Con il riconoscimento della grande riuscita dello sciopero generale regionale del 16 ottobre e il successo, anche “inaspettato, oltre le aspettative” della manifestazione nazionale del 25 ottobre, Vincenzo Colla segretario generale Cgil ER apre il Comitato Direttivo della Cgil Emilia Romagna, riunitosi oggi alla presenza di Susanna Camusso segretaria generale Cgil nazionale.
Il buon esito della mobilitazione unitaria dei sindacati dei pensionati del 5 novembre e la forte partecipazione alla manifestazione unitaria delle lavoratrici e dei lavoratori pubblici dell’8 novembre hanno indubbiamente consolidato la necessità e l’urgenza di rispondere ai provvedimenti del governo – Jobs Act e Legge di Stabilità – ripartendo dalla centralità e dal valore del lavoro.
Rispetto allo sciopero del 16 ottobre, “c’era un vento che ci spingeva” – afferma Colla, al cospetto del segretario generale nazionale, “che partiva dalle nostre Rsu e ci ha consentito di bloccare molte imprese nella nostra regione”. Quella del 16 ottobre è stata “una piazza attraversata anche da un senso di tradimento riguardo all’impianto delle politiche sul lavoro che ci ha consegnato il governo”. La straordinaria manifestazione nazionale del 25 ottobre, alla quale questa regione “ha dato un contributo visibile”, prosegue Colla, “ha parlato al Paese, dando un messaggio politico, economico, proveniente dal mondo del lavoro, di grande autonomia e merito delle questioni, per cui: non c’è lavoro senza diritti, non c’è sviluppo senza equa redistribuzione della ricchezza”. La giornata ha rappresentato un’evidente novità nel quadro politico e sociale del Paese, ancora nel pieno della crisi, con un governo che ha scelto consapevolmente di prendere a riferimento il sistema delle imprese, il blocco sociale rappresentato da Confindustria, cooperazione e le altre associazioni datoriali, “consegnandogli il compito di portare avanti la politica economica per uscire dalla crisi con piena libertà di licenziare”.
Tante iniziative territoriali e nazionali, con “piazze plurali di lavoratori, pensionati, precari, disoccupati, giovani, studenti”, che hanno espresso una richiesta diffusa di cambiamento, manifestando un potenziale nuovo protagonismo sociale e politico, da non disperdere ma da capitalizzare. “Dobbiamo riprendere il tema del rapporto con la politica” ribadisce Colla, “è una discussione che dobbiamo fare mantenendo sempre il tratto di autonomia che ci chiedevano anche le piazze”, e riferendosi alle imminenti elezioni regionali rileva amaramente di “avere motivo di pensare che ci sarà un forte astensionismo”.
Assisitiamo ad “uno spostamento del consenso nel Paese che condivide le proposte della Cgil”, dichiara il segretario della Cgil emiliano romagnola, “che deve portare tutta l’organizzazione a lavorare per la riuscita delle prossime iniziative: lo sciopero generale di otto ore nelle aziende del centro nord promosso dalla Fiom Cgil il 14 novembre a Milano; il presidio unitario di lunedì 17 a Bologna contro i tagli ai Patronati previsti dalla Legge di Stabilità; l’attivo dei quadri e delegati il 20 novembre, in piazza Maggiore a Bologna, della Filctem del centro nord che sarà concluso da Susanna Camusso. Senza dimenticare il viaggio della legalità che sta attraversando l’Italia, toccando Reggio Emilia e Rimini, la raccolta firme per una legge sugli appalti e la campagna ‘salviamo la salute’. Colla termina la sua relazione insistendo sulla necessità che “il 5 dicembre si deve fermare il Paese”.
Dopo un dibattito intenso e partecipato, che ha pienamente condiviso le decisioni assunte nel Comitato direttivo nazionale della Cgil tenutosi ieri, il parlamentino della Cgil ER ha impegnato tutte le strutture regionali a dare vita a iniziative visibili articolate nel territorio, coinvolgendo i luoghi di lavoro anche in modo innovativo, le conclusioni sono affidate a Susanna Camusso segretaria generale Cgil nazionale.
Per Camusso, il quadro di concreto peggioramento delle condizioni materiali del Paese consegna alla Cgil “una straordinaria responsabilità di agire come convogliatori di quello che si agita, delle forme di disagio sempre più diffuse” per dare loro rappresentanza. Servirebbero “politiche che determinano la crescita del lavoro” sostiene Camusso ma “non si possono ripetere le ricette precedenti e per creare lavoro non puoi affidarti alla libertà d’impresa”. In Italia, prosegue la leader della Cgil nazionale, “il tema del lavoro sta diventando una questione sempre più discussa” e anche la più grande organizzazione sindacale in Italia si sta interrogando su come “allargare il consenso, unificare il lavoro, far diventare visibili e rappresentare i lavoratori precari, i più o meno falsi lavoratori autonomi”.
Camusso conferma che oltre alla proclamazione dello sciopero generale del 5 dicembre in tutti i settori pubblici e privati – visto che i sindacati dei comparti pubblici avevano già proclamato lo sciopero generale unitario, per la stessa data – vi saranno 4 ore di sciopero articolato nei territori, nelle quali prevedere iniziative di mobilitazione, nei luoghi di lavoro, in forme “tradizionali e non”.
Il segretario generale della Cgil nazionale, infine, lancia un appello a Cisl e Uil affinché questa occasione possa costituire l’opportunità di un momento di mobilitazione unitaria e generale.