La Flai Cgil Nazionale, con le strutture Regionali della Lombardia e dell’Emilia Romagna – territori in cui si produce oltre il 50 % del formaggio in Italia – ha dato vita al progetto di ricerca sulla Filiera della Produzione del Formaggio in Italia. La ricerca verrà presentata il 23 febbraio a Reggio Emilia e vedrà l’intervento del Ministro Martina e le conclusioni di Stefania Crogi.
Le aziende censite nel settore sono circa 2.070 con 30.00 addetti, una produzione complessiva di 1.150.000 tonnellate, di cui 587.000 vengono prodotte in Lombardia ed in Emilia Romagna, le esportazioni hanno raggiunto i 2 miliardi di euro e rappresentano il 10% dell’intero ammontare dell’export alimentare. Le potenzialità di espansione del settore, per mezzo dell’incremento della presenza sui mercati esteri, sono molto alte. Alla luce di tale scenario risulta rilevante comporre un quadro delle principali caratteristiche del settore, anche per evidenziare le potenzialità e le criticità, al fine di individuare azioni di natura collettiva e policy a sostegno del percorso evolutivo in essere.
“In questo contesto – dichiara Stefania Crogi, Segretario Generale Flai Cgil Nazionale – ben venga l’iniziativa del Ministro Martina che, in una fase particolarmente complessa come quella della produzione del latte e dei suoi derivati, vuole mettere intorno al Tavolo tutti i soggetti interessati alla filiera. La fine delle quote latte in Europa deve essere per l’Italia un’opportunità e non ulteriore penalizzazione. L’Italia ha davanti a sé un’occasione storica per ribaltare la politica che ha visto negli anni la contrazione significativa delle imprese e degli addetti. Basti ricordare che nel settore del latte l’Italia ha perduto il 40 % di posti di lavoro in trent’anni”.
“La ricerca – spiega Stefania Crogi – nel breve periodo, prevede che, con la fine delle quote latte alla stalla si assista ad un aumento della produzione dovuta non all’aumento dei capi negli allevamenti, ma ad un aumento della produttività degli allevamenti. Tali tendenze indicano la necessità di investire in ricerca, innovazione e promuovere forti sinergie tra le diverse realtà produttive, rifuggendo da qualsiasi scappatoia assistenzialista. In questo ambito è indispensabile investire sulla crescita professionale dei lavoratori, nella trasparenza e regolarità del mercato del lavoro”.
“Il settore caseario – conclude Crogi – non è stato nel tempo oggetto di indagine, a differenza di altri settori e con questa iniziativa nel cuore della produzione casearia italiana, la Flai Cgil vuole dare un contributo in una fase cruciale dello sviluppo del settore”.
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