Sciopero di otto ore, presidio e incontro azienda-sindacati. Quella di domani – giovedì 27 novembre – è una giornata cruciale per il futuro della Bevservice, azienda partecipata da Coca-Cola Italia (detiene il 20 per cento) che ha confermato la volontà di procedere a ulteriori 110 licenziamenti in tutta Italia e a un forte ridimensionamento dei tecnici esterni. La decisione comporta di fatto la chiusura della sede operativa di Campogalliano, nella quale lavorano 53 persone tra uffici e officina. Domani – giovedì 27 novembre – i dipendenti modenesi e delle altre sedi scioperano per otto ore nell’ambito di un pacchetto di sedici ore di sciopero. Sempre domani – giovedì 27 novembre – è in programma un incontro tra azienda e sindacati presso la sede Confindustria di Carpi; partecipano le segreterie nazionali e provinciali di Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil per chiedere il ritiro dei licenziamenti. In contemporanea i sindacati hanno organizzato un presidio davanti alla sede di Confindustria Carpi, che ospita l’incontro.
Bevservice nasce il 2 gennaio 2013 da un conferimento di ramo d’azienda di Coca-Cola Italia della propria assistenza tecnica e di manutenzione degli impianti frigoriferi e di distribuzione. I 278 addetti iniziali si sono ridotti a meno di 200 a causa di una procedura di licenziamento collettivo e dimissioni incentivate a inizio anno.
«Con questa nuova procedura di mobilità il gruppo dirigente, nei fatti, smentisce tutto ciò che ha dichiarato nel 2013 su un’efficiente rete di servizi – dichiarano Piersecondo Mediani (Fai-Cisl), Rossano Carnevali (Flai-Cgil) ed Ennio Rovatti (Uila-Uil) – Nelle settimane scorse l’azienda ha confermato l’ottimo andamento economico che, tra l’altro, risulta anche dal bilancio 2013 (quasi 9 milioni di utili, il 20 per cento netto sui ricavi dopo le imposte). Nello stesso tempo continua a presentare una riduzione delle attività dai principali fornitori: la stessa Coca-Cola, Carlsberg e McDonald’s». Il vero obbiettivo, dichiarato anche dalla stessa azienda ai sindacati, è cedere a terzi tutte le attività sia di allestimento e ricondizionamento dell’officina di Campogalliano, sia di assistenza tecnica esterna su tutto il territorio nazionale, fino alle attività amministrative, utilizzando anche la nascita di partite Iva. «Ne esce un piano industriale che non possiamo condividere, – concludono Mediani, Carnevali e Rovatti – perché smentisce quanto definito con Coca-Cola nel 2013 e quanto sempre dichiarato da Bevservice nei mesi successivi».