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Sayoko Onishi e la danza Butoh sabato al Drama di Modena

SayokoAncestrale, provocatoria e profetica la danza Butoh è un appuntamento atteso dagli appassionati  della dell’arte e della danza giapponese  e non solo. Avvenimento piuttosto raro nella nostra città soprattutto se protagonista è Sayoko Onishi, coreografa danzatrice e regista giapponese (nata a Hokkaido, nel 68) che conta prestigiosi riconoscimenti al suo paese e nel mondo.

Alle ore 21 di sabato 13 dicembre la danzatrice è in scena al Teatro Drama (via Buon Pastore 57° Modena) con Primavera siciliana, la coreografia  vincitrice del  Premio Die Platze Contemporary Dance Festival di Tokyo. Una danza che, secondo l’intuizione della danzatrice, suggerisce quanto il passato domini il presente, e quanto le antiche personalità che formano il nostro io attraversano e guidano il corpo e la mente.  “Personalità diverse disperse nell’universo – dice l’autrice – Non sappiamo più quale sia la persona che sta danzando”. (Le maschere e costumi di Mity Manzella, la musica di Antonio Leto).

Alle 21, 30 sempre di sabato al Drama, è in scena con Animal Science, primo premio al Concorso Internazionale solista di danza contemporanea di Augusburg in Germania. Una sorta di lotta di sopravvivenza tra scienza e mondo animale, dove la scienza deforma la vita animale per sviluppare una forma nuova. La furia dell’animale si rivolta contro il potere della scienza e infine, mescolando le due forze, scaturisce un’unica energia dell’universo. (Le musiche di Tony Lloyd, direzione artistica Hermann Markand).

Il Butoh, che letteralmente significa danza camminata, pestata con i piedi (dagli elementi dell’ideogramma giapponese bu= danza, toh=passo, piede), nasce negli anni venti quando alcuni danzatori giapponesi andarono in Germania a studiare la danza europea. Prese vita così questa particolare forma artistica, sintesi di danza e teatro, che “pestando con i piedi”  faceva volare il corpo e la mente. Il Butoh degli inizi era visto come provocatorio, fisico, erotico e al tempo stesso grottesco. Alcuni lo definirono “la versione punk della danza classica giapponese”. I volti dipinti, le teste rasate, la nudità dei danzatori di Butoh, le distorte coreografie creavano, infatti, un forte contrasto con l’estetismo della danza tradizionale. Oggi il Butoh, con il suo miscuglio di elementi giapponesi e occidentali si è allontanato dalle sue origini e si è divulgato nel mondo assumendo forma diverse a seconda degli artisti che lo rappresentano. L’aspetto unificante di tutte queste nuove forme è la spiritualità e la severissima preparazione che l’artista deve possedere per poter realizzare la sua performance. Il Butoh, infatti, ha molto a che fare con la meditazione e l’addestramento delle arti marziali ma anche con la danza nel senso tradizionale, elemento questo comune a tutte le forme di arti marziali che hanno origine nell’ estremo Oriente. Caratteristiche coreografiche del Butoh sembrano ancora essere i corpi dipinti (di bianco, d’oro, argento o, viceversa, la assoluta, totale nudità), le teste rasate o l’acconciatura sovraccarica ed elaborata, mentre la danza con gesti lenti e posizioni contorte è tesa ad evocare immagini di paura e disperazione o di erotismo ed estasi. Maestri ispitarori del Butoh Antonin Artaud, il Marchese De Sade, Friedrich Nietzsche, Yukio Mishima autori che hanno fatto vacillare il mondo ordinato della ragione per sostituirlo con il caos primordiale e l’erotismo.

(La Corsa di Fuochi, programma sostenuto da Cassa di Risparmio di Modena, Comune di Modena  e Regione Emilia Romagna, con la collaborazione di Arci, Cgil e Civ fa parte del progetto Andante). Prenotare al 328 1827323 -059 7872766  artistidrama@gmail.com

 
















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