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Master Universitario in “Riabilitazione Infantile e Metodologia della Ricerca”

Giunge a conclusione con la consegna dei diplomi la quinta edizione del Master universitario di primo livello in “Riabilitazione infantile e metodologia della ricerca”, un percorso didattico organizzato da Unimore – Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, che ha puntato a dare ai frequentanti le basi teoriche e pratiche per affrontare i difficili temi della riabilitazione delle funzioni adattive in area infantile, con particolare attenzione all’ambito delle paralisi cerebrali infantili.

La cerimonia di chiusura del master, con la consegna dei diplomi, si terrà sabato 7 marzo alle ore 15.45 presso l’Aula Magna “P. Manodori” del complesso universitario Palazzo “G. Dossetti”, a Reggio Emilia. alla presenza del prof. Adriano Ferrari, direttore del master, del dott. Emilio Ricchetti della Fondazione “Pietro Manodori” di Reggio Emilia, della dott.ssa Antonella Messori, direttore generale dell’ Arcispedale Santa Maria Nuova – IRCSS, del dott. Salvatore De Franco dell’ Arcispedale Santa Maria Nuova – IRCSS e del dott. Giammaria Manghi, Presidente della Provincia di Reggio Emilia. Nell’occasione saranno presentati alcuni progetti di tesi e di ricerca realizzati da quanti hanno partecipato all’iniziativa formativa.

Il corso, diretto dal prof. Adriano Ferrari, titolare della cattedra di Medicina fisica e riabilitazione di Unimore, è stato condotto con la collaborazione del personale della Struttura complessa per la riabilitazione delle Gravi Disabilità dell’Età Evolutiva di terzo livello dell’IRCCS ASMN di Reggio Emilia e finanziato dalla Fondazione Manodori.

Il progetto riabilitativo dei piccoli pazienti con gravi disabilità è – per sua natura – particolarmente complesso e chiama in causa un elevato numero di professionisti della riabilitazione che, per ottenere significativi risultati, devono poter operare in modo integrato, condiviso e coeso. Intorno a questi pazienti intervengono, infatti, medici ed operatori con diverse competenze: fisioterapisti, terapisti occupazionali, logopedisti, psicologi, ortopedici (chirurgia funzionale) e tecnici ortopedici (ausili, ortesi). Ogni operatore deve essere consapevole dell’apporto rilevante ed indispensabile che la propria disciplina porta al progetto globale ma, al contempo, deve saper riconoscere l’importanza del contributo degli altri professionisti in una visione olistica del progetto riabilitativo.

Per imparare a realizzare questo importante obiettivo, il master è stato aperto a 37 professionisti con differenti competenze (medici fisiatri e neuropsichiatri infantili, fisioterapisti, terapisti della neuropsicomotricità, logopedisti e tecnici ortopedici), provenienti da diverse regioni italiane che – da novembre 2013 – hanno seguito le lezioni presso il Padiglione Spallanzani dell’Arcispedale Santa Maria Nuova e svolto tirocini presso la Struttura complessa per la riabilitazione delle Gravi Disabilità dell’Età Evolutiva di terzo livello dell’IRCCS ASMN di Reggio Emilia e presso il servizio di neuropsichiatria infantile dell’AUSL, nel distretto Scandiano.

“Lo straordinario progresso compiuto dalle scienze di base – spiega il prof. Adriano Ferrari, Direttore del master – nella conoscenza dei meccanismi e dei processi che sottendono le attività volontarie dell’uomo si confronta con le esperienze terapeutiche più innovative maturate nel campo da chi, fra medici, terapisti e tecnici, ha saputo quotidianamente misurarsi in modo costruttivo con i molti problemi sofferti dal bambino disabile e dalla sua famiglia. In questo senso il master vuole andare oltre l’integralismo di voler curare tutto e tutti con il solo intervento fisioterapico, per arricchirsi con nuovi e importanti strumenti terapeutici quali i farmaci per il controllo della spasticità, della discinesia e della dispercezione, le ortesi e gli ausili e, soprattutto, la chirurgia funzionale, sia ortopedica che neurologica. La visione emendativa della riabilitazione, tesa fino ad un recente passato a cercare di nascondere tutto ciò che non era stata in grado di cancellare, viene ogni volta misurata con la sfida del presente: saper realizzare il bambino disabile come persona con le sue differenze, consentendogli di valorizzare compiutamente le proprie risorse individuali, sociali, culturali ed ambientali, quanto di misurarsi, senza soccombere, con i propri limiti”.

“La Fondazione Manodori – afferma Gianni Borghi, presidente della Fondazione – sostiene costantemente i percorsi didattici e i progetti di ricerca dell’ateneo reggiano e affianca le strutture sanitarie nell’innovazione tecnologica e nella formazione del personale. Investire nella salute pubblica e nella formazione è tra le nostre priorità e, fin dalle prime edizioni, abbiamo riconosciuto il valore e apprezzato i risultati del master del professor Ferrari”.

















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