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“Io sono il vento” al Teatro delle Passioni

IoSonoIlVento_Franzoni-Lazzareschi_phLucaDelPia_2Martedì 17 marzo alle ore 21.00 in scena al Teatro delle Passioni di Modena (dove resterà fino al 26 marzo) la nuova produzione di ERT “Io sono il vento” con Giovanni Franzoni e Luca Lazzareschi diretti da Lukas Hemleb.

Scritto da uno dei più grandi drammaturghi viventi, il norvegese Jon Fosse, Io sono il vento è stato l’ultimo testo, scoperto in Francia da Claude Régy, che Patrick Chéreau mise in scena ad Avignone nel 2011.

Nel segno di un ormai consueto e intenso lavoro di ricerca dedicato alla drammaturgia contemporanea, Emilia Romagna Teatro presenta dal 17 al 29 marzo al Teatro delle Passioni di Modena l’edizione italiana del testo di Fosse per la regia di Lukas Hemleb, talentuoso regista tedesco naturalizzato francese che qui dirige Giovanni Franzoni e Luca Lazzareschi.

Lo spettacolo è frutto della collaborazione con la Maison de la Culture d’Amiens. Nella sua versione francese, sempre diretta da Hemleb e presentata a settembre del 2014, gli attori sono Laurent Manzoni e Airy Routier. Le scene e i costumi sono firmati, in entrambe le edizioni, da Pietro Babina.

Due uomini, l’Uno e l’Altro. L’Uno propone all’Altro di partire con una piccola barca per allontanarsi dalla costa, verso un’isola «dove non cresce nulla, dove non c’è nulla se non rocce grigie e nude». Sul mare, si avvicinano al punto infinito dove mare e cielo si congiungono e si confondono. Si parla della loro complicità, della loro amicizia, della loro solitudine e anche della morte. Io sono il vento è un viaggio notturno verso l’Ignoto, un periplo verso il limite di tutte le cose, un viaggio verso l’infinito, tra gli spruzzi d’acqua e la nebbia, misterioso e ammaliante. Come spesso capita con Jon Fosse, non sappiamo nulla dei protagonisti, importa solo ciò che stanno vivendo sotto i nostri occhi.

In questa struttura linguistica così essenziale dell’autore norvegese, lo spettatore è costantemente vigile, guidato dalla sua curiosità e dalla sua fantasia. Per la sua nuova creazione Lukas Hemleb ha scelto di mettere in scena, con la complicità di Pietro Babina per la scenografia, “questa scrittura che tocca l’essenza della vita stessa, che ci conduce ai confini del linguaggio e ci fa toccare l’inesprimibile”.

 

In Io sono il vento ci troviamo di fronte alla particolare capacità di Jon Fosse di cogliere e circoscrivere l’esistenza umana in poche parole, in uno scambio verbale sospeso, punteggiato di silenzi, tanto denso quanto impercettibile. Come capita spesso con lui, ciò che viene detto è meno importante di ciò che non è detto. Non smette di mostrarci il bianco nel nero e il nero nel bianco. È un teatro attraversato da tracce di altre vite, e dagli elementi. Le parole, le onde e il vento ci trascinano in una vertigine che annebbia il nostro senso dell’orientamento. Come un viaggiatore che vede il mare e il cielo confondersi all’orizzonte, noi arriviamo a perdere la nozione del tempo, a confondere passato e futuro, la vita reale e la vita immaginaria, e a sorprenderci nello scoprire la gioia in ciò che ci fa paura. La magia di Jon Fosse fa sì che noi, spettatori, finiamo a nostra volta per imbarcarci, per essere portati lontano, pur rimanendo più vicini a noi, intimamente a confronto con noi stessi, con le nostre angosce e con il nostro desiderio di sollievo. Una pièce meditativa? Una commedia filosofica? Entrambe le cose senza dubbio ma anche tanto altro. C’è una dolce provocazione e una delicatezza senza pari, nel suo modo di scuotere le nostre certezze…

Lukas Hemleb

 

Jon Fosse

Nato nel 1959 vicino a Haugesund sulla costa ovest della Norvegia, Jon Fosse è uno scrittore norvegese approdato al teatro dopo una quindicina di romanzi, racconti, saggi, raccolte di poesie e libri per ragazzi. Nel 1983 pubblica il suo primo romanzo, Raudt, svart (Rosso, nero), mentre la sua prima pièce, realizzata su sollecitazione del giovane regista Kai Johnsen, dal titolo Og aldri skal vi skiljast (E non ci lasceremo mai) è data alle stampe nel 1994. Seguiranno diverse opere tra le quali Qualcuno arriverà, creata al Norske Teatret di Oslo nel 1996, anno in cui riceve il prestigioso premio Ibsen, e Barnet (Il bambino) creata al Teatro Nazionale di Oslo nel 1997.

Nella sua opera teatrale i pochi personaggi sono spesso generici (Lui, Lei, Il Padre, La Figlia, Personaggio 1, Personaggio 2), e si confrontano perlopiù con la loro solitudine. Tramite una scrittura semplice, minimalista e ripetitiva, anche se quasi barocca per l’infinito moltiplicarsi e trasformarsi dei suoi motivi, Fosse è capace di carpire i pensieri più intimi, le contraddizioni e i tumulti dei sentimenti che ci assalgono.

I suoi scritti (romanzi, novelle, poesie, saggi e opere teatrali) sono stati tradotti in oltre quaranta lingue e messi in scena dai più famosi registi, tra i quali Thomas Ostermeier e Claude Régy.

In Italia due suoi romanzi sono stati pubblicati da Fandango: Melancholia nel 2009 e Insonni nel 2011.

Un’antologia di sei drammi – Il nome (1994), Qualcuno arriverà (1996), E la notte canta (1997), Sogno d’autunno (1998), Inverno (2000) e La ragazza sul divano (2002) – è stata pubblicata nel 2006 sotto il titolo Teatro da Editoria & Spettacolo a cura di Rodolfo Di Giammarco. Precedentemente La notte… canta è stato pubblicato nel 2004 da Theatrum mundi nella traduzione di Graziella Perin. Variazioni di morte (2001), Sonno (2005) e Io sono il vento (2007) sono stati riuniti in un unico volume, a cura di Vanda Monaco Westerståhl, dalla casa editrice Titivillus nel 2012.

Considerato uno dei più grandi autori contemporanei, Jon Fosse vive a Bergen.

Lukas Hemleb

Lukas Hemleb è nato nel 1960 in Germania, vicino a Francoforte. Giovanissimo è stato assistente alla regia presso la prestigiosa Schaubühne di Berlino. Nel 1983 ha inizio il suo apprendistato all’estero, prima in Italia, dove affianca Luca Ronconi, e poi in Belgio presso l’Opéra National La Monnaie. Nel 1985 debutta come regista in Belgio e in Germania e, all’inizio degli anni 90, dopo qualche progetto in Camerun e in Nigeria, si stabilisce in Francia dove si fa conoscere rapidamente per i suoi progetti innovativi.

Numerosi teatri hanno presentato le sue messe in scena, a Parigi e altrove: L’Odéon, la MC93 di Bobigny, il TGP di St Denis, il Théâtre des Abbesses, il Théâtre Vidy-Lausanne, il Burgtheater di Vienna, per citarne alcuni.

Come regista d’opera, ha collaborato con compositori contemporanei e ha messo in scena opere del grande repertorio di Verdi e Mozart. È sempre più presente sui principali palcoscenici lirici, in particolare con le sue messe in scena di opere del periodo Barocco.

Tra suoi più recenti lavori: Misanthrope realizzato alla Comédie Française nel 2007, rappresentato anche nell’ambito del Festival di Autunno di Madrid; Phèdre di Marina Tsvetaeva con gli attori della compagnia moscovita del Teatro Pouchkine con il sostegno del Festival Cechov di Mosca (2009); l’opera barocca Niobe, regina di Tebe di Steffani, ripresa nel 2010 al Covent Garden di Londra; Z – Je me crois à l’enfer donc j’y suis, spettacolo musicale ispirato all’opera di Rimbaud, con una compagnia franco-americano-giapponese (2011), Lohengrin di Richard Wagner per l’Opera di Madrid (2014). Iphigénie en Tauride di Christoph Willibald Gluck per l’Opera di Ginevra è la sua regia lirica più recente (2015).

Hemleb ha inoltre esplorato la cultura cinese attraverso una collaborazione con artisti taïwanesi esperti di musica tradizionale «Nanguan». Tra gli esiti di queste collaborazioni, La déesse de la rivière Luo che è stato rappresentato nel 2008 a Pechino all’interno della Città Proibita. L’opera da camera Yu (Feather) con la celebre musicista Nanguan Wang Xin Xin è stata invitata al Festival New Vision Arts a Hongkong nel 2010.

Nell’ottobre 2014 Hemleb ha diretto Io sono il vento in un’edizione francese interpretata da Laurent Manzoni e Airy Routier, anche questa prodotta dalla Maison de la Culture d’Amiens e da Emilia Romagna Teatro Fondazione.

 

CONVERSANDO DI TEATRO

Sabato 21 marzo al termine dello spettacolo presso il Teatro delle Passioni
Giovanni Franzoni e Luca Lazzareschi incontreranno il pubblico
con la partecipazione di Paolo Vistoli, psichiatra

Ingresso libero

INFORMAZIONI

AMICI DEI TEATRI MODENESI
059/211155

















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