Quasi trecento ricercatori al lavoro, una decina di spin off universitari, ma soprattutto porte aperte alle imprese. È il Tecnopolo di Modena, il luogo pensato dalla Regione per far incontrare le aziende e i laboratori universitari, generando innovazione e quel salto di qualità di cui il nostro tessuto produttivo ha bisogno per rafforzare la propria competitività e agganciare stabilmente la ripresa.
Il Tecnopolo, uno degli 11 che faranno parte della Rete Regionale Alta Tecnologia, è stato inaugurato questa mattina a Modena all’interno del Campus di Ingegneria “Enzo Ferrari” dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. Ha richiesto un investimento pari a 5,7 milioni di euro coperti grazie al finanziamento europeo messo a disposizione dalla Regione Emilia-Romagna, all’impegno e alla disponibilità dell’Ateneo e al sostegno di Camera di Commercio e Fondazione Cassa di Risparmio di Modena.
Dal Tecnopolo si potrà avere accesso ai laboratori dei centri interdipartimentali Intermech-MORE per la meccanica avanzata, Softech-ICT per le tecnologie dell’informazione e al Centro interdipartimentale di Medicina Rigenerativa e Cellule Staminali “Stefano Ferrari” (CIDSTEM), contiguo alla nuova struttura aperta oggi. All’interno del Tecnopolo, comprendente anche spazi ricavati dall’ampliamento dei Laboratori Pesanti del DIEF, avranno sede anche un incubatore per spin off universitari e la Fondazione Democenter, cui spetterà il compito di accogliere le imprese per comprenderne i bisogni e individuare finanziamenti e opportunità per darvi risposta.
Intermech MORE
Il Centro interdipartimentale, a cui afferiscono Docenti e Ricercatori del Dipartimento di Ingegneria “E. Ferrari” (DIEF) di Modena, del Dipartimento di Scienze Fisiche Informatiche e Matematiche (FIM) di Modena e del Dipartimento di Scienze e Metodi dell’Ingegneria (DISMI) di Reggio Emilia offre alle imprese servizi specialistici di ricerca industriale per:
simulazione e progettazione avanzata per la meccanica, motoristica e automotive;
soluzione di problematiche legate al comportamento dinamico delle macchine;
energetica;
progettazione di materiali e sistemi meccatronici;
ottimizzazione delle superfici di contatto per problemi di attrito e usura.
e svolge le attività di ricerca correlate anche nei settori ICT, materiali e superfici, meccatronica, design industriale. Ad Intermech lavorano oltre 100 fra docenti e ricercatori universitari e giovani ricercatori non strutturati assunti a progetto.
Softech – ICT
Il Centro promosso dal Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” (DIEF) e dal Dipartimento di Economia “Marco Biagi” promuove, coordina e svolge attività di ricerca applicata, industriale e di trasferimento tecnologico nel settore ICT, con competenze in
· Sviluppo software per sistemi informatici e sistemi informativi
· Tecnologie visuali e analisi di dati multimediali
· Applicazioni ICT per l’elettronica, l’automatica e le telecomunicaizoni
· Infrastrutture e sistemi distribuiti, mobili e cloud
· Modelli di Business, marketing e organizzazione delle imprese.
A esso afferiscono oggi:
· 40 docenti e ricercatori dell’ateneo
più di 35 giovani ricercatori non strutturati
CIDSTEM
Il Centro Interdipartimentale Cellule Staminali e Medicina Rigenerativa (CIDSTEM) dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia ha sede presso il Centro di Medicina Rigenerativa “Stefano Ferrari”, punto di riferimento internazionale per le terapie avanzate mediante l’utilizzo di cellule staminali epiteliali, che dispone di un’officina farmaceutica di produzione autorizzata GMP (Good Manufacturing Practice).
Il primo prodotto attualmente disponibile è una coltura di cellule staminali corneali per la ricostruzione della cornea gravemente danneggiata da ustioni chimiche e termiche della superficie oculare con conseguente deficit di cellule staminali limbari. Altri prodotti di terapia cellulare e genica ottenuti da colture di cellule staminali di diversi epiteli di rivestimento sono in fase di sviluppo pre-clinico o di sperimentazione clinica.
Il CIDSTEM offre inoltre un servizio di implementazione di ricerca e sperimentazioni cliniche, approvate dagli enti regolatori, di terapie avanzate che prevedono colture cellulari in GMP.
Fondazione Democenter
La Fondazione Democenter riunisce istituzioni, associazioni di categoria, fondazioni bancarie e oltre 60 imprese del territorio. Ha sede nel Tecnopolo di Modena, dove sarà il punto di riferimento delle imprese grazie all’esperienza maturata ed ai risultati conseguiti in questi anni.
Ogni euro di risorse pubbliche incamerate la Fondazione Democenter – attraverso le proprie attività a favore delle imprese – ne fa arrivare sul territorio 39. Questo volano positivo ha prodotto in un anno:
risorse per imprese e università, per progetti di innovazione, pari a 12,2 milioni (27,7 nel biennio);
240 nuovi posti di lavoro, qualificati e di alta professionalità, quasi esclusivamente per giovani laureati;
un sostegno concreto per 137 start up, che hanno utilizzato i servizi degli incubatori e della nostra rete per crescere e affermarsi sul mercato.
I lavori per la realizzazione del Tecnopolo sono iniziati il 27/09/2012 e si sono conclusi il 31/05/2014. Gli interventi sono progettati e realizzati rispettando le più aggiornate normative antisismiche; sono stati introdotte alcune soluzioni particolarmente innovative di contenimento energetico, in collaborazione con il delegato d’Ateneo per il risparmio
energetico Paolo Tartarini di Unimore: cool roof che ha permesso di abbattere del 90% l’assorbimento della radiazione solare, impianto fotovoltaico in copertura, facciata ventilata, sensori di presenza in tutti i locali ai quali sono collegati il funzionamento dell’impianto di illuminazione e condizionamento ambiente.
“La realizzazione della struttura che ospita il Tecnopolo di Modena – afferma il Rettore dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia prof. Angelo O. Andrisano – rappresenta in questo momento il contributo più significativo che le istituzioni possono dare alla crescita del territorio ed al sistema delle sue imprese. In questo spazio trovano sede alcune delle eccellenze che hanno distinto UNIMORE nel campo della ricerca industriale e tecnologica e della medicina. Avere una struttura che sia un incubatore di spin off e start up di impresa è un’operazione di grandissimo rilievo e strategica per il rilancio dei territori. Nel Tecnopolo trovano sintesi importanti e validi progetti di ricerca che, insieme alle imprese, stiamo portando avanti con personale strutturato e giovani ricercatori, chiamati a confrontarsi sulle problematiche connesse allo sviluppo dei processi, alla qualificazione dei prodotti ed all’apertura di nuove frontiere della tecnologia. L’obiettivo di questo, che sarà il più grande laboratorio di ricerca di tutta la provincia, è aiutare le imprese ad essere più competitive”.
“La ricerca e l’innovazione sono l’asse essenziale per il rilancio dell’economia europea e per la crescita dell’occupazione – commenta Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna – la Regione sarà impegnata ad ottenere il riconoscimento dell’Emilia Romagna come grande Hub europeo della ricerca, valorizzando e investendo sulle infrastrutture e le competenze, ma soprattutto sulla ricerca, in collaborazione con l’industria. L’inaugurazione del Tecnopolo modenese, in questo senso, rappresenta un tassello importante, che si aggiunge alla Rete Alta Tecnologia e dei Tecnopoli, coordinata da Aster e costituita da 11 Tecnopoli, 36 laboratori di ricerca industriale, 41 laboratori e 11 centri per l’innovazione. Questa rete va ulteriormente rafforzata e, all’interno di Horizon 2020, va messa nelle condizioni di operare come una sola grande infrastruttura di dimensione europea. Così facendo, la Rete può configurarsi come fattore di attrattività internazionale per investimenti e talenti, oltre che per le imprese che su questo territorio vogliono investire nel campo dell’innovazione e della ricerca”.
“Oggi da Modena – ha detto il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli – viene un esempio di efficienza e di serietà, con il Tecnopolo inaugurato nei tempi previsti, e si tratta di un passo fondamentale per un sistema, quello modenese ed emiliano-romagnolo, che può e deve stare al passo con i territori più competitivi d’Europa. Non a caso, il 65% delle imprese modenesi ha investito in innovazione nell’ultimo anno. Con il nuovo Tecnopolo si rafforza l’integrazione tra il mondo della ricerca e dell’università e quello delle imprese: una necessità per la crescita di questo territorio, che per noi è un obiettivo irrinunciabile. Rilanceremo Modena attraverso investimenti mirati e forti su cultura e sapere”.