Il termine inglese non nobilita il contenuto: si chiama split payment ma i suoi danni sono molto italiani. Lo split payment è il meccanismo, inserito nella recente Legge di Stabilità, che cancella il versamento dell’importo dell’Iva da parte della pubblica amministrazione e degli enti locali alle imprese che eseguono appalti di lavori pubblici: l’Iva è ora versata direttamente dal committente pubblico allo Stato.
Potrebbe sembrare un misura positiva nel segno della sburocratizzazione e della lotta all’evasione, ma il risultato non coglie l’obiettivo. Questo sistema è destinato a produrre effetti gravissimi sul settore edile perché di fatto scarica sulle spalle delle aziende oneste gli effetti degli illeciti degli evasori e mette a rischio la sopravvivenza stessa delle imprese che operano nel settore dei lavori pubblici.
L’eliminazione del versamento dell’Iva da parte della pubblica amministrazione e degli enti locali nei pagamenti alle imprese che realizzano lavori pubblici provoca una riduzione di liquidità nelle aziende stesse del 10% del fatturato (pari all’importo dell’Iva). Questo non fa che aggravare irrimediabilmente le condizioni finanziarie delle imprese, già fortemente indebolite dalla lunga crisi, dai ritardati pagamenti delle pubbliche amministrazioni e dal credit crunch attuato dal sistema bancario.
Non potendo più compensare l’Iva a debito con l’Iva a credito, alle imprese non rimane che attendere il rimborso del credito maturato. Ma i tempi dei rimborsi Iva, è giusto ricordarlo, nel nostro Paese superano mediamente i due anni.
Ance, ritenendo inaccettabile questa situazione, ha deciso di mettere in atto una ampia campagna di sensibilizzazione attraverso una raccolta di firme aperta a tutti gli operatori del settore, con l’obiettivo di spingere il governo a ritirare o modificare il provvedimento. È stata messa a punto una petizione, condivisa anche con Cna, Confartigianato e Alleanza delle Cooperative, che sottolinea non solo gli effetti devastanti dello split payment sul nostro settore, ma anche l’incoerenza di questa norma rispetto alle inefficienze e ai ritardi della stessa pubblica amministrazione.
La petizione, pubblicata sul portale dell’Ance, alla pagina http://www.ance.it/net_ance/petizione.aspx, prevede l’adesione online, attraverso la compilazione elettronica di un semplice modulo, di tutti coloro che vorranno sostenere le posizioni degli imprenditori edili. Le firme che saranno raccolte verranno portate all’attenzione del governo come segno tangibile della protesta forte e unitaria di un intero settore.
Anche Ance Modena sostiene questa iniziative e chiede a tutti di firmare la petizione. Inoltre per rendere più incisiva l’azione contro lo split payment, ha portato all’attenzione dei parlamentari modenesi il tema, scrivendo ad ognuno di loro.
Nella lettera Ance Modena si pone il dubbio «che lo split payment sia stato deciso senza valutare con la dovuta attenzione l’impatto che ne sarebbe derivato» e, alla luce dei gravi effetti che questo avrà sul settore edile, chiede ai parlamentari eletti in provincia di Modena «che intervengano nelle sedi opportune per rimuovere o modificare in modo significativo la norma al fine di consentire la prosecuzione delle attività delle imprese e il mantenimento dei posti di lavoro».