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Tiziano Motti: “Contro la crisi? Bonus alle Pmi che assumono giovani”

2Motti-2014-okDal Parlamento europeo uno spiraglio per uscire dalla crisi?

Sì, grazie alle proposta di risoluzione “Su una franchigia fiscale per micro e piccole imprese dell’Unione europea e su un “bonus” per l’assunzione di giovani”.

L’idea è buona, premiare le micro e piccole imprese che assumono un giovane lavoratore a tempo indeterminato concedendogli un “bonus” in moneta pari al valore della contribuzione previdenziale annuale per la durata di tre anni. Oltre a questo gli europarlamentari mirano anche a dare alle PMI uno status provvisorio che gli garantisca una franchigia fiscale fino a 30.000 euro di utile annuale d’esercizio.

Oggi in Italia nessuno assume più a tempo indeterminato, proprio per i costi che questo comporta per le aziende e gli imprenditori. Di conseguenza la disoccupazione, specialmente giovanile, è balzata a livelli altissimi, generando una situazione che sembra non avere via d’uscita: c’è la crisi  e quindi non ci sono assunzioni, ma non ci sono assunzioni e la grave crisi occupazionale che ne deriva impedisce la ripresa economica. Incentivare le assunzioni a tempo indeterminato nelle piccole e medie imprese dovrebbe permettere di ripartire con il piede giusto, infondendo un po’ di speranza e di fiducia nel settore economico.

«Il tessuto economico dell’Italia poggia su un sistema diffuso di piccole e medie imprese, che costituisce una risorsa rilevante in termini di potenzialità di occupazione e sviluppo. L’importanza di una politica a sostegno delle PMI risulta oggi uniformemente condivisa, ma si indugia sulle misure più opportune da adottare» afferma l’onorevole Tiziano Motti, eurodeputato della settima legislatura e presidente di Europa dei Diritti. «Per questo, insieme ad altri colleghi deputati, ho ritenuto necessario presentare questa proposta di risoluzione che mira a cercare di risollevare almeno un poco la sorte di queste imprese che sono alla base della struttura imprenditoriale europea e che hanno un numero di addetti che non superano la decina. Essendo piccole sono poi le prime imprese che soccombono alla crisi, mandando in rovina spesso intere famiglie di piccoli imprenditori che hanno dedicato la vita, da generazioni, a portare avanti l’attività famigliare. Voglio ricordare poi che spesso sono proprio queste le imprese che privilegiano le finalità riguardanti la ricerca e l’innovazione e quindi richiedono disponibilità finanziarie non facilmente disponibili per loro».

 

















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