Continua il disagio delle imprese in relazione alla nota vicenda del Sistri, il sistema di tracciabilità dei rifiuti di cui il nostro Paese si è dotato ma che non è mai decollato. Già nel 2010 doveva diventare operativo, ma il suo avvio è stato ripetutamente prorogato o comunque fittiziamente fatto slittare grazie alla non applicazione delle sanzioni che, anche per il 2015, non potranno essere imposte alle imprese che non lo utilizzano.
Se a fronte di un sistema che “non gira” si è avuto il buonsenso di non applicare ancora le sanzioni, diverso è l’atteggiamento circa il contributo da far pagare annualmente alle imprese che rientrano comunque nell’obbligo di adesione al Sistri. Esse, infatti, dovevano versare entro il 31 dicembre scorso il contributo per il 2014, scadenza che è stata prorogata al 31 gennaio prossimo con una nota pubblicata in Gazzetta Ufficiale l’ultimo giorno dell’anno e della quale si è potuto prendere visione solo l’1 gennaio. Il mancato pagamento del contributo 2014 è soggetto a una sanzione che varia da 15.500 a 93.000 euro.
È netto, al proposito, il dissenso di Lapam Confartigianato di Modena e Reggio Emilia: “Siamo di fronte – commenta l’associazione di categoria – a una vicenda incredibile per un Paese civile, all’ennesima riprova di chiusura nei confronti delle aziende: viene chiesto un contributo minimo di 180 euro per il 2014 alle imprese che non hanno mai utilizzato il Sistri semplicemente perché il sistema crea problemi continui, come testimonia il fatto che fino alla fine di quest’anno non verranno applicate sanzioni se non lo si impiega. Risultato, molte imprese dovranno pagare anche qualche migliaio di euro senza un perché. È un’autentica vessazione senza motivo alcuno, e ci meraviglia che dopo cinque anni dall’istituzione del Sistri la classe politica non abbia ancora deciso di mettervi la parola fine. Anzi, a metà anno verrà istituita una gara europea per l’affidamento dell’appalto della gestione del Sistri, aggiungendo nuovi problemi a quelli già esistenti”.
Quanto poi all’entità delle sanzioni a carico di chi non paga il contributo annuale entro il 31 gennaio, a giudizio di Lapam Confartigianato sono scandalose.
“Basti pensare – sottolinea l’associazione – che se un imprenditore non paga 180 euro rischia una multa che può arrivare fino a 93.000 euro. Non è accettabile che siano così pesanti da rischiare di far chiudere una attività. Inoltre, entro il 30 aprile dovrà essere pagato anche il contributo per il 2015, sempre per un Sistri che non funziona e continuamente modificato. Possibile che nessuno tra i decisori abbia il coraggio di chiudere questa incresciosa vicenda? Lapam Confartigianato continua la sua battaglia da ormai cinque anni: ci piacerebbe capire, una volta per tutte, chi è al nostro fianco e chi invece rema contro”.