Venerdì 13 febbraio la Cgil Emilia Romagna, insieme a tutte le strutture regionali e territoriali, a partire dalla Camera del Lavoro Metropolitana di Bologna, presenta pubblicamente la campagna di raccolta firme a sostegno delle proposta di legge di iniziativa popolare promossa dalla Cgil nazionale in materia di garanzia dei trattamenti dei lavoratori impiegati nelle filiere degli appalti privati e pubblici, contrasto alle pratiche di concorrenza sleale tra imprese e tutela dell’occupazione nei cambi di appalto.
L’iniziativa pubblica si terrà venerdì prossimo presso la Sala Auditorium Unipol Banca, Piazza Costituzione 2, Bologna, dalle ore 9,30 alle ore 13,30. Introdurrà i lavori Antonio Mattioli segreteria Cgil regionale; interverranno rappresentanti delle federazioni di categoria, Andrea Lassandari Presidente Consulta giuridica Cgil Emilia Romagna, Massimo Mezzetti Assessore regionale cultura, politiche giovanili e politiche per la legalità, Vincenzo Colla Segretario generale Cgil Emilia Romagna. Concluderà l’iniziativa Franco Martini Segreteria Cgil nazionale. Modera il dibattito Giulia Gentile, giornalista.
Nel sistema degli appalti si scarica l’abbattimento dei costi di fornitura e la realizzazione di beni e servizi troppo spesso a danno della qualità delle opere e dei diritti dei lavoratori.
In un sistema dove le lavoratrici e i lavoratori sono esposti ad una vita di precariato, senza carriere contributive dignitose, con basse retribuzioni e senza valorizzazione professionale, dove spesso non vengono rispettati i contratti nazionali di lavoro, trovano terreno fertile l’illegalità, la corruzione, il caporalato.
Con questo appuntamento, la Cgil Emilia Romagna intende rilanciare la legge regionale n.3 del 2014 sugli appalti e facchinaggio e la raccolta firme a sostegno delle legge di iniziativa popolare con la quale si intende rafforzare la responsabilità in solido del committente, contrastare l’illegalità, l’evasione, le infiltrazioni malavitose e il massimo ribasso nei contratti di appalto, sancendo regole che consentano nei cambi appalto la tutela occupazionale e l’applicazione contrattuale, oltre all’introduzione delle liste di merito.
La nostra regione, come il resto del paese, ha palesato gli effetti di un sistema fuori controllo con l’inchiesta “Aemilia” e le catastrofiche conseguenze degli eventi climatici causate da un abbandono del presidio del territorio e della frammentazione dei cicli di produzione e servizio, attraverso gli appalti e i subappalti.
Per queste ragioni all’iniziativa del 13 febbraio seguiranno decine di appuntamenti territoriali e migliaia di assemblee nei posti di lavoro, per sostenere le nostre proposte e per affermare che “GLI APPALTI SONO IL NOSTRO LAVORO, I DIRITTI NON SONO IN APPALTO”.