Sostenere la ripresa economica e creare occupazione stabile e qualificata, anche rilanciando gli investimenti (80 milioni nel triennio, con una svolta rispetto agli ultimi anni) per garantire la migliore cura della città, la sicurezza del territorio e degli edifici pubblici, i processi di riqualificazione e rigenerazione urbana. Sono le indicazioni contenute nella proposta del Documento unico di programmazione (Dup) del Comune di Modena illustrato oggi, lunedì 19 gennaio, alla commissione consiliare Risorse dall’assessore al Bilancio Ludovica Carla Ferrari in vista della presentazione in Consiglio comunale in programma per la prossima settimana.
Il Dup precede l’elaborazione del bilancio di previsione, che l’amministrazione comunale prevede di presentare al Consiglio comunale entro la metà di febbraio, e descrive le strategie di governo e gli obiettivi indicando le misure economiche, finanziarie e gestionali necessarie a realizzarli.
La manovra reale per il pareggio 2015 definita nel documento è di 14,2 milioni di euro, una cifra in gran parte dovuta ai “tagli” nazionali dell’ultima legge di stabilità e degli effetti dei provvedimenti degli ultimi anni, ma con circa tre milioni di euro di maggiori spese emerse nel bilancio comunale, in particolare nel settore istruzione e per l’incremento dei fondi crediti di dubbia esigibilità delle contravvenzioni stradali e della tassa sui rifiuti.
Per raggiungere l’equilibrio, il Dup prevede una riduzione della spesa di 5,2 milioni di euro e una manovra fiscale di circa 9 milioni di euro intervenendo solo su Imu e Tasi, con un gettito complessivo che sarà comunque inferiore a quello del 2012. Non sono previsti altri aumenti tributari (Irpef, Tosap, affissioni, passi carrai, imposta di soggiorno) e anche le tariffe rimangono bloccate con l’ulteriore garanzia dell’applicazione della nuova Isee per la salvaguardia delle famiglie coinvolte da crisi aziendali e dell’accesso ai servizi per le fasce deboli della popolazione. Nel corso degli ultimi anni – spiega il documento – il Comune ha adottato ripetuti provvedimenti di taglio della spesa ed efficientamento della propria struttura con la spesa corrente che è scesa dai 216 milioni del 2009 ai 191 del 2014, mentre quella per il personale, nello stesso periodo, è passata da 72 a 62 milioni.
Nel 2015, pur garantendo i servizi di welfare e aumentando l’impegno per la sicurezza e la legalità, come è stato previsto dal Patto per la crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, le riduzioni della spesa saranno quindi di 5,2 milioni. Una cifra che sarà destinata ad aumentare negli anni seguenti a seguito delle politiche di innovazione della struttura e della gestione dei servizi. Si escludono, quindi, “chiusure, riduzioni di qualità dei servizi e tagli drastici ai trasferimento verso famiglie, imprese e associazioni”, ma si continua a lavorare su politiche di riordino organizzativo e di cambiamento delle forme di gestione dei servizi con azioni che “si rendono necessarie non solo per reggere l’urto dei tagli immediati, ma per garantire la sostenibilità dei servizi pubblici nel medio periodo e, ove possibile, per reperire risorse da destinare al loro sviluppo qualitativo e quantitativo”.
Il Dup indica anche le caratteristiche di fondo della manovra fiscale da 9 milioni di euro, che si ispira a principi di equità e progressività incidendo maggiormente sulla ricchezza patrimoniale in senso stretto, ma la definizione analitica delle aliquote avverrà in occasione della presentazione del bilancio. Rimangono confermate, comunque, tutte le detrazioni per l’abitazione principale e per le famiglie l’aumento medio sarà di circa 19 euro all’anno.
Per le altre abitazioni l’aumento medio sarà sui 94 euro, mentre rispetto ai fabbricati produttivi non sono previsti aumenti per uffici, negozi e laboratori usati direttamente dai proprietari. Per banche e assicurazioni si prevede un aumento medio annuo di 700 euro, per gli uffici di 200 euro, per negozi e laboratori di 90 euro all’anno.
Per la Tari è previsto un aumento medio di circa il 3,7 per cento a causa dell’adeguamento del fondo rischi entrate di dubbia esigibilità.
Nel Dup si annuncia anche un rilevante impegno sul versante del recupero dell’evasione e dell’elusione di imposte, tasse e tariffe, oltre che sul recupero crediti, particolarmente significativo per le sanzioni da violazione del Codice della strada. In particolare, sarà intensificata la collaborazione e l’interscambio di dati con l’Agenzia del territorio e con l’Agenzia delle Entrate.
RILANCIARE GLI INVESTIMENTI: 80 MILIONI NEL TRIENNIO
Circa la metà nel 2015: priorità agli interventi per edilizia scolastica e manutenzione della città. Per finanziarli oneri urbanistici e alienazioni mobiliari
Edilizia scolastica e manutenzione e cura della città sono le priorità per gli investimenti comunali indicate nella proposta del Documento unico di programmazione (Dup) illustrata alla commissione consiliare Risorse dall’assessore al Bilancio Ludovica Carla Ferrari, che ha sottolineato l’importanza per lo sviluppo della città di programmare 80 milioni interventi nel triennio, quasi la metà concentrati nel 2015.
“Un livello di investimenti oscillante fra i 9 e i 15 milioni di euro, come quello degli ultimi anni, non solo non aiuta la ripresa – è scritto nel documento – ma rischia semplicemente di accreditare un declino della città”.
Il rilancio degli investimenti, quindi, nei limiti resi possibili dal rispetto del patto di stabilità e dalla direttiva pagamenti, prevede lavori in settori di valenza strategica con ritorno immediato sull’attività delle imprese e sulle condizioni di sicurezza e di fruibilità dei beni pubblici, ma che “pesano ancor più in prospettiva laddove si considerino il valore dell’istruzione per la crescita economica e l’uguaglianza dei cittadini e il valore della qualità urbana per la qualità della vita e l’attrazione di investimenti e talenti”.
Per finanziare questo programma vengono assunti orientamenti netti: “Le entrate in conto capitale derivanti dagli oneri urbanistici e cimiteriali devono essere destinate prevalentemente alla manutenzione urbana e del patrimonio pubblico in genere; per l’edilizia scolastica occorre il coraggio di reimpiegare il patrimonio pubblico immobiliare e soprattutto mobiliare, in ragione della sua maggiore domanda di mercato”. Anche l’eventuale vendita di patrimonio immobiliare servirà a incrementare il piano degli investimenti. La distribuzione del finanziamento degli 80 sarebbe quindi questa: 21 milioni di entrate in conto capitale (grazie anche allo Sblocca Modena che permette di accelerare l’avvio di interventi privati), 29 milioni da alienazioni mobiliari, 30 milioni di contributi, in prevalenza legati ai fondi post sisma per il recupero dei beni danneggiati.
I vincoli del Patto di stabilità comportano la necessità di coordinare i pagamenti e i finanziamenti per il terremoto non sono al momento escludi dal Patto. Nella legge di stabilità, però, sono stati esclusi dal calcolo gli investimenti finanziati con fondi provenienti dalla cessione di quote di società partecipate.
Il documento precisa che, pur non escludendo a priori la possibilità di ricorrere a mutui o altre forme di indebitamento, si ritiene “che tale metodo presenti troppo controindicazioni, a partire dall’effetto nefasto che esso produce sul patto di stabilità, aumentando i pagamenti senza incrementare gli incassi”.
Dal 2016, comunque, la riforma costituzionale e la legge attuativa vietano l’assunzione di debiti per investimenti, fatto salvo un ambito autorizzatorio regionale, con cui la Regione ripartisce il debito eurocompatibile tra i diversi enti locali. Il Comune di Modena – ricorda il documento – ha comunque presentato la domanda di finanziamento sui fondi nazionali per l’edilizia scolastica.