“Omaggio a Giovanni Cavicchioli” è il titolo dell’iniziativa che si svolgerà a Mirandola sabato 28 febbraio alle 16,30 presso il Foyer del Teatro Nuovo. Relatori dell’incontro saranno Umberto Casari che parlerà de “L’attualità di Cavicchioli e il suo rapporto con la città dei Pico”, Cristina Arbizzani (“La biblioteca comunale di Mirandola nel secondo dopoguerra. Giovanni Cavicchioli bibliotecario”) e Claudio Cavazza (“I carteggi di Cavicchioli con i corrispondenti in merito al volume “Filippo De Pisis”, ed. Vallecchi, 1942”).
L’appuntamento (organizzato da Comune di Mirandola e Biblioteca “Garin”) ha lo scopo di ricordare un intellettuale locale ancora poco conosciuto ai più, che vantò però contatti e conoscenze di primissimo piano nel mondo artistico e culturale nazionale e internazionale. Nuove ricerche condotte presso l’archivio storico e la biblioteca comunale di Mirandola e presso altri archivi nazionali, pubblici e privati, hanno permesso di approfondire la conoscenza di Giovanni Cavicchioli, del suo operato culturale, dei suoi contatti con numerosi intellettuali. Il risultato di queste ricerche è oggetto delle relazioni che verranno presentate in questo “Omaggio” a lui dedicato. Per informazioni: biblioteca comunale “Eugenio Garin”, via 29 Maggio, tel. 0535/29778-29783 biblioteca@comune.mirandola.mo.it. Ufficio Cultura, via Giolitti 22, tel. 0535/29782- cultura@comune.mirandola.mo.it.
LA BIOGRAFIA
Giovanni Cavicchioli (Mirandola 2 gennaio 1894-13 gennaio 1964), fu letterato, poeta, romanziere, drammaturgo, critico teatrale, compositore, pubblicista e studioso di Giovanni Pico. Fu amico di Antonio Delfini e dell’editore Guanda, che pubblicò alcune sue prose e per il quale curò, negli anni Cinquanta, la collana “Biblioteca di cultura musicale”. Fu anche amico personale di Filippo De Pisis, sul quale scrisse un saggio e alcuni articoli. In gioventù viaggiò a lungo all’estero ed in Italia, soprattutto fra Roma, dove conobbe e collaborò con Pirandello, e Sanremo. Nel 1940 si stabilì definitivamente a Mirandola, dove scrisse il suo unico romanzo, autobiografico, “Bambino senza madre”, edito a Roma da Tumminelli nel 1943 e pubblicato in una nuova edizione dall’editore Fiorini di Verona nel 2011. Nel secondo dopoguerra esercitò soprattutto attività di pubblicista, in particolare per la “Gazzetta di Modena” e a Modena nel 1948 inaugurò una propria personale di pittura.
Fra le sue opere teatrali ricordiamo: “Romolo e Lucrezia”, “Guerino detto il Meschino”, “Intellettuali”, “Rosa in fiore”, “Notturno tragico”. Fra le opere poetiche: “Palazzi incantati”, “Parole fuggitive”, “Cantata”, “Foglie di Sibilla”. Fra i saggi: “La bottega dei Gozzi”, “Sandrone e il suo papà”. Fra i racconti: “La morte nel pollaio”, “Le nozze di Figaro”, “Il vecchio maestro” (pubblicato postumo). Scrisse inoltre fiabe dal titolo “Favole” e “Nuove favole”.