Sono amareggiato, come tutti i modenesi, del degrado che vedo ogni volta che passo davanti agli scheletri dei chioschi del Parco delle Rimembranze, amareggiato e dispiaciuto perché lo spettacolo che viene offerto è squalificante per la nostra città ma questo degrado ha come responsabile il Comune che da oltre un anno cerca, con la via giudiziaria, di stemperare le proprie colpe rinviando la soluzione del problema.
Il degrado dell’aree sequestrate, facilmente prevedibile, è legato non tanto al sequestro, la Magistratura difficilmente avrebbe potuto fare altrimenti, ma alla posizione stessa delle strutture e alle lungaggini che si stanno trascinando; inizialmente l’affido giudiziale era stato fatto in capo alla Guardia Forestale poi, visto che si stava rivelando un fastidio e una spesa, è stato addossato per un tempo indefinito, ai “chioscai” stessi che in questo modo oltre ai danni rilevanti hanno avuto anche la beffa di dovervi provvedere, cosa che hanno fatto, ognuno con la sua sensibilità e le sue capacità. La guardiania delle strutture sarebbe dovuta essere fin dall’inizio in capo al Comune, autore di un Progetto che, malgrado i 13 anni trascorsi nell’iter, aveva più di un punto debole, e non ai “chioscai”, certamente inadatti a tale compito come subito segnalato al Comune e alla Magistratura.
Apprezzo che il Comune chieda oggi al Tribunale di poter pulire le aree ma sarebbe stato sufficiente interpellare nei mesi scorsi i proprietari/custodi giudiziali che, senza dubbio , avrebbero acconsentito invece di pagare loro, nei limiti delle loro capacità.
L’unico responsabile, cosa oggi evidente, è il Comune di Modena che ora, dopo tanti mesi e con la vetrina dell’Expo alle porte, dovrebbe concordare le modalità di abbattimento e procedere con strutture che, immagino, debbano essere più leggere, prefabbricate e precarie; rimpallare ai “chioscai” quelli che sono i propri errori e le proprie lungaggine non è solo irresponsabile ma anche ingiusto.
Andrea Galli, proprietario del “Tosco” una delle 4 strutture sequestrate