Circa due ore di dibattito, alcuni emendamenti (respinti) del Movimento 5 Stelle, un quindicina di interventi (anche del sindaco, oltre che degli assessori Savigni e Pigoni) prima del sì. L’ok all’istituzione (o meglio l’atto di indirizzo che vincola in tal senso l’amministrazione) dei registri delle unioni civili arriva quando la seduta del consiglio comunale si è già allungata ben oltre la notte. A favore hanno votato parte del pd, lista civica Pistoni, contro Forza Italia, Sassolesi per un risultato finale di 13 voti a favore e 11 contrari e, nel corso del lungo dibattito (sulle prossime edizioni un ampio resoconto) diversi accenti polemici, con Forza Italia che ha chiesto il ritiro dell’ordine del giorno e Caselli dei Sassolesi che ha parlato di «battaglia ideologica»e di «strumento che viola la legge». Nessuna battaglia ideologica, secondo El Barrani del pd, ad avviso del quale si porta invece avanti «una battaglia di civiltà». Che ha tuttavia messo a dura prova la tenuta del pd, con Prodi, Ghinelli e Venturelli che hanno votato contro («voto – la precisazione – di opinione») senza tuttavia che i numeri dell’aula mutassero in senso decisivo, fermando l’ordine del giorno che invece passa.
(a seguire il resoconto dell’Ufficio Stampa del Comune)
IL CONSIGLIO COMUNALE DICE SI ALLA REGISTRAZIONE DELLE UNIONI CIVILI
Approvato con 13 voti favorevoli ed 11 contrari l’Ordine del Giorno che invita Governo e Parlamento a legiferare in materia ed il Sindaco ad istituire uno strumento per la registrazione delle unioni.
La richiesta al Governo ed ai Parlamentari modenesi di legiferare in materia di “diritti e doveri delle unioni civili tra cittadini sia dello stesso sesso che di sesso diverso” e l’invito al Sindaco di “promuovere ogni azione, anche all’interno dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani, per stimolare il processo legislativo nazionale e per istituire un idoneo strumento comunale per la registrazione delle Unioni Civili in cui fare confluire la registrazione volontaria dei matrimoni omosessuali contratti all’estero ma anche quelle di tutte le unioni civili tra cittadine e cittadine dello stesso o diverso sesso”.
Questo quanto previsto dall’Ordine del Giorno sottoscritto da 4 Consiglieri della Lista Civica Pistoni (Rossi, Del Neso, Matozza e Del Sante) e 7 del gruppo PD (El Barrami, Bonettini, Mesini, Zanoli. Catucci, Chersoni, Megale), ed approvato dal Consiglio Comunale, con 13 voti favorevoli ed 11 contrari, nella seduta serale di martedì 20 gennaio.
A favore della proposta si sono espressi, oltre agli 11 firmatari del documento, il Sindaco Claudio Pistoni ed il Presidente del Consiglio Serena Lenzotti.
Contro la proposta si sono espressi i gruppi Sassolesi, Sassuolo 2020, Forza Italia, i Consiglieri del gruppo PD Prodi Ghinelli e Venturelli ed il Movimento 5 stelle; quest’ultimo, per voce del Consigliere Rutigliano, ha motivato il proprio voto contrario a seguito della bocciatura dell’emendamento presentato dal gruppo stesso per inserire il registro delle Unioni nel registro di Stato civile, al fine di fondare l’atto stesso con un motivazione forte, anche sotto l’aspetto giuridico. Ipotesi, quest’ultima, respinta dai proponenti dell’Ordine del Giorno, per voce del Consigliere Rossi, con “la motivazione di volere tenere l’istituzione del registro sul piano simbolico e dell’atto di indirizzo politico, anche per non andare contro la legge”.
Ed è stata proprio l’assenza di una legge nazionale in materia uno dei principali argomenti al centro del dibattito politico tra i gruppi consiliari che ha anticipato il voto.
Se nell’illustrare il documento il Consigliere El Barrami (PD) ha parlato della necessità di una “veloce ed inequivoca produzione legislativa adeguata ai cambiamenti sociali tesa a governare il cambiamento ed al riconoscimento delle unioni diverse dalla famiglia tradizionalmente intesa ed all’estensione di diritti e doveri”, il capogruppo della Lista Sassolesi Luca Caselli ha parlato “di atti contrari all’ordine pubblico. Ci sono certamente dei passi avanti da fare sul fronte dei diritti delle unioni tra persone non sposate – ha affermato – ma qui siamo di fronte ad una deriva ideologica, in base alla quale i desideri diventano diritti e, nel caso delle unioni tra persone dello stesso sesso, viene sancita la morte del diritto naturale. Sul piano pratico questi registri hanno dimostrato la loro inutilità ed in molte realtà dove sono stati istituiti si sono dimostrati un flop. Questi atti vanno contro sia ai principi del diritto naturale ma anche contro la legge. Per questo il nostro voto è contrario”.
“E’ oggettivo che le coppie affettive possono essere molteplici ed esiste il problema da un punto di vista amministrativo e procedurale, vista mancanza di una legge nazionale che a quanto risulta non c’è nemmeno nei programmi del governo di sinistra – ha affermato il Consigliere Silvano Rutigliano (M5stelle). Senza una normativa nazionale provvedimenti come quello in discussione, che si limitano a segnalare il problema senza porre degli impegni precisi, rimangono a livello della demagogia e del populismo. Per questo proponiamo un emendamento con il quale chiediamo al comune un atto di coraggio: la registrazione di queste unioni negli strumenti di stato civile già esistenti, come già successo in realtà come Napoli, nella consapevolezza che questo potrebbe esporre gli amministratori ad eventuali denunce e contenziosi, legati al possibile contrasto con legge vigente ed ai principi sanciti dall’art.29 della costituzione riguardante la famiglia”. Il Capogruppo del M5stelle Huller ha di seguito annunciato, in caso di mancato recepimento dell’emendamento stesso, il voto contrario del gruppo.
L’Articolo 29 della Costituzione sulla famiglia è stato richiamato anche dal Capogruppo di Forza Italia Claudia Severi che nel suo intervento, concluso con la richiesta di ritirare l’ODG, ha ricordato la circolare del Ministero degli interni che definisce l’illegittimità “della trascrizione dei matrimoni contratti all’estero tra persone dello stesso sesso nei registri dello stato civile italiano, per il fatto che tali matrimoni non sono previsti dalla legge. E’ chiaro che in questo contesto – ha affermato – provvedimenti di questo tipo sono inutili esercizi verbali, senza alcun effetto sul piano giuridico. Un aspetto confermato anche dai flop registrato in tanti comuni dove sono stati istituiti snobbati, proprio per la loro inutilità, anche da coloro per i quali sono stati creati”.
Il Consigliere Giorgio Barbieri (Lista Sassuolo 2020), ha invitato “il Sindaco ed il Presidente del Consiglio Comunale ad astenersi dal voto al fine di garantire l’imparzialità rispetto ad un atto che divide tanto ma che nulla aggiunge sul piano dei diritti e della vita sociale. Si tratta di strumenti fantasiosi, dal contenuto più ideologico che pratico, contrari alla legge ed alle disposizioni del Ministero dell’interno, ed i comuni che li hanno creati rischiano di essere oggetto di una indagine amministrativa”.
Richiama la valenza simbolica e politica dell’Ordine del Giorno il Consigliere firmatario Antonio Rossi (Lista civica Pistoni): “E’ ovvio che non possiamo produrre nulla sul piano giuridico. L’obiettivo di questo atto è impegnare il legislatore a produrre una normativa capace di mettere l’Italia al passo di altri paesi europei dove i diritti delle unioni civili sono garantiti. Al sindaco non chiediamo di andare contro la legge ma di esprimere un indirizzo politico che corrisponde ad un grande atto di civiltà”.
“L’istituzione di un registro comunale è un atto con risvolti tecnici e giuridici che va ben al di là dell’atto politico – afferma il Consigliere Claudio Corrado (Lista Sassolesi), e fa il gioco di una lobby politica, che attraverso leggi come quella sull’omofobia, tende a ribaltare la legge naturale; una lobby che attraverso battaglie ideologiche condotte anche all’interno delle scuole, mira a cancellare le differenze e la famiglia intesa come luogo naturale di sviluppo sociale, sostituendo ad essa qualsiasi ambiente. Con atti come in quello in discussione non si fa nessun servizio alle unioni civili, e tantomeno alle coppie omossessuali. Questo motiva il nostro voto contrario”.
Nel motivare il proprio voto contrario, il Consigliere Comunale Nicola Prodi (PD) distingue due piani: da un lato quello della valenza politica, ridimensionata dal fatto che nelle linee programmatiche di mandato dell’Amministrazione, che rappresenta il vero vincolo politico della maggioranza, non si fa menzione dell’istituzione dei registri o di altri strumenti previsti dall’ordine del giorno; dall’altro quello del voto di opinione che su temi di questa natura riflette i vissuti e la visione antropologica di ognuno e che deve trovare nella politica una sintesi. L’impianto dell’ordine del giorno non ci convince, in quanto basato su una prospettiva di piena equiparazione di tutte le forme di unione alla famiglia costituzionalmente intesa. Soltanto all’interno di un quadro normativo nazionale potremo più efficacemente istituire sul nostro territorio gli strumenti anagrafici legali più appropriati”.
Posizione quest’ultima, dichiaratamente condivisa dal Vicesindaco Maria Savigni: “Il dibattito sulle unioni civili sta emergendo anche all’interno del mondo ecclesiale e cresce la richiesta di normare situazioni che esistono, che condizionano la vita delle persone non unite dal matrimonio e che definiscono un cambiamento della società che siamo chiamati a governare. Il nostro obiettivo oggi è garantire il diritto sia delle unioni di fatto tra persone che per diversi motivi non si ritrovano nel patto del matrimonio, sul piano per esempio dell’assistenza reciproca, sia il diritto delle unioni fondate sul matrimonio. Senza però senza sovrapporre il matrimonio ai patti di civile convivenza che per loro natura ed in virtù dell’articolo 29 della costituzione della Costituzione, sono diversi. Nel confronto e nel dibattito sia nazionale che locale sul tema è necessario affermare l’importanza di un elemento comune, quello della responsabilità reciproca, di diritti e di doveri delle persone. Un elemento fondamentale in una società in cui le relazioni sono sempre più frammentate”.
Concordando con le posizioni espresse dal Vicesindaco Maria Savigni e dal Consigliere Nicola Prodi, l’Assessore Giulia Pigoni ha affermato di non ritenere “giusto porre in questo modo un argomento così delicato e sensibile per la vita, gli affetti e le sofferenze delle persone. Pur riconoscendo l’importanza di confrontarsi su questi temi, non è nostro compito legiferare in materia di convivenze in materia di convivenza e di famiglia. Per questo avrei voluto che questo Ordine del Giorno sollecitasse il Parlamento a legiferare in materia, i parlamentari locali a farsi promotori di un disegno di legge, ed il Sindaco a discutere con altri Sindaci all’interno dell’Anci, perché il tema c’è ma va affrontato nelle sedi opportune. Non condivido l’istituzione di un registro che non porta nessun beneficio reale a coloro per i quali in teoria questo registro verrebbe istituito”.
Il Consigliere Pasquale Del Neso, (Lista civica Pistoni), firmatario dell’ODG, ribadisce “la legittimità di un registro che introduce elementi positivi per le coppie di fatto. Si tratta di diritti estesi ad Unioni che non sottraggono alcun diritto alla famiglia ma li affiancano. I registri delle Unioni civili semplicemente si affiancano, senza sovrapporsi, a quelli anagrafici, e vanno ad estendere diritti oggi di fatto negati: tra questi il diritto di ritirare il figlio del convivente a scuola, il sostegno in ospedale, la nomina di amministratori di sostegno o la detrazione delle spese per la ristrutturazione della casa. Non si tratta di sottrarre diritti a chi già li ha ma di darne a chi non li ha”
“Non condivido l’affermazione che si tratta di un fatto ideologico – ha specificato in apertura del suo intervento il Consigliere PD, firmataria dell’ODG, Susanna Bonettini – e vorrei riportare la discussione sul piano politico, partendo dalla consapevolezza che la società è cambiata, così come la famiglia è cambiata, e dal riaffermare il valore della laicità delle istituzioni che significa riconoscere i diritti di tutti al di la delle opinioni e dai vissuti personali. Non concordo con chi dice che questo strumento (ODG) non serve, perché in realtà rappresenta un atto politico molto forte e non concordo con chi ritiene che il livello territoriale non sia giusto per discutere di questi temi. Ricordiamo che su questioni come aborto e divorzio l’azione non è arrivata dall’alto dal fronte nazionali, ma su spinta dal basso”.
Posizione ripresa dal Consigliere firmatario dell’ODG Giuseppe Megale (PD): “Un Consiglio Comunale ha il dovere di spingere il Parlamento a legiferare su un tema sul quale registriamo molta ipocrisia. Sia chiaro. Nessuno toglie nessun diritto alla famiglia fondata sul matrimonio e su un tema come questo è giusto che ogni consigliere comunale si esprima sulla base della propria coscienza e del proprio vissuto, senza retro pensieri”.
“Nel corso del dibattito, sull’argomento è stato espresso tutto ed il contrario di tutto – ha affermato il Consigliere di Forza Italia Ugo Liberi. Questo atto va esattamente nella direzione di conquistare consenso politico. Si è ribaltata la normale dialettica istituzionale con dichiarazioni contradditorie anche all’interno di stessi interventi. Io sostengo che questo non sia un tema da affrontare a livello comunale e che anzi rischia di esporre il livello comunale, ed in particolare il Sindaco, a conseguenze simili a quelle che hanno investito il Sindaco di Milano accusato di disattendere le disposizioni di legge”.
“Il dibattito di questa sera ha offerto importanti spunti di riflessione su un tema importante ed attuale della rappresentanza dei diritti delle persone conviventi sia etero che omosessuali – ha affermato il Sindaco Claudio Pistoni chiudendo la discussione. Si tratta di tema trasversale nella nostra società e che sarebbe sbagliato incasellare in una interpretazione ed in una visione ideologica. Proprio perché presenti nella nostra comunità è giusto che su questi argomenti ci si confronti anche nell’alveo del Consiglio Comunale. L’atto che abbiamo discusso è simbolico, ma ci permette sia di chiedere ai nostri parlamentari ed al governo di intervenire di questa materia, sia di istituire uno strumento per la registrazione delle coppie di fatto che ci sono nella nostra comunità. Al di la delle visioni, delle opinioni e dei vissuti personali rispetto a questo argomento, e che vanno rispettato ritengo che ci sia un elemento dirimente e comune per i ragionamenti e le scelte sull’argomento: l’amore tra due persone, anche dello stesso sesso, che vogliono fare un progetto di vita e che nella società di oggi spesso non trovano risposte. L’amore, per tutti i tipi di famiglia, in una società complessa ed in continua trasformazione, rappresenta l’elemento di fondo. Per questa visione voto a favore di questo ordine del giorno, nella convinzione che questo possa rappresentare questa città senza remore e ragionamenti di strategia politica o di interesse personale”.