Una delle tre fabbriche ha visto in questi giorni l’ampliamento delle unità produttive, nuove linee per la movimentazione di grandi formati, macchine per la scelta automatica, linee di confezionamento di ultima generazione che creano gli imballi direttamente in macchina, con stampa delle grafiche e dei loghi sulle confezioni. Di particolare rilievo è poi l’innovativa linea di taglio e rettifica a secco “green oriented”, che rispetta le regole per la salvaguardia dell’ambiente, eludendo l’utilizzo dell’acqua. Le polveri prodotte per la rettifica a secco vengono recuperate e reintrodotte nel processo produttivo, presso lo stabilimento di Sassuolo che produce impasti ceramici.
Evoluzioni, queste, che consentono di ampliare le collezioni ceramiche con nuove e interessanti proposte, come gli ultimi formati progettati: 45×90 con 22.5×90 e 15×90 da taglio; 60×120 con 20×120 e 30×120. Lo stabilimento di Rubiera riparte a pieno regime lunedì 9 febbraio, con l’inaugurazione dei nuovi macchinari. L’azienda in questo, seppur breve, periodo di fermo non è ricorsa ad alcun tipo di ammortizzatore sociale.
Ceramica Rondine opera su tre unità produttive dislocate a Rubiera, Vetto e Sassuolo, nel cuore del distretto ceramico, tra le provincie di Reggio Emila e Modena e da lavoro a 300 dipendenti, oltre a generare lavoro per l’indotto, che è linfa vitale per tutelare il mantenimento dei posti di lavoro sul territorio.
Un investimento importante, in linea con la filosofia di un Gruppo da sempre proiettato verso lo sviluppo tecnologico e la ricerca di scenari progettuali d’avanguardia.
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