Da circa una settimana la Polizia di Stato era impegnata in una attività di verifica e controllo su una presunta attività di spaccio segnalata con un esposto da residenti della zona Gardenia. Nel corso dei servizi, in via Dall’Aglio, era stato individuato e denunciato a piede libero un 58enne cittadino italiano, trovato con addosso 5 dosi di cocaina pronte per la vendita.
Ieri pomeriggio, poco dopo le ore 17,00, a poche centinaia di metri dall’abitazione del 58enne denunciato, luogo in cui secondo l’esposto c’era un via vai di giovani, una pattuglia in borghese della Polizia di Stato ha controllato un giovane reggiano trovandolo in possesso di circa 4 grammi di marijuana. Il giovane è stato accompagnato in Questura per gli atti relativi alla segnalazione alla Prefettura quale assuntore.
Agli Agenti ha raccontato di avere acquistato lo stupefacente poco prima del fermo da un coetaneo dell’est Europa del quale era cliente da qualche mese e gli incontri, settimanali, per le illecite “transazioni”, avvenivano sempre in zona Gardenia a mezzo contatti telefonici oppure diretti, come nel caso di ieri quando i due si erano incontrati per strada.Pochi minuti dopo un’altra pattuglia della Polizia di Stato fermava in via Dall’Aglio un altro giovane italiano, questa volta un minorenne, che era in possesso di una dose di 0,9 grammi di marijuana. Anche il giovane minorenne veniva accompagnato in Questura per la segnalazione in Prefettura e anche in questo caso gli Agenti sentivano un racconto simile al precedente.
Acquisiti preziosi elementi investigativi gli Agenti si appostavano poi davanti ad una abitazione in uso ad una donna lituana che vi conviveva con il giovane figlio, fortemente indiziato di essere lo spacciatore. Il giovane straniero veniva fermato mentre rientrava a casa a piedi, addosso aveva marijuana per 5.9 grammi. La successiva perquisizione all’abitazione portava al rinvenimento di ulteriori 159,30 grammi di marijuana, 3 bilancini di precisione e materiale per confezionare dosi. P. V., 19enne lituano veniva arrestato.
Gli investigatori hanno accertato anche che lo stesso offriva ai suoi “clienti” la possibilità di consumare nella sua casa lo stupefacente, un coffe shop sui generis.