La Cia Emilia Romagna contesta un decreto del Mipaaf che stabilisce come i premi cosiddetti ‘accoppiati’ per i vitelli saranno assegnati solo agli allevatori le cui vacche sono iscritte ai Libri genealogici tenuti dalle Associazioni provinciali o regionali degli allevatori (Apa o Ara).
“E’ una restrizione inaccettabile che penalizza gli allevamenti andando inoltre contro la logica dei regolamenti europei sui pagamenti accoppiati – spiega Antonio Dosi, presidente della Cia Emilia Romagna – che è quella di sostenere i settori in difficoltà”.
In base agli ultimi dati disponibili gli allevamenti aderenti all’Aia (Associazione italiana allevatori) sarebbero a livello nazionale poco meno di 20 mila unità, pari a circa la meta del totale di tutti quelli attivi. Le vacche controllate sono il 60% del patrimonio italiano di lattifere. Di conseguenza la scelta eseguita con il decreto del Mipaaf esclude dall’accesso degli aiuti di settore poco meno della metà degli allevatori italiani.
“In un clima di grande difficoltà che interessa tutto il comparto agricolo ed in particolare quello zootecnico – prosegue Dosi – riteniamo non condivisibile e discriminatoria la scelta di imporre alle aziende che vogliono percepire il premio per vitello nato ad iscrivere obbligatoriamente le vacche ai Libri genealogici tenuti dalle Apa, perché non può essere identificato come unico strumento per determinare i requisiti dell’allevatore”.
A tale proposito le Organizzazioni professionali agricole si sono rivolte al Tar del Lazio chiedendo che tale disposizione venga modificata permettendo l’accesso al contributo a tutti gli allevatori che ne hanno diritto ed in regola con le normative vigenti.
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