Il D.Lgs 231 ha introdotto nell’ordinamento italiano la responsabilità degli enti per gli illeciti conseguenti alla commissione di un reato.
In particolare, l’ente può essere ritenuto responsabile se, prima della commissione del reato da parte di un soggetto ad esso collegato, non aveva adottato ed attuato modelli di organizzazione e gestione idonei a evitare reati.
Nel corso del 2014, al termine di un ampio e approfondito lavoro di aggiornamento, Confindustria ha elaborato le nuove Linee Guida per la costruzione dei modelli di organizzazione, gestione e controllo ai sensi del D.Lgs. n.231/2001. La nuova versione adegua il precedente testo del 2008 alle novità legislative, giurisprudenziali e della prassi applicativa nel frattempo intervenute.
Confindustria Ceramica con l’obiettivo quindi di approfondire e illustrare alle aziende associate i contenuti delle nuove Linee Guida per la costruzione dei modelli di organizzazione, gestione e controllo ai sensi del D.Lgs. n.231/2001 ha organizzato un seminario venerdì 6 marzo presso la sede dell’associazione.
Tra i relatori dell’incontro, L’Avv. Antonio Matonti, Direttore Affari Legislativi di Confindustria, ha illustrato come l’associazione da oltre dieci anni si propone, mediante le Linee Guida, di offrire alle imprese che abbiano scelto di adottare un modello di organizzazione e gestione una serie di indicazioni e misure, essenzialmente tratte dalla pratica aziendale, ritenute in astratto idonee a rispondere alle esigenze delineate dal decreto 231.
Il giudizio circa la concreta implementazione ed efficace attuazione del modello stesso nella quotidiana attività dell’impresa e’ rimesso alla libera valutazione del giudice che compie un giudizio sulla conformità e adeguatezza del modello rispetto allo scopo di prevenzione dei reati da esso perseguito. Questo è stato il tema oggetto dell’intervento del Dott. Walter Mapelli, Magistrato – Sostituto Procuratore presso la Procura della Repubblica di Monza.
Infine l’Avv. Prof. Giulio Garuti – Professore di Procedura Penale all’Università di Modena – ha spiegato l’importanza, affinché al modello sia riconosciuta la fondamentale funzione di esonero da responsabilità amministrativa, che l’impresa compia una seria e concreta opera di implementazione delle misure adottate nel proprio contesto organizzativo. Il modello non deve rappresentare un adempimento burocratico, una mera apparenza di organizzazione. Esso deve vivere nell’impresa, aderire alle caratteristiche della sua organizzazione, evolversi e cambiare con essa.