La famiglia emiliano-romagnola: solida, ma sfiduciata. Nonostante la lunga crisi non abbia risparmiato il territorio regionale, il 42,3% delle famiglie in Emilia Romagna valuta la propria condizione economica “solida”, una quota ben superiore al 31,2% medio nazionale. Le situazioni migliori riguardano le città capoluogo, mentre Bologna appare leggermente al di sotto della media regionale. La percezione del futuro, proprio per le migliori condizioni di partenza, tende, invece, a virare sulla sfiducia, visto che pessimisti (38,7%) e incerti (22,7%) costituiscono la parte maggioritaria dei residenti. Esiste, tuttavia, una parte pari al 23,6% – che a Bologna sale al 31,1% – costituita da chi guarda ai prossimi mesi con speranza e dinamicità.
Preoccupano risparmio, tenore di vita, spese mediche e lavoro. La paura principale degli emiliano-romagnoli è quella di non riuscire a risparmiare più (73,2%) , ma preoccupa la maggioranza dei cittadini non poter affrontare spese mediche indispensabili, soprattutto a Bologna dove raggiunge ben il 72,3% rispetto a una media regionale del 66,2%, portato della presenza di popolazione più anziana che altrove; a Bologna è elevatissimo il timore di perdere il lavoro registrando un valore quasi triplo rispetto alla media regionale.
L’impegno privato nel welfare. Nonostante il giudizio sulla sanità pubblica in Emilia-Romagna sia decisamente positivo (per il 55% funziona bene contro il 41,7% della media italiana), il 78,4% di chi nell’ultimo anno è ricorso a cure mediche ha utilizzato la sanità privata in misura pressoché analoga a quanto succede nel resto d’Italia. Le ragioni del ricorso al privato sono le lunghe liste d’attesa, poter scegliere il medico di fiducia, mancanza del servizio nel pubblico o ricerca di un miglior trattamento.
Il mercato maturo del welfare integrativo. Le famiglie emiliano-romagnole tendono a concentrare il loro interesse verso alcune specifiche tipologie di prodotti di welfare integrativo, ed in particolare le assicurazioni sanitarie private individuali (6,3%), i piani sanitari aziendali (7,2%) e le mutue sanitarie integrative (3,2%), che sono possedute da un numero di famiglie più ampio rispetto al resto del Paese. Ma per il futuro si riscontra una propensione più bassa rispetto al resto d’Italia a dotarsi di strumenti integrativi di welfare. L’indagine ha però registrato una crescente consapevolezza che, date le continue restrizioni cui è soggetto il welfare legato alla spesa pubblica, solo la riorganizzazione di quanto le famiglie emiliano romagnole già spendono di tasca propria, può offrire un’adeguata copertura nel futuro e fornire una base strutturale allo sviluppo di un’economia dei servizi alla persona, la white economy, che certo potrà dare impulso all’occupazione e al Pil.
“Appare oramai maturo il tempo di una nuova integrazione tra gli strumenti di welfare pubblici e privati, capace non solo di garantire la tutela sanitaria e sociale delle persone ma soprattutto di favorire la crescita economica, a partire dai territori” ha detto Pierluigi Stefanini, Presidente del Gruppo Unipol. “Da una virtuosa integrazione pubblico – privata, unita alla valorizzazione dell’economia della salute, dell’assistenza e del benessere della persona, può scaturire un forte cambiamento di tipo produttivo ed occupazionale utile al rilancio economico e sociale del Paese” ha concluso Stefanini.
A proposito dell’integrazione tra pubblico e privato è intervenuta anche Fiammetta Fabris, Direttore Generale di UniSalute che ha detto: “Dobbiamo cogliere le opportunità che ci sono, anche in un momento così delicato dal punto di vista economico, per dare avvio all’istituzione di fondi integrativi del servizio sanitario nazionale, quindi su specifiche tematiche, anche a carattere territoriale. E’ necessario siano aperti, cioè non riservati a specifici gruppi di lavoratori o di professionisti, ma rivolti a tutti i cittadini”.
Sono questi i principali risultati dell’approfondimento sull’Emilia Romagna realizzato nell’ambito del Progetto Unipol – Censis “Welfare, Italia”: Laboratorio per le nuove politiche sociali che sono stati presentati oggi a Bologna da Pierluigi Stefanini, Presidente del Gruppo Unipol e Giuseppe Roma del Censis. A discuterne: Stefano Bonaccini, Presidente della Regione Emilia Romagna, Virginio Merola, Sindaco di Bologna, Elisabetta Gualmini, Vice Presidente della Regione Emilia Romagna e Assessore alle politiche di welfare e politiche abitative, Sergio Venturi, Assessore alle Politiche per la Salute della Regione Emilia Romagna, Vincenzo Colla, Presidente Consiglio Regionale Unipol e Segretario CGIL Emilia Romagna, Giovanni Monti, Presidente Legacoop Emilia Romagna, Massimo Mazzavillani, Direttore CNA Ravenna, Fiammetta Fabris, Direttore Generale UniSalute.
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