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Finale Emilia: dal CAV un aiuto per l’inserimento di lavori in stato di disagio socio-economico

Busi-Diegoli-dAielloIl CAV – Centro Aiuto alla Vita – “Giulia Barbi” di Finale Emilia, grazie al “fondo terremoto” di FederVita Emilia Romagna, ha messo a disposizione un contributo di 6 mila euro per il reinserimento lavorativo di persone messe in condizione di svantaggio dal sisma 2012.

In accordo con l’Amministrazione Comunale, è stata definita la collaborazione con la cooperativa Albatros – che già opera sul territorio finalese in diversi ambiti dell’economia locale – alla quale è stato affidato il compito di inserire e formare, compatibilmente con le proprie necessità operative, tre persone in situazione di svantaggio economico e con figli minori a carico.

Nelle scorse settimane l’assessore alle Attività Produttive Angelo d’Aiello per il Comune, la presidente FederVita Antonella Diegoli per il CAV e il presidente Nicola Busi per Albatros hanno siglato il protocollo d’intesa che stabilisce le modalità di erogazione del contributo e sancisce l’impegno, da parte di Albatros, di coinvolgere le persone individuate, padri di famiglie seguite dal CAV, in un percorso di formazione professionale e lavoro concreto che possa contribuire a far loro acquisire o recuperare il senso di dignità e autonomia proprio del lavoro.

«È un bellissimo esempio di collaborazione – ha sottolineato l’assessore d’Aiello – tra soggetti di natura diversa, ma tutti impegnati ad aiutare chi soffre per questa enorme crisi che viviamo; voglio ringraziare il Cav perché a livello regionale, soprattutto grazie ad Antonella Diegoli, ha deciso di puntare su Finale Emilia».

«Siamo soddisfatti – ribadisce Antonella Diegoli, presidente di FederVita – perché Albatros, operando sul territorio dell’Unione, ha consentito l’inserimento di un papà di Cavezzo e due di Finale Emilia. L’interessamento dell’Amministrazione finalese è stato determinante nel raggiungimento dell’obiettivo che la Giunta regionale del Movimento per le vita si era prefissato, dimostrando che la collaborazione è possibile, anzi foriera di buone prassi. »

 

















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