In uno scenario di previsione che, al momento, impone al Comune di Modena una manovra di oltre 12 milioni di euro sul bilancio 2015, “abbiamo già fatto un primo giro con assessori e dirigenti arrivando a individuare, senza intaccare i servizi, fra i 5 e i 6 milioni di euro tra tagli e maggiori entrate, ma andare oltre vuol dire incidere nella carne viva dei servizi sociali e dell’istruzione”. Il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli ha concluso facendo riferimento al lavoro in corso sulla definizione del bilancio la presentazione in Consiglio comunale del Patto per la crescita intelligente, sostenibile e inclusiva sottoscritto nei giorni scorsi con le organizzazioni economiche, sindacali e sociali. Il dibattito sul documento è in programma nella prossima seduta del Consiglio.
Rispetto al bilancio, tema che, insieme allo Sblocca Modena e al Piano dell’economia, è stato tra gli argomenti anche del Tavolo che si è riunito mercoledì 12 novembre, il sindaco ha aggiunto: “Prima di procedere oltre, dobbiamo vedere come evolve la finanziaria. Renzi ha promesso la ‘local tax’ e io ci sto allo scambio: zero trasferimenti e solo entrate proprie in un rapporto completo e trasparente con i cittadini. Nell’immediato potrebbe costarci di più, ma ci permetterebbe di programmare negli anni. Bisogna però vedere come scrivono le norme, non sarebbe la prima volta che una buona idea viene stravolta dalle burocrazie romane”.
Il sindaco ha fatto riferimento anche all’allentamento del patto di stabilità e ai finanziamenti per l’edilizia scolastica (“noi siamo pronti, purché non sia una lotteria”) e ha dichiarato la disponibilità “a fare operazioni patrimoniali per sostenere gli investimenti la cui riprese è una priorità per la città, per l’economia e per l’occupazione”.
Nell’illustrare il Patto, Muzzarelli ha richiamato gli impegni strategici in cinque titoli: ricerca e trasferimento tecnologico per sostenere l’innovazione, la pubblica amministrazione che deve essere sburocratizzata (“con la riorganizzazione dei dirigenti abbiamo dato una scossa alla macchina e risparmiato 183 mila euro nel 2014, oltre a 230 mila euro sul resto del personale”) e ha portato lo Sblocca Modena come primo esempio concreto, le politiche ambientali, la riforma del welfare e le politiche della salute, la promozione del turismo per e oltre Expo 2015.
“Qual è il valore del Patto? Innanzitutto parliamo di crescita e non è una cosa scontata” ha affermato Muzzarelli sottolineando come i contenuti del documento indichino, comunque, la strada di “uno sviluppo di qualità, orientato all’ambiente e alla società, ma pur sempre una crescita capace di creare lavoro, occupazione stabile, prima di tutto per i giovani, e ridurre le disuguaglianze”. E il sindaco ha hanno sottolineato l’importanza del confronto: “Discuteremo con tutti, ma alla fine ci assumeremo le nostre responsabilità e decideremo anche quando non ci saranno pareri unanimi. Tuttavia riteniamo che a Modena il confronto con le rappresentanze della società civile sia ancora una valore aggiunto. Siamo convinti – ha spiegato Muzzarelli – che per l’obiettivo lavoro sia utile avere al tavolo i rappresentanti dei lavoratori e delle imprese; che per l’innovazione del welfare sia opportuno discutere con il volontariato e il terzo settore; e così via per tutte le grandi e piccole questioni che interessano la vita della città. E non a caso il tavolo si articolerà in vari settori, per allargare ancora e garantire la massima partecipazione”.
Il sindaco ha poi ricordato i temi sui quali i lavori sono già avviati: dal programma per la Smart City (“a Natale ci saranno i 30 punti di wifi libero e gratuito”) al Piano per la sicurezza, dalla delibera per gli indennizzi al commercio in caso di lavori al Piano urbanistico per le caserme. “Ed entro l’anno – ha annunciato Muzzarelli – abbiamo concordato di venire in Consiglio a discutere di sicurezza stradale, mobilità e asse ferroviario e piste ciclabili”.
Rispetto al bilancio, poi, il sindaco ha sottolineato, ricordando l’incontro con il sottosegretario Delrio, l’esigenze degli enti locali che “non sono tutti uguali ed è ora che lo Stato distingua da chi spende con rigore e chi no”.