Il Tar del Lazio, rispondendo a un ricorso presentato dall’Anci, ha emanato una sospensiva sul pagamento dell’Imu per i terreni agricoli montani (sopra i 600 metri di altitudine), pagamento previsto per il 26 gennaio. Il Tribunale amministrativo, però, deciderà definitivamente sull’imposta solo il 21 gennaio.
“In pratica siamo appesi a questa speranza – sottolinea il Presidente Lapam Confartigianato di Castelnovo ne’ Monti, Gabriele Arlotti – per cancellare una norma che francamente non è solo cervellotica, ma dannosa. Nel nostro Appennino – prosegue l’associazione di categoria – vi sono molti terreni classificati come agricoli ma che, di fatto, non producono alcun reddito per i proprietari. Pagare l’Imu su questi terreni rappresenta una tassa di possesso che penalizza ulteriormente un territorio già di per sé svantaggiato, come quello montano. Si parla tanto della necessità di salvaguardare il territorio dal dissesto idrogeologico (i recenti casi di frane e di alluvioni, purtroppo, confermano l’urgenza di interventi di risanamento) e, come risposta, lo Stato chiede denaro a persone che possiedono terreni infruttiferi. Ci sfugge la logica – conclude il dirigente Lapam Confartigianato – evidentemente l’unico obiettivo è fare cassa e non si vedono interventi a favore della montagna e delle persone che in queste zone vivono e lavorano. Questi provvedimenti hanno come corollario l’accelerazione dello spopolamento della montagna. Francamente non ne capiamo il motivo”.