Sono ancora pochi i Comuni che si sono attivati per redigere un calendario delle Sagre come previsto dalla Legge regionale. Con la buona stagione partono le Sagre e aumenta la preoccupazione degli Operatori della ristorazione per l’avvio di un mercato che ha purtroppo una componente abusiva. Questo mercato parallelo vale 400 milioni di euro, 136 milioni di valore aggiunto e una perdita di gettito per 54 milioni di euro.
“Il fenomeno ha assunto dimensioni tali – afferma il Presidente di Fipe Emilia Romagna Ugo Romani – che è difficile oramai distinguere tra vere e false attività senza fini di lucro. Le stesse Organizzazioni di settore denunciano la presenza di una vasta area di abusi che viene di tanto in tanto alla ribalta quando le autorità effettuano controlli”.
“Da un’indagine della Fipe nazionale – continua Romani – emerge che in Emilia Romagna sono 1.150 le sagre che non hanno niente di autentico, con 8.350 giornate complessive e 24 milioni di euro di volume di affari”.
“La concorrenza sleale nasce dal fatto che questi fenomeni non soggiacciono agli stessi vincoli, impegni e oneri delle imprese della ristorazione. E’ un tema di stretta attualità, non più rinviabile, che richiede un impegno congiunto delle Istituzioni e delle Organizzazioni di categoria”.
“Chiediamo ai Comuni che non hanno ancora provveduto, di definire il calendario delle Sagre – conclude Romani – avviando sul territorio il confronto con le Categorie interessate come previsto dalla Legge regionale”.