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Meno sale nel pane per stare in salute

panePartita anche in provincia di Modena la campagna regionale “Pane meno sale” che, grazie a un accordo con i panificatori, ha l’obiettivo di ridurre il sale nel pane. Attualmente sono 25 i forni che hanno aderito all’iniziativa distribuiti su tutto il territorio provinciale. Il consumo eccessivo di questo ingrediente, insieme ad altri fattori di rischio legati all’alimentazione e alla scarsa attività fisica, è all’origine delle malattie cardiovascolari e dell’ipertensione.

Troppo sale fa male alla salute e ogni giorno, senza pensarci, mangiando ne assumiamo dosi superiori al normale fabbisogno. Cambiare le abitudini non è però così difficile. Una soluzione, oltre a moderarne l’uso a tavola, può essere quella di ridurne il contenuto negli alimenti, all’atto della produzione, senza modificare il sapore e altre caratteristiche. E allora, per iniziare, quale alimento può essere più indicato del pane? Tutti noi, o quasi, lo mangiamo ogni giorno.

La campagna regionale “Pane meno sale. Più salute con meno sale” partita in queste settimane anche in provincia di Modena ha proprio l’obiettivo di ridurre il sale nel pane, grazie a un accordo con i panificatori. Nella nostra provincia hanno aderito 25 forni che espongono il materiale informativo – vetrofanie, manifesti, cartellini per le ceste del pane – che facilita al consumatore l’individuazione dell’esercizio che aderisce all’iniziativa.

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) il consumo di sale non dovrebbe superare i 5 grammi al giorno, l’equivalente di 1 cucchiaino da tè. In realtà il consumo medio in Emilia-Romagna è pari a 10 grammi al giorno per gli uomini e a 8 per le donne. Il consumo eccessivo di sale è un nemico silenzioso che – insieme a una cattiva alimentazione, al sovrappeso e alla scarsa attività fisica – è all’origine delle malattie cardiovascolari e dell’ipertensione arteriosa, uno dei principali fattori di rischio per molte patologie croniche; a quest’ultima, come è noto, sono riconducibili oltre il 60% dei casi di ictus cerebrale e circa il 50% dei casi di cardiopatia ischemica (dati Oms).

I consigli per ridurre il consumo di sale

Da analisi sulle abitudini alimentari, emerge che la principale fonte di sale sono i prodotti industriali o artigianali trasformati, seguiti dal sale aggiunto in cucina o a tavola ed infine  da quello contenuto naturalmente in acqua e alimenti.

Per abbassare il consumo di sale bastano alcuni piccoli accorgimenti: ridurre progressivamente l’uso di sale nelle ricette, preferendo quello iodato; insaporire i cibi con l’aggiunta di erbe aromatiche, aceto, limone; non aggiungere sale alle pappe del bambino, almeno nel primo anno di vita; limitare il consumo di snack salati e altri prodotti trasformati ricchi di sale (alcuni salumi e formaggi, cibi in scatola, patatine in sacchetto); limitare l’uso di condimenti ricchi di sale (dadi da brodo, salsa di soia, senape, ecc.); controllare le etichette dei prodotti per verificare il quantitativo di sodio; scegliere comunque alimenti a ridotto contenuto di sale.

Riducendo gradualmente il consumo di sale a tavola e in cucina, oltre a beneficiarne la salute (si abbassa la pressione arteriosa, si migliora la funzione del cuore, dei vasi sanguigni e dei reni, aumenta la resistenza delle ossa), cambia anche il modo di assaporare il cibo: il palato infatti si adatta rapidamente percependo i cibi saporiti al punto giusto.

La riduzione dell’assunzione di sale è dunque un importante obiettivo di salute pubblica, ed è per questo che la regione Emilia-Romagna nel 2013 ha siglato un protocollo d’intesa con le associazioni di categoria della panificazione. L’iniziativa ha ottenuto il sostegno del Ministero della Salute che ha concesso il logo “Guadagnare Salute”, che contraddistingue le campagne nazionali mirate a promuovere sani stili di vita.

Nella nostra provincia l’iniziativa è coordinata dal Servizio Igiene degli alimenti e della nutrizione dell’Azienda USL di Modena ed è sostenuta dalle associazioni di categoria Confesercenti/Assopanificatori, Lapam/Confartigianato, Cna, Confcommercio/FAM.

Maggiori informazioni sono disponibili sul www.ausl.mo.it/dsp/panemenosale

















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