L’Emilia-Romagna si classifica al secondo posto tra le regioni italiane con il maggior residuo fiscale (nell’ultimo anno circa 15 miliardi di Euro). Secondo i dati elaborati da Unioncamere Veneto per conto del Ministero dello Sviluppo Economico sulla testa di ogni emiliano pesa una differenza tra le tasse pagate e le risorse pubbliche investite nella Regione di 4.165,00 Euro. Ciò significa che in Emilia Romagna si potrebbero investire in servizi 4mila Euro per ogni abitante senza variare l’attuale livello di tassazione. Oppure, mantenendo la stessa qualità dei servizi, si potrebbero diminuire le tasse per un ammontare di 4mila Euro ogni cittadino.
Da questi dati si evince che se trattenessimo tutto o in parte il nostro attuale residuo fiscale potremmo tranquillamente risolvere i problemi della nostra terra legati ai disastri naturali, alla chiusura di molte aziende (5.189 quelle fallite dal 2009), al dissesto idro-geologico, alla tutela dei nostri prodotti tipici, oltre che investire su opere pubbliche ed infrastrutture importanti per lo sviluppo del territorio. Risultati che potremmo ottenere senza aumentare le tasse, se non addirittura diminuendole.
Il 23 Novembre sarà una data importantissima. Agli Emiliani verrà chiesto non solo di scegliere il Presidente della Regione, ma anche la politica che questo Ente dovrà adottare e mettere in pratica. È giunto il momento di cambiare mentalità e di riprendere in mano il nostro futuro. Siamo grandi lavoratori e altrettanto grandi pagatori di tasse (e malgrado questo ultimamente è emerso che la provincia di Modena è una delle più tartassate dall’Agenzia delle Entrate), ma è ora di rivendicare anche il nostro ruolo di popolo con esigenze, bisogni e soprattutto diritti. Il primo dei quali è quello di poterci amministrare da soli.
(Il Candidato al Consiglio Regionale Stefano Bargi)