L’area geografica su cui insistono i territori di Mantova, Modena, Reggio Emilia e Parma rappresenta una grande realtà economica e sociale, in cui vivono e lavorano oltre due milioni di abitanti animati da una straordinaria capacità imprenditoriale che hanno dato vita a migliaia di imprese manifatturiere fortemente innovative e internazionalizzate.
La connessione fra gli attori economici, amministrativi, sociali e culturali che operano su questi territori – in una prospettiva di futuro condiviso, nel mantenimento di identità e prerogative di ciascuno – potrebbe generare una nuova Comunità d’area, con prospettive di sviluppo di maggior valore.
Questa la sollecitazione avanzata ai protagonisti del convegno dal titolo “La nuova dimensione Mediopadana. La prospettiva di un territorio in una logica di area vasta” organizzato dal Rotary Club Reggio Emilia, in collaborazione con Rotary Club Reggio Emilia Val di Secchia, Unindustria Reggio Emilia e Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, che si terrà giovedì 20 novembre alle ore 17.30, presso l’Aula Magna “Pietro Manodori” dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia (in viale Allegri 9 a Reggio Emilia).
Le relazioni dell’ing. Lauro Sacchetti, su “La dimensione Mediopadana”, e del professor Aldo Bonomi, su “La soggettività Mediopadana”, introdurranno la conversazione tra il sindaco di Reggio Emilia, Luca Vecchi, il sindaco di Carpi, Alberto Bellelli, il presidente di Unindustria Reggio Emilia, architetto Mauro Severi, e il presidente della Camera di Commercio di Parma, Andrea Zanlari. I lavori aperti dal professor Riccardo Ferretti, pro rettore dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, nonché presidente del Rotary Club Reggio Emilia, saranno condotti dal dr. Paolo Cagnan, direttore della Gazzetta di Reggio.
L’iniziativa si propone come sede di confronto rispetto alle prospettive di questa area vasta, anche alla luce delle recenti riforme istituzionali che registrano la riorganizzazione dei piccoli comuni, la soppressione delle province, la ridefinizione delle autonomie regionali e la riforma del sistema camerale. La formazione di una nuova architettura amministrativa potrebbe favorire la nascita di una nuova identità economica e sociale in grado di assumere un importante ruolo strategico a livello nazionale.