E’ un incontro importante quello del 9 maggio a San Martino, perché conclude il lavoro progettuale che, per il 70° della Liberazione, hanno svolto i ragazzi delle terze della Scuola media “Antonio Allegri”. Dal libro di Orville Battini “Le case e le famiglie del nostro rifugio”, hanno individuato le case e i luoghi che hanno ospitato e nascosto i protagonisti della Resistenza (il territorio di San Martino in Rio con alterne vicende, è stato spesso testimone e protagonista di episodi di sostegno ai partigiani) e tante famiglie sammartinesi sono state ospitali e hanno offerto accoglienza in casa a chi sosteneva la lotta partigiana.
Un lavoro impegnativo, promosso dall’Assessorato alla Cultura, svolto in classe in un’attività didattica coordinata dagli insegnanti, insieme all’ANPI locale, che li ha portati a localizzare le oltre 40 case di latitanza con i loro abitanti, famiglia per famiglia, nome per nome.
“Si tratta di una ricerca e uno studio di grande interesse per la storia locale – spiega l’Assessore alla scuola ed alla cultura, Giulia Luppi – e per la formazione dei ragazzi che, dopo la crescita urbanistica e l’evoluzione agricola che hanno in parte cancellato le tracce di quelle “case di latitanza”, hanno tracciato un ponte con il passato restituendo ai cittadini di San Martino un prezioso ricordo, un’indimenticabile catena di solidarietà che il territorio metteva in campo nella lotta e nella vita di ogni giorno.
Il 23 e 24 aprile, nella mattinata, dalle ore 9, i ragazzi delle scuole medie sammartinesi hanno poi visitato le “Case di Latitanza” e i luoghi circostanti, accolti con grande emozione da alcune famiglie che ancora vi risiedono.
Ma la fase più vissuta del progetto si è avuta quando i ragazzi sono passati all’impegno manuale e hanno disegnato e creato nel laboratorio di educazione artistica una targa in rame, sbalzata a mano e colorata, raffigurante una bicicletta (le case si raggiungevano di solito in “bici” e in “bici” si muovevano le staffette partigiane) che si compone di due ruote, che simboleggiano il 70° anniversario della Liberazione, e di un telaio che assume la fisionomia della bandiera tricolore italiana”.
E’ questa la targa di onorificenza che gli stessi ragazzi, alla presenza delle autorità, il 9 maggio consegneranno alle famiglie, o ai parenti delle famiglie, come riconoscimento al loro operato di solidarietà, una targa che potranno scegliere di collocare in casa e sistemare nell’arredo domestico oppure impiantare all’esterno, leggibile dal passante.
“E’ fondamentale anche per i ragazzi conoscere il passato – conclude l’Assessore Luppi – ma non come se fosse un museo. Conoscere la storia, in questo caso quella di chi 70 anni fa ha lottato per la Libertà di noi italiani, è suggerire ai giovani sguardi diversi e interventi che esulino dalla mera celebrazione”.