Martedì 24 febbraio riprendono alla Fondazione Collegio San Carlo di Modena (via San Carlo, 5 ) le lezioni della seconda parte del ciclo dedicato al tema Ospite, ideato dal Centro Studi Religiosi. Emilio Santoro tiene la conferenza dal titolo Straniero, non cittadino. Lo statuto giuridico e sociale dei migranti in Europa.
Santoro è professore di Filosofia del diritto all’Università di Firenze e collaboratore della Direzione generale per l’inclusione sociale dell’Unione Europea. Studioso della relazione tra controllo sociale e autonomia individuale, ha diviso le sue ricerche tra l’esame del ruolo dei sistemi punitivi nella dottrina liberale e nello Stato di diritto e l’interpretazione delle conseguenze politiche e sociali delle legislazioni europee che regolamentano l’immigrazione. È membro del comitato scientifico delle riviste «Rassegna penitenziaria e criminologica», «International Political Anthropology» e «Ley, Razón y Justicia». Tra le sue pubblicazioni: Carcere e società liberale (Torino 1997); Autonomy, Freedom and Rights (Dordrecht 2003); Lineages of European Citizenship. Rights, Belonging and Participation in Eleven Nation-States (a cura di, Houndmills-New York 2004); Diritto e diritti. Lo stato di diritto nell’era della globalizzazione (Torino 2008); Diritto come questione sociale (a cura di, Torino 2010).
Lo sfruttamento dei lavoratori migranti non è un fenomeno solo italiano, in forme più o meno eclatanti è diffuso in tutta Europa. Qualche anno fa la Corte europea per i diritti umani ha avuto modo di affrontare il problema discutendo gli obblighi derivanti dall’articolo 4 sul divieto di schiavitù e lavori forzati della Convenzione per la salvaguardia dei Diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali.
Le condizioni di lavoro imposte ai migranti irregolari sfruttando la loro paura stanno configurando delle vere e proprie forme «neo-schiavistiche» di inclusione sociale. Con questa definizione – afferma Emilio Santo – intendo connotare il dilagare di politiche statali e di retoriche pubbliche miranti a mantenere il lavoratore migrante in una condizione di marginalità e vulnerabilità sul piano del godimento effettivo dei diritti fondamentali in modo da facilitare il suo assoggettamento a condizioni di lavoro che chiunque di noi riterrebbe inumane. Si sta configurando un sistema imperniato sulla minimizzazione dei costi, dei rischi e degli obblighi non solo dei singoli datori di lavoro, ma anche della società ospitante nel suo complesso che trae vantaggio da questo sfruttamento.
I meccanismi giuridici creati all’interno degli stati non configurano, però, come nello schiavismo classico, una persona proprietaria di un’altra, ma una persona priva di diritti e, di fatto, impossibilitata a esercitare anche quei pochi diritti che le sono formalmente riconosciuti; impossibilitata a muoversi di sua iniziativa, pena la denuncia della sua stessa esistenza sul nostro territorio. Si sta delineando un contesto giuridico in cui il lavoratore, anche se non è di proprietà del «padrone», è, formalmente, titolare di pochissimi diritti e, di fatto, privo di diritti, o meglio dell’effettiva possibilità di utilizzarli, come lo era lo schiavo classico.
La conferenza si tiene nel Teatro della Fondazione, con inizio previsto alle ore 17,30. La conferenza, come tutte le altre del ciclo, sarà inserita nell’archivio conferenze presente nel sito www.fondazionesancarlo.it, da cui potrà essere scaricata gratuitamente. A richiesta si rilasciano attestati di partecipazione. Il ciclo di lezioni gode dell’accredito ministeriale per la formazione del personale della scuola (DM 18 luglio 2005).