Domenica 10 maggio, con il primo week-end del Maggio Fioranese 2015, prende il via anche la rassegna ‘Incontri al Teatro Astoria’, organizzata da Comune di Fiorano Modenese, Comitato Fiorano in Festa e Lapam Confartigianato Imprese, prosecuzione con elementi di innovazione degli incontri con gli autori delle passate edizioni.
Alle ore 11 il primo appuntamento è con Simone Ramilli e Ameya G. Canovi per un confronto sul tema ‘La cura e la non dipendenza’.
Simone Ramilli è naturopata e scrittore, studioso di filosofia, discipline orientali, medicine olistiche, sistemi sociali e neurobiologia. Nel 2005 ha fondato la Psicobiotica, disciplina che studia le correlazioni tra malattia e conflitti biologici. Tali ricerche sono poi approdate a un nuovo approccio in cui le connessioni tra uomo, ambiente e società sono indagate nella genesi della malattia. Insegna in numerose scuole di naturopatia. Per Tecniche Nuove ha pubblicato nel 2007 Le origini della malattia e nel 2008 Wellness Flowers ed è di queste settimane l’arrivo in libreria di ‘La cura. Liberi da paure e malattie’
In una comprensione più alta della malattia ogni pensiero e pratica di vita funzionali a portare vitalità in un sistema vivente è l’atto di cura più potente. All’opposto, ogni pratica di cura che passa attraverso il provocare sofferenza, aggiungere dolore, che fa leva sul terrore di morire, che depotenzia le capacità di autoguarigione e, in sintesi, che contrasta la vitalità di un sistema vivente, non è un atto di cura ma di potere. La cura è un viaggio all’insegna della comprensione delle cause della malattia per trovare la libertà del divenire compiutamente uomini, in cui si ripercorrono le tappe della formazione della vita dalle sue origini fi no alle contraddizioni del vivere moderno nella realtà aumentata del mondo virtuale, per scoprire nuove malattie e indagare la forma moderna e più temuta di alienazione: la solitudine. La cura è ravvivare un sistema vivente malato riportandolo ai segreti della vita.
Ameya G. Canovi si occupa da tempo di problemi della relazione, di dipendenza affettiva e di crescita personale. E’ docente, psicologa e svolge un dottorato di ricerca presso l’università di Parma. Da anni svolge attività di sostegno a fianco alle persone che vogliono apprendere a stare ‘dritte’, senza il terrore di stare ‘senza’.
Le dipendenze sono un’emergenza sociale che denota un disagio profondo. Da sempre l’uomo ha fatto uso di sostanze, in fuga in un altrove, scappando da se stesso e dal presente.
L’oggetto della dipendenza è cambiato nel tempo. Resta un bisogno profondo di riempire il vuoto con qualcosa, qualcuno, dall’esterno. Alcune dipendenze sono condannate dalla società come sostanze e alcol. Altre vengono incoraggiate come la dipendenza da una persona, basti pensare ai testi delle canzoni. Vivere aggrappati ad altro viene ritenuto “normale”. Non si insegna l’autonomia affettiva e il distacco dall’altro diventa, talvolta, atroce.