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Campus di via Campi: promessa di cessione alloggi ad Unimore

Rendering-palazzine-campusIl Comune trasferirà all’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia (Unimore), a titolo gratuito, il 5 per cento del totale degli alloggi per studenti e personale universitario del Campus di via Campi, quota proporzionale al contributo dell’Università all’intervento.

L’Aula ha approvato all’unanimità la delibera illustrata dall’assessora alle Politiche abitative del Comune di Modena Anna Maria Vandelli nella seduta del Consiglio comunale di lunedì 9 marzo. Il documento rappresenta una promessa di cessione, in quanto il trasferimento potrà essere effettuato solo una volta scaduta la concessione di lavori pubblici della società di progetto Campus Modena srl, individuata con bando di gara dal Comune di Modena per la progettazione, costruzione e gestione per 33 anni degli alloggi, a partire dal 2011. A Unimore, su richiesta della stessa Università, invece della proprietà superficiaria su una quota pro-indiviso del totale degli immobili, verrà trasferita la proprietà superficiaria esclusiva di singoli alloggi di corrispondente valore.

L’assessora ha ricordato che l’area in cui sono stati costruiti gli alloggi è stata ceduta a titolo gratuito per 44 anni da Ergo, l’Azienda regionale per il diritto agli studi superiori, al Comune di Modena, che ha trasferito il diritto di superficie alla società concessionaria per 33 anni. “Allo scadere della concessione a Campus Modena srl – ha spiegato Vandelli – e fino al subentro nella titolarità degli alloggi da parte di Ergo, il Comune di Modena diverrà proprietario superficiario e gestore degli alloggi. Considerato anche il collegamento funzionale esistente tra l’Università e la struttura realizzata – ha aggiunto – si è ritenuto opportuno prevedere in quella fase una diretta partecipazione di Unimore nella gestione degli edifici”.

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Dell’intervento, che prevedeva la realizzazione di quattro palazzine, è stato completato il primo stralcio, cioè due palazzine con 60 alloggi e spazi collettivi per complessivi 240 posti letto, affittati a un canone di locazione per studente di 270 euro. “Tale canone calmierato è possibile grazie a un contributo di 1 milione 300 mila euro – precisato Vandelli – che è gravato per 500 mila euro sul Comune di Modena, per 300 mila sulla Regione Emilia-Romagna e per i restanti 500 mila su Unimore. Considerato il costo complessivo dell’intervento, pari a quasi 11 milioni di euro – ha aggiunto – è quindi stata individuata la quota di proprietà superficiaria di Unimore, pari al 5 per cento”.

Rispondendo al consigliere del M5s Mario Bussetti, che ha chiesto informazione sulle ragioni della dilazione dell’intervento e sulla strategia complessiva del Comune rispetto al piano di accoglienza degli studenti, l’assessora ha sottolineato che, “su 11 milioni di spesa del primo stralcio, gli investimenti pubblici sono stati poco più di un milione, il resto della spesa è stato a carico del privato. Per procedere al secondo stralcio – ha precisato – occorre quindi individuare le risorse necessarie”. L’assessora ha poi sottolineato che l’intervento rientra in un Piano complessivo che riguarda la capacità di Modena di fornire servizi a supporti del sistema universitario. “Gli alloggi realizzati – ha affermato – sono il primo pezzo di un vero e proprio campus, una cittadella dove lo studente trova tutti i servizi vicini all’Università. Nell’elaborazione del Piano strutturale comunale, Psc, valuteremo anche la risposta di questa struttura e andremo a declinare le diverse azioni per rendere Modena ancor più città universitaria, della ricerca e dell’innovazione, anche incentivando la destinazione agli studenti del patrimonio edilizio privato esistente attraverso l’Agenzia casa”.

In chiusura di dibattito, il consigliere del Pd Fabio Poggi ha annunciato voto favorevole del gruppo alla delibera “che dà risposta a un’esigenza abitativa degli studenti. L’intervento, con un basso investimento pubblico – ha aggiunto sottolineando la “bontà” del progetto e del provvedimento – conferma l’ottima collaborazione che c’è stata tra pubblico e privato”.
















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