Si ripete anche quest’anno a Bologna l’iniziativa di beneficenza di Confagricoltura Donna Emilia Romagna a favore della Casa delle donne per non subire violenza Onlus. Così domenica 30 novembre in p.zza Carducci (ore 9-13) un drappello di imprenditrici agricole emiliano romagnole proporrà, in cambio di un’offerta libera, le clementine della Sibaritide donate dalle imprenditrici di Confagricoltura Donna Calabria, per dire basta alla violenza di genere.
Le clementine di Calabria Igp, lo ricordiamo, sono divenute simbolo della lotta contro il femminicidio in ricordo di Fabiana Luzzi, la studentessa di Corigliano Calabro massacrata dall’ex fidanzato in un agrumeto della cittadina ionica. L’iniziativa è stata promossa anche in altre piazze d’Italia come Milano, Asti, Albenga, Perugia e Cosenza a sostegno dei centri antiviolenza D.i.Re (Donne in Rete contro la violenza), affinché la violenza maschile contro le donne sia riconosciuta come violazione dei diritti umani.
“Per sconfiggere la violenza contro donne e minori è necessario il coinvolgimento di tutti e tutte: l’impegno di enti come Confagricoltura Donna Emilia-Romagna – ha detto Susanna Bianconi, presidente della Casa delle donne per non subire violenza Onlus – è di fondamentale importanza perché nel prendere posizione contro ogni forma di discriminazione e violenza nei confronti delle donne, offre sostegno concreto al Centro antiviolenza e a tutti i servizi gratuiti offerti. La Casa delle donne di Bologna da oltre venti anni accoglie la richiesta di aiuto delle donne che subiscono violenza”.
“La civiltà e il progresso di una Nazione – asserisce Marina Di Muzio, presidente nazionale e regionale di Confagricoltura Donna – si misurano anche e soprattutto sull’uguaglianza di genere. Ed è proprio nel confronto con altri paesi che ci accorgiamo di essere rimasti indietro. La strada da percorrere è ancora lunga ma Confagricoltura Donna Emilia Romagna c’è. C’è nel supporto fattivo alle agricoltrici, rivendicando con convinzione misure a favore dell’imprenditoria femminile. C’è nell’improcrastinabile processo di rivalutazione del ruolo femminile e contro ogni forma di violenza di genere”.