“E’ un significativo passaggio dalle parole ai fatti – afferma il presidente provinciale CIA Antenore Cervi – dopo che nei confronti avvenuti in periodo di elezioni un po’ da tutti gli enti locali era venuta un’attestazione di attenzione al problema del ‘consumo’ di suolo agricolo, particolarmente rilevante negli ultimi anni nella nostra regione ed anche nei nostri comuni”.“L’annuncio del Sindaco Luca Vecchi e la pubblicazione dal 18 febbraio scorso di un avviso pubblico, che rimarrà esposto per 60 giorni – aggiunge Cervi -, danno il via ad un processo (la rigenerazione di territorio agricolo attraverso il cambio di classificazione nel PSC di terreno edificabile in rurale) che ci auguriamo trovi la giusta accoglienza presso i proprietari dei terreni edificabili e trovi imitatori in altri comuni, sul territorio reggiano ed altrove in Italia”.
“E’ un tema, quello della salvaguardia del territorio agricolo – afferma Cervi – che abbiamo sottoposto negli anni scorsi in modo capillare ai comuni, chiedendo loro di sottoscrivere la nostra ‘Carta di Matera’, dove la Cia proponeva alle Amministrazioni locali, un nuovo ruolo degli agricoltori e delle loro forme organizzate, chiedendo nel contempo alle stesse Amministrazioni locali un impegno a sostenere e difendere in tutte le sedi i benefici economici, sociali e territoriali che l’agricoltura porta con sé. Tema ripreso con forza anche attualmente, nelle nostre iniziative che abbiamo chiamato ‘Il territorio come destino'”.
Tra quello che i comuni hanno sottoscritto, c’era anche una serie precisa di affermazioni: l’erosione della superficie agricola utilizzata è costante ed irreversibile e non può non suscitare allarme e preoccupazione. Occorre porre un freno ad un uso dissennato e confuso del suolo agrario. Occorre arrestare questo fenomeno con una gestione accorta degli insediamenti, recuperando una enorme cubatura abitativa, industriale e per servizi da tempo inutilizzata. Si tratta di dare dimensione stabile, condivisa ed universale ad una gestione programmata del territorio compatibile con le esigenze delle aziende agricole. Occorre preservare l’agricoltura, il peculiare ed inconfondibile paesaggio agrario, oggi più che mai identificabile con il bene ambientale di tutto il Paese.
“La ‘Carta’ – aggiunge Cervi – a suo tempo era stata sottoscritta dal Sindaco Graziano Delrio ed oggi il suo successore Vecchi ha dato concretezza a questi impegni”.
“Del resto – conclude Cervi – i dati Ispra dicono che il suolo ‘consumato’ in Italia è salito dal 2,9% degli anni 50 al 7,3% del 2012, con una frequenza di 8 metri il giorno, quantità non più tollerabile. E l’Emilia Romagna (8,6 per cento consumato dal 1980), non si è certo risparmiata in questa corsa. La strada del recupero dell’esistente nell’attività edilizia e della salvaguardia del territorio agricolo ‘vergine’ non ha alternative, pena la distruzione di un patrimonio di prodotti di altissima qualità ma anche della qualità stessa della nostra vita, che non può annegare nel cemento”.
I dati del rapporto Ispra 2014 per la città di Reggio Emilia segnalano dati di consumo del suolo dal 1988 fino al 2011: in percentuale si è passati dal 12,9 al 18% del territorio comunale, in superficie da 2.991 a 4.158 ettari utilizzati, su una superficie complessiva di 23.066 ettari.