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Reggio Emilia, operazione Aemilia: convocata un’Assemblea dei Sindaci

Aemilia-carabinieri2Si svolgerà sabato 31 gennaio l’Assemblea dei Sindaci avente come oggetto l’Operazione Aemilia, convocata dal Presidente della ProvinciaGiammaria Manghi, in accordo con il Sindaco del Comune capoluogo Luca Vecchi, il quale, come gli altri 44 sindaci dei Comuni reggiani, ne fa parte, ai sensi dell’articolo 56 della legge Delrio. L’assemblea si svolgerà il 31 gennaio alle ore 15, nella Sala del Consiglio provinciale. Per il presidente Manghi: «Dopo l’operazione compiuta ieri dalle forze dell’ordine, che hanno sgominato il tessuto ‘ndranghetista annidato sul nostro territorio, le istituzioni vogliono continuare ad attivarsi per la tutela della comunità e per l’affermazione della legalità.

L’obiettivo -spiega il presidente- è quello di arrivare all’approvazione di un documento che preveda ulteriori assunzioni di responsabilità da parte delle istituzioni, che sia nell’ottica di coadiuvare la battaglia intrapresa dalle forze dell’ordine contro la criminalità organizzata e le sue ramificazioni. A tal fine, stiamo ad esempio analizzando assieme ai nostri tecnici informatici, delle misure aggiuntive di controllo dei flussi elettorali, come ad esempio la possibilità di fornire online in forma più analitica i dati delle elezioni amministrative seggio per seggio, per agevolare il controllo su possibili meccanismi di inquinamento del voto, a cui si è fatto riferimento anche per la nostra provincia».

All’Assemblea, che è a tutti gli effetti un organo deliberativo delle nuove Province, possono partecipare i Sindaci, o in alternativa, esclusivamente i Vicesindaci, proprio a causa dell’importanza di questo consesso.

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Per le 117 misure restrittive disposte dal gip Alberto Ziroldi di Bologna su richiesta della Procura, le accuse sono, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione, usura, porto e detenzione illegale di armi da fuoco, intestazione fittizia di beni, reimpiego di capitali di illecita provenienza , emissione di fatture per operazioni inesistenti e altro con l’aggravante di aver favorito l’attività dell’associazione mafiosa. Altri 46 provvedimenti sono stati emessi dalle procure di Catanzaro e Brescia.

“La cellula dell’ndrangheta stroncata in Emilia, in 30 anni si è sviluppato ed è cresciuta come una metastasi, partendo da Reggio Emilia attraverso Parma e Piacenza fino ad arrivare alle rive del Po a Cremona”. Ha spiegato il procuratore capo di Bologna, Roberto Alfonso. L’organizzazione “si è prima insediata e strutturata nel territorio, inquinando diversi settori dell’economia a partire dall’edilizia- dice Alfonso- fino ad arrivare a toccare consulenti, ma anche amministratori e dirigenti pubblici, appartenenti alle forze dell’ordine e anche giornalisti”.
 

L’immagine si riferisce ad una telefona intercettata e riportata nell’ordinanza dell’operazione Aemilia, di due personaggi vicini alla cosca Grande Aracri, il giorno del secondo sisma, il 29 Maggio 2012:

“Oh…l’hai sentita l’altra scossa?”…  “E’ caduto un capannone a Mirandola”…  “eh, allora lavoriamo là… “ah sì, cominciamo, facciamo il giro…” a Carpi pure…pure fino a Cavezzo”..  “a Cavezzo un caseificio è da buttare giu”…“stanno facendo una proposta di fare tutto di legno”…”magari, magari” …”dobbiamo preparare tutte le società…quattro società sicure!..” ….”secondo me dobbiamo iniziare a lavorare…già un paio di cutresi sono andati prima di noi…eh!…che noi parliamo e quelli fanno”.

















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