsi al suo obbligo di curare il malato e di accettarne il ricovero” quando questi “rifiuti un determinato trattamento sanitario nella consapevolezza della certa conseguente morte”. La Regione Lombardia, il Suo governatore Formigoni, non poteva fare quello che fece: intimare alle strutture della Regione Lombardia di non accogliere Eluana Englaro.
Auspichiamo dunque che la Consulta non solo riconosca che la Legge 55 del Friuli Venezia Giulia è rispettosa del dettato costituzionale ma che esorti il Parlamento a regolare al più presto l’esercizio del nostro Diritto Fondamentale all’autodeterminazione terapeutica anche nella fase terminale della vita affinché possa essere agito da tutte e tutti su tutto il territorio nazionale.