Gli agricoltori dell’Appennino modenese dovranno conoscere bene la dislocazione geografica della propria azienda e soprattutto se la sua altitudine è superiore o inferiore ai 600 metri perché è possibile l’ imminente emanazione del decreto del ministero dell’Economia che rivede l’applicazione dell’Imu nelle zone montane al di sotto dei 600 metri, appunto.
“E’ inaccettabile – dice Cristiano Fini, presidente provinciale della Cia di Modena – perché individua i terreni agricoli da assoggettare al tributo soltanto sulla base del criterio altimetrico dove sono situati i comuni ed arriva a ridosso della scadenza dei termini di pagamento; oltretutto obbliga gli agricoltori a pagare in un’unica soluzione, entro il prossimo 16 dicembre, anziché in due rate come tutti gli altri contribuenti”.
La Cia sottolinea anche che il provvedimento in gestazione eliminerebbe l’esenzione totale in circa duemila comuni in tutta la Penisola. La Cia invita quindi il Governo ad escludere l’entrata in vigore delle nuove disposizioni per la loro indubbia violazione del principio sancito nello “Statuto del contribuente” che vieta di prevedere adempimenti a carico dei contribuenti prima di 60 giorni dall’entrata in vigore di provvedimenti di attuazione di nuove leggi.
“Peraltro -osserva Fini – molti dei comuni interessati dall’estensione dei territori colpiti dall’imposta ricadono in zone dove si sono registrati noti e disastrosi effetti del maltempo sia di recente che durante tutto il 2014.
“In un momento contrassegnato dalla grave crisi economica, con difficoltà di accesso al credito, ci si aspetta dal Governo -conclude Fini- interventi di sostegno alle imprese agricole e non certo ulteriori aggravi fiscali”.