“La nostra cultura deve essere pronta a riconoscere respingere il male, anche quando viene dalle nostre case, dalla nostra gente, dalla nostra parte politica: bisogna guardare il male in faccia, come non abbiamo mai fatto in cinquantacinque anni”. Così il sindaco Isabella Conti, intervenendo ieri pomeriggio alla cerimonia di commemorazione per le vittime delle Foibe e dell’Esodo.
Una giornata, il 10 febbraio, istituita solo nel 2005, in ricordo una delle pagine più tragiche della storia d’Italia, che ha visto 350mila italiani fuggire dall’Istria e dalla Dalmazia al termine della Seconda guerra Mondiale sotto la spinta della pulizia etnica delle milizie jugoslave. “Una pagina – ha ricordato ancora il sindaco – che purtroppo la nostra generazione non ha avuto la possibilità di leggere sui libri di storia. Per questo oggi è importante essere qui, perché i nostri figli conoscano la storia e siano attrezzati per difendersi da ogni forma di male e violenza, da qualsiasi parte provenga”.
Presente alla cerimonia, durante la posa della corona d’alloro presso il monumento di via Martiri delle Foibe, il parroco di San Lazzaro Don Domenico Nucci, che ha invitato i presenti a raccogliersi in un momento di preghiera e silenzio in ricordo delle vittime. Un monumento, quello di via Martiri delle Foibe, raffigurante un uomo che, simbolicamente, “esce” da una foiba, metafora di una memoria dimenticata ed ora recuperata alla storiografia ed alla coscienza collettiva. “Personalmente – ha ricordato il vicepresidente del Consiglio comunale Omer Maurizzi – ho dedicato il massimo impegno affinché la città di San Lazzaro dedicasse questo riconoscimento forte alle vittime di questa tragedia. Se è stato realizzato, dobbiamo dire grazie ai tanti cittadini che con volontà e perseveranza hanno fatto in modo che questa memoria riaffiorasse e venisse portata all’attenzione e alla coscienza di noi tutti”.
Dopo la cerimonia, la giornata è proseguita in Mediateca, con la lettura degli elaborati vincitori del concorso “Il sacrificio degli Italiani della Venezia Giulia e della Dalmazia: mantenere la memoria, rispettare la verità, impegnarsi per garantire i diritti dei popoli”, realizzati dagli studenti dell’Istituto statale di istruzione tecnica e scientifica “Archimede” di San Giovanni in Persiceto, guidati dal docente Fabio Poluzzi. Presente il sindaco Conti e il presidente dell’Associazione provinciale Venezia Giulia e Dalmazia, Marino Segnan. “Se questa tragedia è arrivata fino a noi – ha ricordato Segnan – è per merito di chi, per non perdere la propria vita e la propria identità, ha avuto allora il coraggio di fuggire. La nostra più grande soddisfazione come testimoni diretti di quella tragedia è quella di vedere che oggi il messaggio viene recepito, la verità spiegata, riconosciuta. Questa tragedia deve essere un monito per i giovani, che devono sapere cosa sono le foibe, cos’è l’esodo, cosa vuol dire lasciare la propria casa, vedere la propria famiglia spezzata, divisa. Tutti, alla luce di questo, devono poter dire: domani devo aiutare mio fratello; domani devo dare il mio contributo alla comunità”.